Ravenna. Morto Decimo Triossi ex presidente della Provincia. Il cordoglio del sindaco Michele de Pascale

Si è spento all’età di 93 anni Decimo Triossi, ex presidente della Provincia di Ravenna ed assessore regionale, oltre che storico dirigente comunista in ambito provinciale e nazionale.

Dalle 14.30 di domani, venerdì 21 aprile, nel palazzo della Provincia di Ravenna sarà allestita la camera ardente, aperta a tutti coloro che vorranno portare l’ultimo saluto a Decimo Triossi. Nella giornata di domani la camera ardente sarà aperta fino alle 18.30. Verrà riaperta sabato 22 dalle 8 alle 17. I funerali si svolgeranno sabato, con partenza alle 17.20 dal palazzo della Provincia verso il cimitero di Ravenna.

Il Sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, ha espresso così il suo cordoglio: “Apprendo con grande dolore della morte di Decimo Triossi a cui mi legava un rapporto di grande affetto e profonda stima. Impegnato da giovanissimo nella Resistenza, dirigente provinciale e nazionale della Federazione giovanile comunista, uomo delle istituzioni Decimo Triossi ha ricoperto il ruolo di presidente della Provincia di Ravenna e di assessore regionale – impegnato nella cooperazione, ha tracciato il percorso di crescita della storia della sinistra nel nostro territorio, incarnando i valori che hanno reso la nostra comunità prospera, moderna e umanamente più ricca.”

“Ha trascorso l’ultima parte della sua vita dedicandosi alla cura e alla trasmissione della memoria come presidente dell’Istituto storico e dirigente Anpi. Lo ricordo emozionato e felice lo scorso luglio in occasione della visita del presidente Mattarella per il centenario dell’assalto fascista alla Federazione delle cooperative, a cui aveva voluto partecipare nonostante i suoi problemi di salute. Decimo continuerà a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per la generazione degli amministratori di questo territorio, a cui ha saputo consegnare saperi e valori che ci guidano quotidianamente e ci aiutano ad affrontare le sfide contemporanee. Alla sua famiglia e ai suoi cari giungano le mie più sincere condoglianze” ha concludo il Sindaco.

Il cordoglio del segretario provinciale del PD Alessandro Barattoni

“Ho appreso la notizia della scomparsa di Decimo Triossi. Ci lascia uno degli ultimi testimoni della Resistenza, che con le sue azioni e il suo impegno ha contribuito alla libertà del nostro Paese. Ci mancherà quest’uomo coraggioso, animato da un grande bene per la nostra comunità che ha guidato come segretario della FGCI negli anni 50, come presidente della Provincia e poi assessore regionale. Con la sua passione e la sua lucidità è sempre stato per me un punto di riferimento fondamentale con cui confrontarmi sui cambiamenti politici, sull’antifascismo e sulla sinistra; le nostre conversazioni erano sempre stimolanti e costruttive. Alla sua famiglia, alla sua cara moglie Lubiana, faccio le più sincere condoglianze, mie personali e di tutto il Partito Democratico. Decimo è stato per tutti noi una guida, gli saremo eternamente grati.” Così Alessandro Barattoni segretario provinciale del PD.

Il cordoglio del senatore Vasco Errani, Articolo 1 di Ravenna

“Un grande uomo politico, onesto, intelligente, e un ottimo uomo di governo”. Così Vasco Errani, già Presidente della Regione e Senatore.

Il cordoglio di Legacoop e Federcoop Romagna

Legacoop e Federcoop Romagna si associano al dolore della famiglia e della comunità per la scomparsa di Decimo Triossi, personalità fondamentale nella storia di Ravenna e dell’Emilia-Romagna dal dopoguerra ad oggi.

“Decimo è stato innanzitutto un uomo della Resistenza, quindi delle istituzioni – sottolineano Mario Mazzotti e Lorenzo Cottignoli -: ma noi vorremmo ricordarlo anche come grande cooperatore. A metà degli anni Sessanta fu presidente della Federazione delle Cooperative di Ravenna, in un momento molto delicato a livello sia economico che politico: fu lui a traghettare la cooperazione in una importantissima fase di riforma.
Decimo aveva l’imprinting del cooperatore, fin dall’inizio della sua vita politica e istituzionale: un imprinting che lo ha l’accompagnato in tutte le esperienze successive e gli ha consentito, anche nei vari ruoli di rappresentanza pubblica – da Presidente della Provincia in momento di grande scontro politico, e poi anche nel suo impegno di Regione – di mettere sempre a valore il rapporto con il territorio. E’ stato un dirigente di grande equilibrio e si è sempre fatto voler bene da tutti, pur nella sua schiettezza da vero combattente. Con lui perdiamo un esempio importante, un vero pezzo di storia del nostro territorio”.

Il cordoglio di Ivan Simonini

“Mi piace ricordare, di Decimo Triossi, soprattutto lo smagliante sorriso che non negava a nessuno e che trasmetteva a chi lo circondava una luce gioiosa che gli veniva dall’anima. L’ho sempre considerato un comunista saggio e illuminato, anche quando – come nel ’68 – mi diceva francamente dove non era d’accordo con me. Nel suo percorso di capo politico ha sempre favorito i più giovani, forse sempre memore di quei capi partigiani che gli avevano permesso di fare la staffetta della Resistenza a soli 14 anni. Potevi stare certo, di lui politico, che se diceva una cosa, era quella”.

