DOMINANZE PATRIARCALI / 6 / Il femminicidio di Ilenia firmato dai Compagni di Moto, Nanni e Barbieri. Ilenia è la 13^ donna uccisa quest’anno in Emilia-Romagna

24 novembre 2021, Corte d’Assise di Ravenna, processo per il femminicidio di Ilenia Fabbri.

Oggi 25 novembre 2021 (ieri per chi legge, ndr) mi sento l’ironia dentro. Ieri c’è stata la sesta udienza in Corte d’Assise per il femminicidio di Ilenia Fabbri. Erano sulla scena i Compagni di Moto, colleghi dei più noti Compagni di Merende, di paccianiana memoria.

Mi permetto questo accostamento confortata dall’Accademia della Crusca che definisce l’espressione “Compagni di Merende per indicare ironicamente persone legate da complicità che tramano segretamente qualcosa alle spalle di qualcuno”.

I Compagni di Merende hanno ucciso otto donne, i Compagni di Moto ne hanno uccisa una. Ma non fa grande differenza. È sempre una donna in meno, uccisa dal partner o ex. Una delle tredici donne eliminate in Emilia-Romagna dall’inizio di quest’anno.

È vero che Pacciani e Compagni, fra una merenda e l’altra, hanno ucciso anche i partner di quelle donne, ma è sui corpi femminili che si sono accaniti mutilandoli selvaggiamente. Pietro Pacciani, noto anche come “il Mostro di Firenze”, non risulta che si sia mai lamentato del soprannome.

Invece il killer di Ilenia Fabbri, Pierluigi Barbieri, non ci sta ad essere descritto al pari di un mostro. Durante l’escussione dei testi che descrivono la sua personalità, si indigna e si scaglia sul vetro che separa la gabbia dall’aula, ringhiando: “Mi fate passare per ciò che non sono!”.

Non protesta per essere accusato di assassinio, visto che ha già confessato, ma forse perché è lui stesso a non credere a ciò che dice. Allora, vediamo che persona è, attraverso le sue stesse parole, captate dalle conversazioni telefoniche registrate. Per lo più si vanta dei pestaggi, delle propria violenza e forza.

Il 20 febbraio 2021, dopo la condanna per la spedizione punitiva contro un insolvente disabile a Predappio, mentre parla con un non meglio identificato Luca, dice con voce allegra e sbruffona: “Cinque anni e quattro mesi, questi sono fuori di testa… Adesso mi devo andare a drogare da qualche parte, solo che non conosco nessuno… Gli ho buttato giù la porta della camera da letto, quel maiale grosso si era appoggiato e spingeva. Aveva telefonato ai carabinieri il bastardo… Un amico mi ha tolto il coltello che avevo preso in cucina, che lo stavo scannando… Appena finisce il coronavirus, devo andare a Napoli, che ci sono persone che hanno fatto una truffa: quelli devono pregare la madonna quando mi vedono”.

Ascoltando ancora, salta fuori anche la sua furbizia. Il giorno dopo il femminicidio di Ilenia Fabbri, Pierluigi Barbieri, in cerca di una rete di salvataggio in caso di indagini su di lui, chiama un suo ex compagno di carcere, Daniele Burini, poi deceduto, che gli suggerisce: “… vai al Sert e dici che sei tossicodipendente, ti mandano giù a pisciare, ti prendono un appuntamento dallo psicologo…”, Barbieri lo interrompe: “Ok, gli dico che da quando sono uscito dal carcere ci sono ricaduto, che ho ricominciato e non riesco a smettere e poi?”, e l’amico risponde: “Ti danno delle pillole, le prendi e le butti”.

L’espressione Compagni di Moto invece l’ho presa da una registrazione telefonica dove Nanni dice a Barbieri: “… C’è una novità per la mia moto e vorrei parlarne con te… Se mi fermano gli dico che devo venire a vedere la tua moto, che la devi vendere… come scusa usiamo quella lì… si deve fare assolutamente un giorno dall’1 al 5 febbraio”.

Oltre alla Moto c’è un’altra cosa che unisce Nanni a Barbieri: il primo aveva installato sul cellulare una applicazione per registrare le telefonate e il secondo l’aveva imitato. Galeotto sarà un messaggio vocale whatsapp inviato a Claudio Nanni da uno sconosciuto proprio il 6 febbraio, dopo che si è sparsa la notizia del femminicidio di Ilenia Fabbri: “Paghi da bere, adesso?”

Proseguo con l’ironia, sempre più amara. Oggi è il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, tutti i giornali, le trasmissioni televisive e radiofoniche, i telegiornali e i radiogiornali di tutti i canali si sono dedicati a questo.

A partire dai titoli a caratteri cubitali. Strage delle donne. ADESSO BASTA. Ogni femminicidio riguarda anche te. Vergogna. Porre fine a questa piaga. Il potere impotente degli uomini che uccidono le donne (e se stessi). Come porre fine al potere maschile sulle donne. Denunciate senza paura. Le panchine rosse non ci bastano.

Analisi, interviste, dati, storie. Peccato che ciò succeda solo un giorno all’anno! Ma, ironia della politica: tre giorni fa, il 22 novembre alle 15 e 30, Paola Bonetti, ministra per le Pari opportunità, alla Camera dei Deputati per illustrare la mozione contro la violenza sulle donne, nel suo discorso sottolinea: “Questo Parlamento è trasversalmente e profondamente impegnato nel promuovere azioni strategiche per ripudiare qualsiasi forma di violenza contro le donne”. Ironia istituzionale: su 640 deputati solo 8 erano presenti in aula. L’1,25 per cento!

Una domanda ironica: gli assenti erano a far merenda o a far un giro in moto?

Nel 2021 i femminicidi in Italia sono già stati 109, l’8 per cento in più dello stesso periodo dell’anno scorso. Nel mondo ogni 10 minuti un uomo uccide una donna.

Non basta?

Potremmo aggiungere ai dati anche le donne scomparse da casa e mai più trovate, le donne che si sono suicidate perché non sopportavano una vita di violenze e soprusi, le prostitute straniere uccise e senza nome.

Ma quelle, nessuno le ha mai contate.