Carlo Calenda a Ravenna: Azione va avanti anche senza unione con Renzi, e in campo energetico punta a un mix che comprende il nucleare fotogallery

Più informazioni su

Erano in duecento, forse più, quelli convenuti per ascoltare Carlo Calenda al Mercato Coperto di Ravenna ieri 17 aprile. E per un incontro politico di questi tempi non è poco. Il tema era quello dell’energia, Ravenna capitale dell’energia il titolo. Ma molta curiosità circondava questo appuntamento per via delle aspre polemiche dei giorni appena trascorsi che – fra contumelie e recriminazioni reciproche – avevano mandato in frantumi il progetto del partito unico del Terzo Polo, con la fusione mancata fra Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda.

Che cosa avrebbe detto Calenda? Ne avrebbe parlato o avrebbe glissato, rimanendo strettamente ancorato al tema della serata? Queste le domande sospese. Calenda come di consueto non si è tirato indietro e con voce ferma, appassionata ma con pacatezza e senza nominare mai Renzi, ha risposto nel merito. Lo ha fatto alla fine del suo intervento sull’energia. “Ho lavorato fin dall’inizio per il partito unico, non ho fatto altro. – ha detto – A un certo punto però è diventato chiaro che dall’altra parte questa cosa non la volevano fare.”

Calenda ha ricordato ancora una volta che Azione è per la serietà, la coerenza, la responsabilità dei contenuti ma anche dei comportamenti: “Non ci può essere una cosa senza l’altra.” Poi ha aggiunto: “Ognuno ha il diritto di cambiare idea. Gli riconosciamo quel diritto. Ma nessuno ha il diritto di buttarla in caciara e dire che è colpa di qualcun altro.” Insomma, ognuno si assuma le proprie responsabilità.

Tramontata l’ipotesi del partito unico, che cosa farà Azione adesso? “Continueremo a lavorare sui contenuti con serietà e a collaborare a partire dai contenuti con chi vuole fare delle cose serie insieme a noi. – ha precisato Calenda – Quindi avanti sui contenuti, avanti con la stessa serietà di sempre e con l’assoluta responsabilità dei comportamenti.” E poi una sviolinata al Sindaco di Ravenna Michele de Pascale che, sull’energia ma non solo, Calenda sente vicino alle proprie posizioni, tanto da lanciargli una battuta. “Il Sindaco de Pascale milita temporaneamente in un partito diverso dal nostro ma non è di sinistra” ha detto ridendo e precisando che era una battuta, temendo che qualcuno prendesse la cosa alla lettera.

In apertura di incontro ha parlato Filippo Govoni segretario provinciale di Azione che ha ricordato come – malgrado la mancata fusione fra Azione e Italia Viva – la federazione fra i due partiti continuerà a lavorare sul nostro territorio sui tanti temi condivisi, in particolare in vista delle amministrative del 2024. Per Govoni, Azione deve essere la casa comune delle anime popolare e repubblicana della politica ravennate, oggi divise e poco incisive.

Calenda ha allargato il campo facendo un elenco di “ismi”: il popolarismo e il riformismo di sinistra, il liberalismo e naturalmente il mazzinianesimo, “perché io sono repubblicano” ha detto a un certo punto strappando l’applauso. L’unico “ismo” che combatte con tutte le forze è il populismo, che secondo lui è all’origine di gran parte dei mali italiani. Con un imputato dichiarato: i Cinque Stelle.

Tornando al tema della serata – il ruolo strategico di Ravenna nel processo di transizione energetica nazionale – nel merito hanno parlato nell’ordine il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale, Giuseppe Zollino Responsabile Energia e Ambiente di Azione, la consigliera regionale di Azione Giulia Pigoni e infine lo stesso Calenda. Il Sindaco ha difeso con orgoglio tutte le scelte fatte a Ravenna in questo campo, a partire dal rigassificatore per finire al parco eolico e all’impianto di cattura di CO2.

Azione, per bocca di Zollino e Calenda, in particolare insiste sul fatto che la transizione energetica italiana ha bisogno del nucleare, perchè solo con una quota di nucleare si potranno raggiungere gli obiettivi previsti nei prossimi anni di abbattere e poi eliminare le emissioni di anidride carbonica. Quindi la ricetta che propone Azione è un mix di rinnovabili che comprende anche il nucleare. E tanto per chiarire una volta di più il suo pensiero, Calenda ha ricordato che il prozio paterno era Felice Ippolito, uno dei promotori dello sviluppo dell’industria nucleare italiana, mentre il referendum che bocciò il nucleare in Italia fu secondo la sua opinione il primo atto di populismo italiano. Cui ne sarebbero seguiti molti altri.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RavennaNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Scritto da Salvo

    Suggerite a Calenda di proporre una centrale nucleare a Ravenna, tanto qui dicono si a tutto.

