FEM NEWS – LA FINESTRA FEMMINISTA / Tra le mille voci del popolo della pace a Roma, quella delle donne è essenziale per parlare di nonviolenza foto

Più informazioni su

“Le donne hanno buona memoria. Fuori la guerra dalla storia”. È uno degli slogan più ripetuti dalle femministe in corteo il 5 novembre a Roma alla grande e magnifica manifestazione per la pace, organizzata dalla rete “Europe for Peace” per il cessate il fuoco e i negoziati di Pace. Nolite c’era, ha gridato parole contro tutte le guerre, ha sfilato con gioia nello spezzone femminista della rete delle Case e dei luoghi delle donne, coordinato dalla Casa internazionale delle donne di Roma. Tra le mille voci del popolo della pace del corteo, quella delle donne è essenziale perchè è l’unica che rivela a tuttie la radice patriarcale della guerra, la storia della virilità guerriera che ha governato da sola il mondo per millenni, una storia segnata dal rapporto di potere tra il sesso dominante e quello dominato.

Nolite ne ha riassunto il senso in un cartello “Disertare la guerra. Rovesciare il patriarcato”. Uno dei tanti cartelli e striscioni portati dallo spezzone femminista in testa al corteo, con tante donne vestite di nero con una sciarpa bianca, come simbolo di lutto per le vittime di tutte le guerre, come simbolo di lotta e sorellanza con le donne che si oppongono con coraggio alla logica della guerra e alla violenza della repressione che spesso si accanisce sui loro corpi: iraniane, afghane, curde, palestinesi, ucraine, russe e di molti luoghi e paesi difficili.

Nolite ha sfilato in prima fila con le donne iraniane che vivono nel nostro paese e portano un prezioso contributo alla lotta delle loro sorelle e di tutto il popolo iraniano contro la feroce dittatura in Iran. Una rivolta che non si ferma, come ha testimoniato dal palco la giovane Vaği Husseini che al grido di “Donna vita libertà” ha chiesto a nome della comunità iraniana della dispora che l’ONU e il Consiglio per i diritti umani intervengano per fare in modo che la Repubblica islamica renda conto delle sue responsabilità nella feroce repressione della rivolta pacifica della popolazione.

Pace

Nolite ha risposto fin dall’inizio alla chiamata della coalizione Europe for Peace, lanciata da oltre 600 associazioni italiane e ha manifestato, come in tante città, in aprile e in ottobre per la fine della guerra in Ucraina e l’avvio di un negoziato internazionale. Perciò è stata una grande gioia ritrovarsi fra le oltre 100 mila persone arrivate a Roma da tutta Italia per chiedere che la diplomazia sostituisca  l’escalation militare, per chiedere uno stop alla corsa al riarmo globale e la messa al bando di tutte le armi nucleari, per portare solidarietà. Questo conferma quello che Nolite ha sempre saputo e già scritto, cioè che la maggioranza dell’opinione pubblica italiana è contro ogni coinvolgimento militare dell’Italia ed è anche contro l’invio di armi all’Ucraina, ma non trova rappresentanza politica né mediatica, alterata da retorica e propaganda.

E ha fatto bene Raffaella Bolini di ARCI dal palco a rivolgersi ai/alle giovani per dire: “Imparate a memoria il Diritto internazionale che è il prodotto del lungo percorso umano per civilizzare e risolvere i conflitti. Il Diritto internazionale dà forza ai deboli, a chi non ha potere. Per l’art. 51 della Carta dell’ONU i paesi invasi hanno diritto all’autodifesa e la comunità internazionale ha il dovere di ristabilire la pace, non di partecipare alla guerra, non di farla proseguire, non di armarla”. Nolite aggiunge che dovrebbero impararlo a memoria e farlo prima di tutto governanti e politici perchè è loro responsabilità.

“La pace non si fa sventolando le bandiere arcobaleno” ha detto la Premier Meloni. E invece si fa anche così, perchè le manifestazioni come quella del 5 novembre servono per condividere un percorso, far circolare le idee, ascoltare le voci del vasto mondo associativo, fare comunità, educare le giovani generazioni, rendere visibile un’opinione pubblica silenziata. Servono soprattutto per ribadire una cosa che dovrebbe essere ovvia, cioè che la pace non si fa con le armi. Infatti molti cartelli e molti interventi dal palco erano focalizzati sulla necessità di ridurre e non aumentare la spesa militare. Nolite ha gridato con le femministe “Scuole, sanità, servizi sociali. No spese militari”.

