Nel 2021 in tanti hanno chiesto aiuto alla Caritas: rapporto su una Faenza sempre più povera

È un quadro impietoso e, in immediata prospettiva, molto preoccupante quello della povertà nel territorio della Diocesi di Faenza-Modigliana, che si ritrova nel “Rapporto” annuale che quest’anno verrà presentato pubblicamente domani sera 30 settembre. I dati riassuntivi che la Caritas diocesana fornisce relativamente all’anno 2021 evidenziano che 1.500 persone hanno chiesto aiuto, mentre circa 9.000 (30 al giorno) sono stati i pasti serviti. Emerge inoltre un contesto che presenta ancora forti criticità e che non è tornato ai livelli pre-pandemia, ossia ai primi due mesi del 2020.

E il 2022, che ha ormai archiviato i suoi primi 9 mesi, ha consegnato ai cittadini europei un’inflazione mai vista da quando esiste l’Euro come moneta unica, l’enorme crescita dei costi di gas metano, petrolio e carburanti, la guerra in Ucraina, con il timore, espresso chiaramente da Papa Francesco, di un’estensione del conflitto. Le ripercussioni sul territorio faentino sono già molto evidenti e la Caritas diocesana le sta già affrontando con forza e determinazione, avendo cura di non fare previsioni sui mesi a venire.

Il “Rapporto povertà e risorse 2021” è stato illustrato in anteprima questa mattina da Maria Chiara Lama (curatrice del Rapporto), Don Marco Ferrini (direttore Caritas diocesana) e Barbara Lanzoni (Ufficio Educazione alla Mondialità) agli organi d’informazione in una conferenza stampa.

Maria Chiara Lama, Don Marco Ferrini e Barbara Lanzoni
Maria Chiara Lama, Don Marco Ferrini e Barbara Lanzoni 

“Nel corso del 2021 abbiamo incontrato 1.475 persone delle quali il 67% presso le Caritas parrocchiali – ha spiegato Maria Chiara Lama -. Alcune possono essersi recate in più luoghi, ma stiamo cercando di fare rete per evitare un puro assistenzialismo, che non è la ‘missione’ della Caritas”.

Presso le 25 Caritas parrocchiali coinvolte, 990 sono state le persone incontrate. Per il 35% si tratta di italiani, il restante 65% se lo dividono in ordine decrescente persone provenienti da Marocco, Albania, Nigeria e Senegal. L’età media è di 48 anni: il 65% sono donne, il 68% vive in famiglia e il 64% vive con i propri figli.

Al Centro di Ascolto diocesano, che ha sede in via Ugolino D’Azzo Ubaldini, sono state incontrate 485 persone: 52% donne e 48% uomini; il 28% si è presentato per la prima volta nel 2021; l’8% ha più di 65 anni.I bisogni principali segnalati sono per il 28% economici, 24% occupazionali e 13% abitativi.

Coloro che si presentano sono per il 26% italiani; a seguire persone provenienti da Marocco, Nigeria, Albania e Senegal. Il 15% degli stranieri non comunitari non è in regola con i documenti di soggiorno. “C’è chi ha le pratiche in corso – spiega Chiara Lama -, altri ci chiedono consiglio e spesso li indirizziamo a un avvocato che si occupa di questo. Troviamo in loro il desiderio di essere in regola in Italia, anche perché permette di lavorare e di avere accesso a servizi e diritti”.Il 24% delle persone che si sono rivolte al Centro di Ascolto hanno un’occupazione, il 53% è in affitto (42% da privati e 11% da enti pubblici), il 21% vive in una casa abbandonata, in auto o in un domicilio di fortuna.

Sono oltre 150 i volontari che si mettono a disposizione della Caritas diocesana: grazie al loro operato è stato possibile tenere in funzione la mensa per i bisognosi con 9.343 pasti serviti, o anche solo consegnati per essere consumati altrove, e consegnare 1.905 pacchi- spesa, a volte anche a domicilio.