  2. Scritto da nautilus

    Il nucleare “pulito”, quello cioè derivante da fusione anziché fissione nucleare, non è ancora una realtà ma potrebbe diventarla presto. Forse prima che il progetto AGNES possa dirsi operativo. E’ un’opportunità che non va tralasciata (magari mettendo da parte le spiritosaggini del saputello di turno).

  3. Scritto da Ma va la

    Ed eccolo bello come il sole dopo una figuraccia epocale un connubio disastroso ed aver causato un evidente danno al PD uscirsene con il Nucleare….Certo che bisognerebbe sentire l’altro incontro sulla transizione energetica a Ravenna e non certo un tuttologo politico. TUTTI VOGLIONO ABBANDONARE IL NUCLEARE, solo il povero calenda (insieme a Salvini e Meloni..poveretti) caldeggiano ancora uno sperpero miliardario del genere. Attualmente le alternative sono ben altre sopratutto in un Paese dove il sole è quasi sempre presente. Invece di sparare sarebbe meglio lottasse perche ci sia un PIANO energetico percorribile ed immediato. Energia solare, eolica, geotermica poco sfruttata e lottare perchè il pnnr venga speso per rinnovare le case e palazzi come vuole la UE. Si rilegga i rapporti su tempi/rischi/ritornoeconomico/impatto di una Centrale atomica. Dopo capirà perchè non le rifà quasi nessuno. Il futuro è oltre e Calenda/Renzi/Salvini manco lo sanno

  4. Scritto da Ghino di Tacco

    Condivisibile quanto detto da Calenda , se una cosa e’ necessaria per la sicurezza nazionale si deve fare punto e a capo . Questo vale anche per il desalinizzatore ,si deve fare e’sicurezza anche quella .

  5. Scritto da Eugenio Costa

    A Calenda, ovviamente, nessuno ha ricordato che Ravenna avrebbe avuto l’opportunità di avere un rigassificatore già dal 2008, quando l’allora amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni offri’ a Ravenna un rigassificatore a patto di vedere un po’ di entusiasmo in questa proposta. L’entusiasmo dell’allora sindaco Fabrizio Matteucci fu sotto zero e, con il rigassificatore, Ravenna perse anche l’opportunità irripetibile di garantirsi l’entrata nelle casse comunali, ogni anno, di una cifra pazzesca pari a OTTANTA MILIONI DI EURO, derivanti dalle royalties Eni.
    Il sindaco De Pascale si gloria della sua decisione ( e di quella di Bonaccini) di ospitare a Ravenna un rigassificatore, e magari anche quello che arriverà da Piombino fra qualche anno; sarebbe bene che si ricordasse, in quanto sindaco PD, come il suo predecessore, dell’errore catastrofico che il PD fece nel 2008, assieme al PRI, quando respinse l’offerta di Scaroni.
    Se Calenda fosse stato informato di quanto sopra, forse, i complimenti a De Pascale sarebbero stati “più tiepidi”.

  6. Scritto da Gian Luca

    non sono bastati due referendum contro il nucleare, siamo ancora a proporre il nucleare? come se l’italia fosse un paese ricco di uranio, mentre invece dovremmo comprarlo e sapete da chi? dalla Russia…
    lasciamo perdere il nucleare e procediamo spediti verso le rinnovabili, visto i progetti che ci sono e che provengono proprio da Ravenna…

  7. Scritto da stanco

    Il nucleare è necessario. Un’energia straordinaria da fissione, oggi decisamente più conosciuta e gestibile.

  8. Scritto da Federico

    Vedo molta gente positiva verso il nucleare. Posto che non sono contrario al nucleare come tecnologia, va ricordato che la nuova generazione sarà commercializzabile (secondo stime Aiea) nel 2030 e, per costruire una centrale, si parla di 84-90 mesi di lavoro (7-7,5 anni).
    Teniamo anche presente che al momento le competenze sul nucleare in Italia sono poche, essendo una tecnologia non diffusa, e che i costi sono stimati attorno ai 3 e i 3,5 miliardi di euro per una centrale da 1.700- 1800 MW (circa 2000 €/kWh).
    Nella situazione italiana, con quelle cifre possiamo ottenere molta più energia ed accumulo dalle tecnologie rinnovabili, sulle quali abbiamo molte competenze in più.