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La lettera: “I cittadini vogliono essere curati dai medici, non dagli infermieri”

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Un cittadino, non proprio sprovveduto, dice la sua.
Questi non solo deve, ma vuole essere curato da medici, i quali, per le terapie da somministrare ai pazienti possono avvalersi e sono coadiuvati da personale Infermieristico.
Infermieri che non devono avere titolo per indicare/assegnare Codici di Ingresso al Triage.
La Salute non deve essere sottoposta a queste “amenità”.
La Sanità sta male, è  vero, ma le “cure” proposte per risparmiare vil denaro,  con queste trovate estemporanee, la accompagnano al cimitero.

Luigi Misuraca

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Commenti

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  1. Scritto da roby

    Forse il cittadino “non proprio sprovveduto” ignora che, nella legislazione italiana, il Triage è definito fin dal 1996, in particolare tramite l’attuazione del decreto n. 76/1992 e, proprio questo decreto, affida agli infermieri il ruolo di triagisti
    forse il signor Misuraca non sarà sprovveduto, ma sicuramente ignora un bel po’ di cose!!!!!!!

  2. Scritto da Ildelfino

    Nell’articolo pubblicato ieri su questa testata il riferimento era esclusivamente indirizzato ad attuare un ambulatorio di primo pronto soccorso gestito esclusivamente da personale infermieristico e NON all’accettazione del paziente che si reca in PS tramite il primo punto di incontro che è il triage che tutt’ora e già in funzione come si conosce bene. Questa osservazione oltre a sottolineare il grave problema presente da anni nei pronti soccorsi dovrebbe servire a migliorare le prestazioni che ogni utente ha diritto di avere oltre a mantenere una sicurezza corrisposta all’utenza e anche agli operatori in questo caso infermieri che oltre ad essere mal pagati sono richiamati a svolgere mansioni che non gli competono, in quanto addetti all’assistenza del paziente , e non ad una diagnosi. Concludendo smettiamo di fare polemiche sterili fini a se stesse e giocare con le parole, cerchiamo di migliorare il nostro sistema sanitario che sta andando allo sfascio, e ogni uno stia al suo posto, perché succede a chiunque di avere bisogno di prestazioni e trovare le persone giuste al suo posto fa solo piacere.

  3. Scritto da Anna

    Quante regole, quanti provvedimenti legislativi servono solo a legalizzare le carenze, i ricchi sono tutti nelle cliniche private, e gli altri pazienti in strutture pubbliche gestite da decreti, complimenti!

  4. Scritto da Gabriele,UN INFERMIERE.

    Vorrei ricordare al Sig. Delfino che gli infermieri, a cui affidano molto di più che un n ambulatorio, ma interi reparti nei turni notturni senza personale medico per esempio,fanno diagnosi tutti i giorni. Perché una diagnosi non si fa solo con il fonendo scopio dicendo trentatré, e con l’altisonanza del camice bianco. Ogni giorno infermieri in ospedale e sul territorio decidono se un ritmo cardiaco al monitor può essere patologico,se un respiro deve restare sospetti, se qualsiasi altro sintomo o segno può essere meritevole di attenzione. Gli infermieri lo fanno perché studiano, si aggiornano, e non perché si prendono competenze altrui. In tutto il mondo infermieri ed ostetriche prescrivono farmaci, che somministrano in autonomia, dirigono vere e proprie strutture sanitarie. Ambulatorio infermieristico in PS? Sarebbe una svolta per il cittadino…anche se non la capisce.

  5. Scritto da Anna M

    @infermiere: senza alcuna ironia,mi creda, ma allora perchè non equiparano laurea infermieristica a quella di medicina???

  6. Scritto da lorenzo

    caro infermiere,il fatto che svolgiate compiti che la legge non vi assegna, non significa che siate autorizzati a farlo, lo fate, a vostro rischio e pericolo, solo perchè mancano i medici, e anche perchè una parte di questi, per vari interessi, ha abdicato una funzione propria. Tanto per chiarire le idee, i medici fanno diagnosi e terapie, gli infermieri no, punto. E questo perchè, un medico fa un percorso di studi, l’infermiere un’altro, anche se la materia è la stessa. Anche il geometra si occupa di costruzioni, ma non può fare ciò che fa un ingegnere, che piaccia o no.Sinceramente poi, ciò che succede nel resto del mondo non mi interessa, anche perchè i titoli stranieri presuppongono una formazione differente. Io sono sicuramente un cittadino sprovveduto e non sono infermiere, ma nella mia esperienza di dirigente e capo del personale di diverse ausl fra emilia romagna, lombardia e lazio, devo dire che certe iniziative le ho trovate solo in questa AUSL.