Profonato Sacrario dei Caduti della Brigata Cremona. Consulta Antifascista: “Atto che offende le Forze Armate e tutta Ravenna”

“Indignazione, sdegno e riprovazione sono i sentimenti che ci colgono alla notizia dell’ennesima deturpazione vandalica di matrice apologetica perpetrata da ignoti” lo afferma il vicepresidente della Consulta Antifascista di Ravenna, Riccardo Rosetti, dopo la notizia diffusa ieri, 18 febbraio, riguardo una grande svastica apparsa in una delle lapidi erette nel Sacrario ai Caduti della Brigata Cremona di Camerlona alle porte di Ravenna.

“Forse semplici ragazzetti galvanizzati da un certo clima generato da forze politiche revansciste in campagna elettorale e forse generato da un passato personale fatto di sofferenza e disagio. Sofferenza e disagio che generano rabbia da sfogare sposando simboli e contenuti di forza e violenza rabbiosa attraverso i quali riscattarsi con violenza e sopraffazione sul prossimo. Comunque e sempre un pessimo modello da seguire per un adolescente e, peggio ancora, da testimoniare per un adulto. Un modello – prosegue Rosetti – in antitesi con ciò che hanno testimoniato i cremonini in Ravenna anche dopo la guerra: il superamento dell’odio e della sopraffazione violenta con la democrazia! Quella svastiche, così come le croci celtiche, sono simboli che rappresentano il male in una forma che mai l’uomo era riuscito a produrre con tale scientificità, diffusione e crudeltà cinica: Il ‘male assoluto’ come fu definito, ma che oggi potrebbe riaffacciarsi se non si mettono freni.”

“La simbologia di un qualsiasi monumento ai caduti in guerra – dichiara il vicepresidente – (e questo in particolare), ai martirizzati, ai torturati, alle vittime di eccidi, rinvia ad un sistema di valori legati alla Pace e non alle violenze che li hanno generati; un sistema di valori attraverso i quali si costruisce una democrazia all’interno della quale ogni singola persona può ricevere dignità ed avere le stesse possibilità di un’altra di stare bene ed essere felice; rinvia ad un sistema democratico che concede a tutte le persone di poter avere le competenze per poter vivere secondo le proprie aspirazioni; rinvia ad un sistema di convivenza fondato sul reciproco rispetto senza distinzione alcuna di sesso, religione, razza ed e idee politiche, rinvia al nostro paese, alla nostra Costituzione che si fa carico dei suoi cittadini come persone per riuscire a dare loro ciò che da soli non potrebbero avere, come la cura dalle malattie, l’assistenza al disagio sociale o la rieducazione carceraria per poter risorgere come uomini nuovi dalle prigioni dopo aver commesso anche gravissimi crimini, come l’omicidio diretto o indiretto (attraverso lo spaccio di droghe), ecc… rinvia alla nostra Patria!”

“Qualsiasi monumento ai caduti in guerra nell’immediato – continuano dalla Consulta antifascista – ci comunica le sofferenze che la guerra crea: uomo che uccide altro uomo; famiglie che piangono morti e sofferenze psico-fisiche subite; la bruttura dell’uomo quando guerreggia, che diviene la peggior bestia assassina, ed è legalizzata tale bestialità; la violenza che ogni singolo soldato ha dovuto fare a se stesso per riuscire ad uccidere per primo per non finire ammazzato e, da ciò, la sofferenza dei sopravvissuti che piangono i compagni che non ci sono più e le sofferenze dei loro famigliari ed amici, poichè da vivi ci si domanda: “perché non anche me”! Ci si tiene un senso di colpa, un forte nodo alla gola, per il fatto di essere ancora vivi ( si ringrazia di essere vivi ma ci si sente colpevoli di essere vivi verso il deceduto e i suoi familiari). Pensiamo che il senso più profondo di un qualsiasi cippo che ricordi caduti, martirizzati, vittime di eccidi, perseguitati, sterminati, foibizzati di tutti i tempi e di tutte le parti in conflitto, di tutti i regimi autoritari ci debba ricordare un solo monito: ‘mai più questo schifo!’, ‘mai più odio!'”

Generico febbraio 2020

In foto Ivano Artioli, ANPI Ravenna

“Invece a quanto pare si fanno ancora differenze, si mettono sullo stesso piano criminali irredenti con uomini obbligati a guerreggiare per sopravvivere o vivere; si confonde la vendetta in guerra per un crimine subito da innocenti con il crimine fatto ad innocenti (del quale poi si fa vendetta; se non vi fosse crimine su innocenti non ci sarebbe vendetta: Foibe). Eccidi di famiglie intere come strategia del terrore e uccisi e martirizzati (con la scusa che davano da mangiare non ad affamati ma a partigiani), senza trarne l’unico insegnamento comune: mai più morte, martirio, persecuzione, guerra, violenze, tortura. Le Foibe sono state celebrate a senso unico e invece erano vendetta in guerra, vendetta per le foibe e le violenze perpetrate agli slavi dal dominio italiano e vendetta in guerra di slavi su italiani fra i quali come accade negli eccidi molti, troppi innocenti! (la guerra legittima la violenza in tutte le sue forme e i peggiori criminali sono i migliori soldati). Le Foibe andavano ricordate solo come un ‘mai più’ da entrambe le parti e non come esaltazione apologetica fascista! Ecco perché stride il veteroanticomunismo sulle Foibe, che non trae il valore assoluto della vita umana per un futuro migliore, ma ripropone un clichet storicamente falso da guerra fredda e rischia di alimentare e diffondere odio. Un uomo, il lettore, quando è accecato dall’odio (per rossi o neri) non è più obiettivo. Ci sono idee sbagliate che se applicate ci riportano in quei mondi di sofferenza e odio e sono infatti bandite dalla nostra Costituzione e dalle Leggi Mancino e Scelba; e sono le idee nazifasciste oggi ripresentatesi nel paese. Sono rimaste solo queste: vanno bandite perché dannose come allora. Perché portano morte e sofferenze, violenza, violazione dei Principi della nostra Costituzione; contengono una ‘Etica Negativa’, l’etica del ‘Male Assoluto’ contro il quale i militari italiani non solo della della “Cremona”, i partigiani hanno combattuto sotto il Comando Alleato per la nostra Patria, allora Regia e oggi costituzionale” conclude Riccardo Rosetti.

Commenti

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  1. Scritto da Maria

    Chi fa dei danni, anche se preso, che gli fanno? Nulla, ormai è diventata una regola danneggiare i beni comuni, gli idioti si moltiplicano.