Lumaca di mare Melibe viridis, nuova specie aliena avvistata e filmata nel mar Adriatico

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L’Adriatico ha un nuovo abitante ma non c’è da rallegrarsene: si tratta della lumaca di mare Melibe viridis, una specie esotica invasiva e quindi potenzialmente pericolosa per la biodiversità locale. Si tratta di una specie un tempo assente nei nostri bacini e che solitamente vive nel Mar Rosso e si trova anche nel Canale del Mozambico, nel Mar Cinese Meridionale, nel Mar delle Andamane e intorno alle Filippine, che sta arrivando da noi, sempre più numerosa. Si tratta di un mollusco nudibranco, paragonato ad un’astronave aliena, una definizione che, paradossalmente, ha un fondamento di verità.

Da un lato dimostra quanto poco sappiamo degli abitanti del mare, se per descriverli dobbiamo ricorrere a Star Trek, e dall’altro questo mollusco è davvero un alieno. Questo nudibranco, noto come Melibe viridis o fimbriata, può essere definito, e a buona ragione, una specie aliena perché la sua distribuzione, prima della sua comparsa in Mediterraneo, comprendeva unicamente l’Oceano Indiano e parte del Pacifico occidentale da cui sembra essere giunta, secondo gli esperti, approfittando delle acque di zavorra di qualche nave, uno dei sistemi di diffusione preferiti dalle specie invasive.

In acque mediterranee, la Melibe è stata segnalata per la prima volta nel 1970 e, da allora, ha lentamente ampliato il suo areale, che oggi abbraccia tutto il Mediterraneo centro-meridionale, dalle regioni del Sud della nostra penisola fino alle coste comprese tra la Tunisia e la Turchia. Oggi, 2 settembre 2024, mai visto niente del genere prima, ne sono state viste e filmate una dozzina anche nell’Adriatico, nel porto di Ljubačke Stanovi, comune di Ražanac, in Croazia, dove queste creature insolite sono state immortalate in un video da un turista.

Melibe viridis è una specie parzialmente trasparente, di colore da verdastro a marrone, lunga fino a 150 millimetri. Ci sono sei o sette branchie su ciascun lato del corpo. Questa struttura funziona come una bocchetta di aspirapolvere e come tale funziona, risucchiando gamberetti e altri piccoli organismi mentre l’animale avanza strisciando sul fondo. Si tratta, dunque, di un predatore che, per di più, non ha nemici perché, in caso di pericolo, può amputarsi i cerata e secernere dalla ferita così prodotta una sostanza mucosa e tossica che scoraggia qualsiasi attacco.

“Forse nel suo ambiente d’origine ha qualche nemico, ma nel nostro Mediterraneo, purtroppo la Melibe non sembra averne e può diventare una specie invasiva” -rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, aggiungendo- “è una specie invasiva in grado di predare attivamente sua invasione silenziosa con effetti, se ce ne saranno, sugli abitanti dei nostri mari, che nessuno sa ancora prevedere. Catturano la preda con un velo che agitano per attraversare il fondo del mare o nuotare. Quando incontra i gamberi, di cui tipicamente si nutre, il velo orale si chiude e la lumaca ingoia la preda catturata”.

L’eradicazione in ambiente marino è difficile, confermano gli esperti, benché non manchino strumenti per una gestione e una mitigazione del fenomeno. “Bisogna partire però da un monitoraggio costante e da una rapida identificazione della specie aliena” -conclude D’Agata- “Mai nella storia della terra questi cambiamenti sono stati così repentini e guidati da una sola specie, in questo caso l’uomo”.

Ed è proprio l’uomo, oggi, chiamato a rimediare.

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