Sì, perchè l’antitesi alla guerra e al militarismo è la parola “cura”, cura delle persone, dei viventi, del pianeta. La lezione della pandemia ci ha mostrato cosa serve davvero al pianeta e alle persone. Non la sicurezza armata, ma la sicurezza disarmante della cura della vita, perchè la vera sicurezza è quella comune, interdipendente, sociale, ecologica e pacifica. E questo cambiamento vitale può venire solo dalla forza e dal coraggio delle donne e di quei giovani che scelgono di seguirle. Non è facile avere notizie certe di ciò che avviene nei paesi in guerra, ma Nolite si affida alle fonti delle reti femministe e riconosce in questo momento e in particolare la resistenza e il rifiuto della guerra delle donne russe.

Da mesi la protesta è fortemente femminile, creativa e coordinata, con modalità sempre diverse per cercare si sottrarsi agli arresti e alla repressione feroce di ogni forma di dissenso. Finestre, balconi, abiti e zaini, vie principali delle città, stazioni della metropolitana, teatri, palazzi governativi, monumenti sono i luoghi russi nei quali improvvisamente compaiono cartelli e striscioni contro la guerra spesso con messaggi in codice.

Ma da settembre è molto aumentata la resistenza delle donne e dei giovani contro la mobilitazione obbligatoria per andare a combattere in Ucraina. La protesta è fatta di azioni di strada, sabotaggio e incendi dei centri di reclutamento, controinformazione, sostegno ai familiari delle vittime e degli arrestati. E perfino danze, come quelle delle donne di Jakutsk, città della Siberia, che durante un arruolamento forzato, hanno circondato gli agenti ballando in cerchio una danza tradizionale gridando “No alla guerra, no al genocidio” e costringendo i poliziotti ad andarsene. Sì, genocidio. Infatti gli arruolamenti forzati avvengono in maggioranza e con più violenza nelle regioni periferiche e orientali della Russia, abitate da popolazioni non slave. Qui interi villaggi sono stati svuotati, non resta un solo uomo, centinaia di donne si sono opposte e sono state arrestate e punite.

Ma quanto è monotona la guerra patriarcale? Ogni volta deve riaffermare con la violenza tutti i suoi confini, non solo quelli territoriali, ma anche mentali, simbolici, di genere e di etnia. Lidia Menapace ce l’ha insegnato “La violenza è monotona, la nonviolenza è creativa e sorprendente”.

FemNews di Nolite

Ogni settimana si apre una finestra femminista su RavennaNotizie, dalla quale ogni settimana si respira aria pungente, si espongono germogli al sole, si stende la biancheria profumata al sapone di Marsiglia, si appendono lunghe trecce di aglio e peperoncino, ci si rilassa con un bicchiere di vino e l’ultima sigaretta, si parla con il vicinato, si accarezzano felini senza nome cantando Moon river, si guarda oltre con occhiali di genere. Nasce così una rubrica autonoma rispetto alla testata che gentilmente la ospita, pluralista, apartitica, decisamente femminista, che cerca di trovare il modo di agire per trasformare il mondo. Fem News ha una firma collettiva NOLITE – imperativo negativo latino omaggio alla condivisa cultura umanistica, alla passione politica, alla compulsione alla lettura, alla madre Atwood (Nolite te bastardes carborundorum, Non consentire che i bastardi ti annientino), alla lotta ancillare per dire no al pensiero dominante patriarcale, coloniale e specista.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RavennaNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Scritto da Cino

    Un minimo di logica dice che non si può incoraggiare la prepotenza di Putin lasciandogli l’Ucraina nelle mani e anche voi sarete certamente d’accordo. Ma allora ci dica Nolite: cosa proponete quando chiedete di non armare l’Ucraina?

  2. Scritto da PAOLO79A

    X CINO
    … non lo so, sebbene i principi fondamentali di questa associazione siano condivisibili, in ogni articolo, leggo tra le righe concetti a volte esasperati a volte pretenziosi e, come in questo caso puerili (pace, bene, amore ecc.) senza una concreta idea sul campo…
    … poi il Direttore mi “cicchetterà” come le altre volte, ma credo che questa testata possa avere per la sua rubrica fonti “migliori”.