Life Support in viaggio verso il Porto di Ravenna. Tra i migranti salvati dal mare anche un ragazzo arrivato sulla nave in stato di incoscienza

Sono 200 le persone al sicuro, dirette al Porto di Ravenna, sulla nave Life Support di Emergency , dopo l’operazione di soccorso di stamattina 5 aprile.

Generico aprile 2024

“Stamattina all’alba abbiamo individuato tramite radar due imbarcazioni in difficoltà. Abbiamo appurato che i due mezzi erano sovraffollati, quindi abbiamo allertato il nostro team di soccorso e messo i gommoni in acqua. Fatto il primo assessment, abbiamo soccorso e portato a bordo 200 persone. Ora sono tutti nella nostra ‘shelter area’, li abbiamo rifocillati e il team medico sta procedendo alle visite per valutare le loro condizioni di salute” racconta Domenico Pugliese, comandante della Life Support.

“Il trasferimento dei naufraghi dalle loro imbarcazioni precarie alla Life Support è stato completato alle 8:30 di mattina – proseguono dalla nave -. Le barche, avvistate direttamente dal ponte di comando, sono state individuate intorno alle 6 del mattino. Lunghe circa 12 e 10 metri, erano partite entrambe dalla Libia, una da Sabratha la seconda da Zawiya”.

navi migranti in mare - salvate da life support

“Dopo il soccorso – ha aggiunto il comandante della Life Support – siamo stati avvicinati dall’imbarcazione 658 della cosiddetta guardia costiera libica, che ci ha chiesto quante persone avessimo tratto in salvo e ci ha detto di dirigerci verso nord”.

“Abbiamo avuto un caso sanitario urgente, un ragazzo arrivato in stato di incoscienza. Dopo un primo intervento medico le sue condizioni sono migliorate, ma abbiamo bisogno di tenerlo ancora sotto osservazione” racconta Sara, infermiera a bordo. 

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“A bordo vi sono 198 migranti, cui 21 donne e 14 minori di cui 8 non accompagnati” hanno comunicato da Emergency ( i numeri comunicati dalla Prefettura di Ravenna si discostano leggermente: 171 uomini, 17 donne e 10 minori accompagnati ndr)

L’MRCC italiano ha assegnato Ravenna come Pos (Place of Safety), a circa quattro giorni di navigazione dal luogo del soccorso. “Ancora una volta, un porto molto lontano che obbliga persone già provate a seguito di un lungo viaggio, in condizioni difficili, a trascorrere altri giorni in mare, anziché essere sbarcate il prima possibile” concludono.

Le nazionalità delle persone soccorse comprendono Bangladesh, Egitto, Eritrea, Ghana, Pakistan, Palestina, Siria.