Inaugurato l’Emporio della Caritas a Ravenna: il più grande in regione. Povertà in aumento: distribuiti 30% dei pacchi viveri in più rispetto al 2021 fotogallery video

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“Un luogo offerto alla città, un “regalo di Natale” fatto alla comunità ravennate, dove superare la logica assistenzialistica del pacco viveri, per restituire dignità ai bisognosi, senza distinzione di razza, credo o appartenenza politica” Queste le parole che don Alain Gonzalez Valdès, direttore della Caritas ravennate ha usato per definire il nuovo emporio della carità, inaugurato questa mattina, in via Narsete a Ravenna. Presenti il presidente della Cei, cardinal Matteo Maria Zuppi, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, il prefetto Castrese De Rosa e il sindaco Michele de Pascale.

Emporio della Carità Caritas di via Narsete a Ravenna

Si tratta di un progetto nato nel 2015 per dare spazio all’attenzione ai poveri e che oggi si è concretizzato grazie ad un investimento di 1,3 milioni di euro da parte della Diocesi, con fondi 8 per mille, e grazie ad un contributo straordinario della Cei di 500mila euro.

È il più grande di quelli diocesani o nati in ambito ecclesiale della regione. È stato intitolato a don Angelo Lolli, “gigante della carità ravennate” e fondatore dell’Opera Santa Teresa, per il quale è stato avviato il processo per la causa di beatificazione.

LA STRUTTURA

Il nuovo emporio si estende su una superficie complessiva di 1.800 metri quadrati, di cui 950 dedicati a depositi e magazzino, 530 all’area del “market” dove le persone potranno scegliere i prodotti di cui hanno bisogno e altri 320 per uffici e aree formative. Sugli scaffali non ci saranno prezzi ma punti e le persone avranno a disposizione una card mensile con un certo numero di punti da spendere nei prodotti.

Accanto a quest’area, c’è uno spazio altrettanto grande, destinato a riunire vari “mercatini” di abiti e di mobili, che fanno sempre riferimento al mondo Caritas. Qui si potranno prendere mobili a offerta libera e il ricavato andrà alla Caritas. Ma soprattutto potrà essere una “palestra di autonomia” per i beneficiari. Oltre a questi spazi aperti al pubblico, c’è un grande magazzino, agibile a muletti e altri supporti meccanizzati, che farà da punto di riferimento anche per le necessità delle Caritas Parrocchiali e un deposito di mobili al piano interrato. Grazie alla rampa d’ingresso dipinta di “rosso Caritas”, l’emporio è un luogo completamente accessibile.

Saranno almeno 30 i volontari che vi lavoreranno, alcuni dei quali “nuovi”, attirati proprio dalla possibilità di aiutare in questo nuovo progetto.

Si stima che ogni mese vi arriveranno qualcosa come 200 quintali di cibo, la metà dei quali dal Banco alimentare e l’altra metà da una piattaforma regionale delle eccedenze di cui il nuovo emporio sarà un hub sul territorio e dalle reti informali che donano alla Caritas.

Ci lavoreranno stabilmente 2 persone.

LA DISTRIBUZIONE

Dopo l’inaugurazione di questa mattina, la data prevista per l’apertura al pubblico è il 9 gennaio. A regime, l’emporio sarà aperto almeno quattro giorni a settimana, con una decina di volontari impegnati ogni giorno nella distribuzione e nella gestione.

POVERTÀ IN AUMENTO

Secondo i dati del Dossier Caritas, nei primi 9 mesi del 2022 si sono rivolti al centro d’ascolto della Caritas diocesana 2.331 persone, con un ulteriore aumento rispetto allo stesso periodo del 2021, quando gli utenti erano stati 2.136. Nei primi 6 mesi di quest’anno, il centro d’ascolto ha accolto 199 nuovi nuclei in difficoltà, mentre erano 91 alla stessa data del 2021. E sono stati 13.876 i pacchi viveri distribuiti nella prima parte dell’anno. Un aumento stimato del 30% rispetto ad un anno già in emergenza come quello passato.