“Ciononostante non aveva un approccio dogmatico ai problemi. Ricordo che nel 2014 quando le Edizioni del Girasole pubblicarono il volume bilingue “Mari e cieli di Balbo” sull’epica impresa della trasvolata atlantica del 1933, Paolo Mieli, Autore della postfazione, al momento di inviarmene il testo, mi disse di sottoporlo, prima di pubblicarlo, a qualche storico dirigente dell’ex Partito Comunista (Balbo era anche quello che aveva messo a ferro e fuoco Ravenna nel 1921 e nel 1922) che fosse ancora lucido di testa. Non ebbi dubbi e portai la postfazione di Mieli a Decimo (allora Dirigente ANPI) il quale volle vedere tutto l’impaginato del libro e, dopo una decina di giorni, mi scrisse che si era divertito molto a leggerlo e aggiunse poche osservazioni critiche che poi Mieli accolse nel suo testo definitivo. Decimo non volle essere ringraziato ufficialmente nel libro giacché “c’è sempre qualcuno che storce il naso anche quando non è il caso”.

“Quando nel 2021, ho curato, con Flavio Cassani, le 400 pagine de “Il Partito Comunista della provincia di Ravenna” nel Centenario della nascita (1921-2021). Oltre agli archivi pubblici, essendo ormai disperso in mille rivoli l’archivio del partito, utilizzammo fotografie e documenti di una trentina di archivi privati: quelli decisamente più ricchi si sono rivelati quello romano di Luigi Martini e quello portofuorense di Decimo Triossi che ci permise di utilizzare alcune decine di immagini. Era così contento di quel libro che volle essere presente – assieme all’amatissima moglie e compagna Lubiana Zabberoni – alla prima presentazione pubblica nella Casa del Popolo della sua Porto Fuori, nonostante la sua salute di ultranovantenne fosse già precaria”.

25 aprile 1950. Piazza del Popolo, Decimo Triossi con il nipote Luciano e la bandiera rossa della FGCI
25 aprile 1950. Piazza del Popolo, Decimo Triossi con il nipote Luciano e la bandiera rossa della FGCI.
Gennaio 1971. 50° del PCI. Decimo Triossi e Osvaldo Martini (a sinistra) e Gerardo Chiaromonte (a destra) festeggiano Maria Bassi da Solarolo, fondatrice del partito nel 1921
Gennaio 1971. 50° del PCI. Decimo Triossi e Osvaldo Martini (a sinistra) e Gerardo Chiaromonte (a destra) festeggiano Maria Bassi da Solarolo, fondatrice del partito nel 1921
1973. Nguyen Thi Binh, firmataria a Parigi degli accordi di pace come rappresentante del Vietnam del Nord, è accolta a Ravenna dal Presidente della Provincia Decimo Triossi
1973. Nguyen Thi Binh, firmataria a Parigi degli accordi di pace come rappresentante del Vietnam del Nord, è accolta a Ravenna dal Presidente della Provincia Decimo Triossi con un inchino perfetto, per poi essere accompagnata nella Sala del Consiglio Pro

Il cordoglio dell’Istituto Storico di Ravenna

L’attuale Presidente Guido Ceroni, il direttore Giuseppe Masetti, il Consiglio Direttivo e tutti i collaboratori dell’Istituto Storico della Resistenza in provincia di Ravenna ricordano “con affetto e gratitudine il presidente Decimo Triossi recentemente scomparso. Fu merito suo infatti l’aver ricostituito e rilanciato l’Istituto alla fine degli anni ’90, dopo che il precedente Consorzio di gestione, fra la Provincia e i tre principali comuni, era stato sciolto per effetto della legge Bassanini ed era stato affidato, per una gestione in economia, al solo comune di Alfonsine. Con grande impegno e passione Triossi volle che tutti i 18 comuni del territorio provinciale si facessero carico di sostenere l’Istituto con una quota pro-abitante: una formula virtuosa ed originale che ancora oggi continua a funzionare. Così dal 1998 alla fine del 2007 Triossi ha presieduto l’Istituto, forte del suo passato di amministratore provinciale e regionale, accreditandolo presso tutti gli enti e le fondazioni che potevano concorrere al suo rafforzamento”.

“Era l’uomo che veniva dall’aver vissuto giovanissimo gli epigoni della resistenza, ma che era stato protagonista della vita politica nella ricostruzione civica e nel consolidamento del modello di governo emiliano-romagnolo. Per questo ci teneva molto a che la salvaguardia delle radici e dell’impegno antifascista fosse condiviso dalle amministrazioni locali e dai docenti nelle scuole”.

“Della sua giovane militanza, dei fratelli partigiani e dei famigliari sterminati nell’eccidio di Madonna dell’Albero – aggiunge il direttore Masetti – non parlava mai; era invece molto orgoglioso dell’ostinata tradizione anarchica del padre, e della grande manifestazione di solidarietà operaia che gli amici delle Ville Unite avevano tributato al suo funerale, malgrado i divieti fascisti.”

“Nel corso dei suoi mandati presidenziali all’Istituto Triossi aveva sempre portato all’interno del direttivo figure autorevoli anche di diversa appartenenza politica come Natalino Guerra e Celso Minardi, al fine di condividere nel modo più ampio le scelte, le culture e i programmi che accompagnarono la rinascita dell’Associazione. Dopo un decennio di attività fu lui stesso a chiedere e a programmare il suo avvicendamento, perché – diceva – la passione civile che metteva negli interventi ai quali veniva spesso chiamato, non era più compatibile con la sua cardiopatia. Ha tuttavia continuato a seguire con attenzione l’attività e le pubblicazioni dell’Istituto facendosi ricordare da tutti i collaboratori con grande stima e considerazione”.

Commenti

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  1. Scritto da Andrea Zannini

    Sentite condoglianze.