I dati dell’alloggio si riferiscono a 3.003 in dormitorio maschile, 586 per l’accoglienza femminile e 843 in seconda accoglienza (12 letti occupati a notte).

Uno dei temi principali affrontati è il lavoro. “Una persona su quattro che si rivolge al Centro di Ascolto Diocesano ha un’attività lavorativa – sottolinea Chiara Lama -. Il 2% dichiara di lavorare in nero, ma ipotizziamo che il numero sia maggiore. Continuiamo a incontrare persone che vivono forme di lavoro ‘grigio’ (per esempio mezza giornata in regola, l’altra metà mal retribuita ‘in nero’: n.d.r.) e che l’accettano come fosse la normalità. Altre stanno lavorando con part-time involontario. Il 52% delle persone incontrate al Centro di Ascolto diocesano è formato da disoccupati. Di queste, più della metà sono donne, a cui vanno ad aggiungersi quelle nella categoria ‘casalinga’, che sono il 7%”.

Da diverso tempo ci si sta interrogando sullo stile e sulle modalità attraverso cui deve avvenire il coinvolgimento dei più giovani e, ormai da un anno a questa parte anche Caritas Faenza-Modigliana, come tante altre diocesi, sta cercando di conoscere e far suo il paradigma che è alla base della rete nazionale Young Caritas. “E’ una rete che vuole portare un cambio di mentalità, che richiede coraggio prima di tutto negli adulti per sperimentarsi assieme ai giovani offrendo loro spazi di protagonismo, creatività e innovazione – ha detto Barbara Lanzoni -. Sono tanti i canali attraverso cui i giovani arrivano a conoscere Caritas nelle sue diverse sfaccettature: dallo scorso gennaio abbiamo accolto 47 giovani di 5 Istituti Scolastici differenti attraverso l’alternanza scuola-lavoro, 10 scout hanno svolto il loro anno di servizio al Centro di Ascolto o sui progetti di ‘Farsi Prossimo’; 4 giovani ancora sono arrivati attraverso il progetto ‘Lavori in Unione’. Durante l’estate, inoltre, si è svolto un corso videomaker che ha coinvolto altri 27 nuovi giovani”.

Dallo scorso marzo è scattata l’emergenza profughi provenienti dall’Ucraina aggredita dall’esercito russo: Faenza sta ospitando molte persone che sono state costrette a fuggire. Nel territorio le ospitalità messe a disposizione dalla Diocesi sono state coordinate da Don Marco Ferrini, direttore Caritas. “Sul territorio sono arrivate 300 persone – precisa Don Marco -: 140 sono state seguite dalla Caritas, 130 sono rimaste nella nostra rete d’accoglienza fatta anche di famiglie. In maggioranza sono donne con bambini; in molti casi mariti e figli grandi sono rimasti in patria”.

Le accoglienze più numerose sono presso il monastero di Santa Chiara, che è arrivato ad ospitare fino a 29 persone, ad oggi 25, e Villa Bersana in collina tra le frazioni Celle e Pergola, che ad oggi ospita 21 persone. Anche le accoglienze parrocchiali sono state fondamentali, in particolare le parrocchie di Sant’Antonino, Santa Maria Maddalena, Paradiso, Marzeno, Basiago, Pieve Ponte, San Potito hanno aperto le loro porte ai profughi ucraini.

Domani, venerdì 30 settembre si terrà la presentazione pubblica del “Rapporto Povertà e Risorse 2021” a cura della Caritas diocesana. La presentazione è in programma alle 20.30 alla Sala “Fellini” in piazza Santa Maria Foris Portam 2. Interverranno monsignor Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana, don Marco Ferrini direttore Caritas, don Emanuele Casadio vicedirettore Caritas, Davide Agresti assessore a welfare, Europa e smart city, Antonella Caranese, dirigente del Settore Servizi alla Comunità della Romagna Faentina, e operatori e volontari Caritas.