LE DICHIARAZIONI

Don Alain Gonzalez Valdès: “Sarà un luogo dove ci sarà la possibilità di condividere ciò che non viene più usato nelle famiglie, mobili, indumenti e altro, secondo la logica del riuso. Uno spazio di incontro ed educazione per i poveri, che vogliamo protagonisti del cambiamento. I laboratori e le altre iniziative ci aiuteranno ad uscire dalla logica del paternalismo assistenzialista per passare a quella del protagonismo attivo. Sarà anche un luogo al servizio delle scuole e dei giovani per educare le nuove generazioni alla solidarietà, al prendersi cura, per evitare che la logica dell’individualismo prenda il sopravvento e così l’umanità diventi più povera davvero, perché la povertà più grande è la mancanza di compassione e l’assenza di condivisione”.

Poi Valdès ha ringraziato la vice responsabile della Caritas, Daniela Biondi, i collaboratori e i volontari, amici della Caritas: “senza di voi niente di tutto questo sarebbe stato possibile”. E la CEI rappresentata dal Cardinal Zuppi: “Senza il contributo economico dei vescovi italiani, quest’opera non si sarebbe potuta realizzare. Ci avete permesso di realizzare un sogno che non è per noi ma per tutta la comunità”.

Mons. Lorenzo Ghizzoni: “Grazie a tutti quelli che lavorano stabilmente nella Caritas e a tutti i volontari. Quest’emporio rappresenta un salto di qualità nel servizio ai poveri antichi e nuovi del territorio. Si concentreranno qui alcuni servizi che sono sparsi per la città e che sono stati portati avanti con generosità e impegno, ma anche in modo familiare, artigianale. Qui abbiamo degli spazi che permettono più puntualità e sicurezza ai servizi portati avanti. Restano comunque attivi tutti i Centri di Ascolto, da quello vicino alla Cattedrale fino a quelli sparsi nel territorio: la realtà caritativa della parrocchia di San Rocco, fondata da Don Ugo, l’Opera di Santa Teresa, legata a doppio filo alla Caritas diocesana. Lì, c’è la nuova casa della carità, dedicata a San Giuseppe, una mensa che per ora è domenicale ed estiva, ma sarà rinnovata con una nuova cucina e il servizio docce e guardaroba che si amplierà, forse raddoppierà presto la sua capienza. Le richieste stanno aumentando, la povertà non diminuisce, soprattutto dopo le crisi degli ultimi due o tre anni, a partire dalla pandemia, fino ad arrivare alla guerra. Anche le famiglie che vivevano al limite, ora stanno andando sotto la soglia della povertà e chiedono vari tipi di aiuti”.

Il sindaco Michele de Pascale: “È un’iniziativa importante per la città, ringrazio a nome di Ravenna tutti coloro che l’hanno reso possibile. Purtroppo la pandemia ha aumentato a dismisura le difficoltà che le famiglie si trovano costrette ad affrontare. Qui c’è un rinnovamento radicale delle modalità con cui si aiuta chi si trova in difficoltà, nel rispetto della dignità. Attorno a noi vive una cultura della colpevolizzazione della povertà, che trova origine nel pensiero del successo esasperato. Ognuno vive invece la propria vita a volte facendo scelte giuste, a volte no, nella vita si cade e tutti abbiamo bisogno di una mano per rialzarci e non c’è nulla di peggio del sentimento livoroso rivolto verso chi si trova in difficoltà.”

Il prefetto Castrese De Rosa: “Quello che mi ha subito colpito di Ravenna è la sua ricca rete di volontariato, che ha permesso tutto questo. Grazie”.

Il cardinal Matteo Maria Zuppi: “Non son certo venuto a controllare, quanto piuttosto a ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo emporio, che è la manifestazione concreta della gratuità questo è il sentimento che dovrebbe stare alla base del nostro agire per gli altri. Dalle tempeste si può uscire solo insieme, con spirito di gratuita carità, senza paternalismo, che toglie dignità e a volte porta a rinunciare all’aiuto, fino a che la situazione è talmente grave che è difficile rimediare”.

 

 

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