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L’Associazione ravennate Dis-ORDINE ricorda Claudio Cerritelli

Il Consiglio direttivo dell’Associazione ravennate Dis-ORDINE ha voluto ricordare Claudio Cerritelli (1953-2024) morto pochi giorni fa, con due testimonianze a firma di Giovanni Pintori e Danilo Montanari.

“Caro Claudio, i ricordi sono tanti. Le mostre, i viaggi, l’amicizia fin dal primo incontro; ma voglio ricordare qui come. Molti anni fa credo a metà anni settanta, un’amica mi chiese di andarla a trovare per farmi vedere dei quadri di un suo conoscente. Nonostante io sia sempre clemente con i giovani artisti quella volta le dissi: “di a questo giovane che cambi mestiere” Erano i tuoi quadri Claudio.
Dopo qualche tempo, venisti a farmi una intervista alla Fabjbasaglia dove era in corso una mia mostra. Eri diventato un critico, e che critico.

Credo tu abbia scritto del mio lavoro almeno quaranta volte compreso il bel testo sul mio libro Brame con Paolo Fossati.
I tanti viaggi a New York, le lunghissime chiacchierate nelle camere d’albergo.
Mi manchi, fai buon viaggio e salutami Manai, Partisani e Piero Copertini se li vedi”.

Giovanni Pintori

“Il legame di Claudio con Ravenna e i ravennati, comincia nel 1980, quando aveva 27 anni e si affacciava da poco nel mondo dell’arte. Risale a quell’anno “Neropece grottalcova pecenera” un progetto che Giulio Guberti affidò proprio a Claudio e a Maria Grazia Torri, ospitato dal Comune di Rimini, allora animato da un giovane Renzo Semprini. Si trattava di diciassette  mostre  personali di altrettanti artisti  allora emergenti nell’ambito della regione. Tra questi Daniele degli Angli, Marcello Landi, Giovanni Pintori e Piero Manai”. Da quel progetto nacque la  prima esperienza editoriale del “Supergruppo”.
In precedenza aveva partecipato alla straordinaria esperienza della rivista “La tradizione del Nuovo”, sempre diretta da Guberti. Poi Claudio fu anche tra  i protagonisti della stagione delle mostre  monografiche antologiche alla Loggetta Lombardesca, curando nel 182 la  mostra e  il libro su Vittorio Mascalchi.
Lo rivediamo nel 1987 sempre alla Loggetta con l’antologica “Mitografie”. Ma il suo contributo teorico più significativo rimane l’ampia mostra e altrettanto corposo libro curato insieme a Paolo Fossati “L’arte del paesaggio”, ancora alla Pinacoteca comunale di Ravenna nel 1991. Poi Claudio per una serie di circostanze della vita si dedicherà prevalentemente all’insegnamento.
Sempre tuttavia mantenendo forti contatti personali con Ravenna, fino alla mostra di Marcello, “Dante: Ritratto del poeta da giovane” nel 2021 alla galleria Monogao di Luca Donelli, e infine alcuni  appassionate conferenze alla Fondazione SaBe”.
Danilo Montanari