Legambiente su utilizzo di idrogeno blu: “inutile destinare questa risorsa alla linea ferroviaria Ravenna-Firenze”

La proposta circolata verso i Consigli Comunali delle città del percorso ferroviario Ravenna-Firenze, non convince gli ambientalisti. “Una proposta fatta – si legge in una nota di Legambiente Lamone Faenza e Legambiente Ravenna – al solo scopo di annunciazione e che non risponde ad esigenze territoriali. L’idrogeno blu non è rappresentativo di energia green”.

“Se l’idrogeno in ambito trasportistico può rappresentare una valida alternativa all’alimentazione da combustibili fossili, in particolare per i treni a diesel su linee non elettrificate, per questa particolare tratta – secondo Legambiente – sarebbe invece solo a scopo di annuncio. Sta circolando la notizia che ai Consigli Comunali delle città collocate sul percorso della ferrovia Ravenna- Firenze, verrebbe chiesto di approvare un Ordine del Giorno molto articolato “per sostenere l’alimentazione a idrogeno del Treno di Dante sulle ferrovie Faentina e Faenza- Ravenna”, che riprende una lettera dei Sindaci di Firenze e Ravenna per chiedere che in occasione dell’anniversario dantesco venga attivato un servizio di trasporto con un treno unito, alimentato a idrogeno, che colleghi le due città”.

“Aspetteremo allora il treno ad idrogeno per festeggiare il 700esimo anniversario della morte di Dante?”commenta ironicamente l’associazione ambientalista.

Secondo Legambiente, annunciare questa particolare proposta di linea ferroviaria ad idrogeno come iniziativa green è alquanto fuorviante: certamente la combustione dell’idrogeno non genera problemi di emissioni in loto, ma va ricordato che ad oggi questa risorsa è ottenuta per più del 90% da fonti fossili. Non vorremmo che fosse tutto motivato solamente dalle ragioni che vedono in primis il polo industriale ravennate investire su questa risorsa e prevalentemente sull’idrogeno blu, quindi ottenuto da gas metano associato alla tecnologia di stoccaggio del carbonio (CCS)” analizza Legambiente.

Oltretutto, per l’associazione sarebbe uno spreco destinare l’idrogeno a partire da questa tratta ferroviaria (altre tratte, ricordano da Legambiente, sono ad oggi in fase di avvio di sperimentazione e non si nega la necessità di convertire l’attuale parco ferroviario ancora a diesel) quando invece le esigenze sono altre.

Infatti l’associazione ricorda della proposta già avanzata da parte dell’Unione della Romagna Faentina in linea con quanto già annunciato dai Sindaci dell’Unione dei Comuni del Mugello, rispetto la netessità di sviluppare sul territorio una rete metropolitana di superficie: con altre linee di trasporto pubblico locale sull’asse Brisighella – Granarolo, coinvolgendo attivamente imprese e altri attori del territorio. “pertanto, si potrebbero valutare le potenzialità della linea ferroviaria esistente (Firenze – Faenza – Ravenna) nel tratto che interessa il territorio dell’Unione della Romagna Faentina, ampliando e riqualificando l’offerta di servizi nelle fasce orarie sottoutilizzate. Una proposta – aggiungono dall’associazione – che sarebbe quindi funzionale a rispondere ad esigenze già emerse.

“Insomma non ci sono dubbi che la trovata della tratta Ravenna-Firenze sia un’idea idrogenata” solamente dalla voglia di fare annunci eclatanti e sensazionali, senza rispondere all’effettiva esigenza dei territori e né tantomeno a benefici per il clima” conclude Legambiente.

Commenti

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  1. Scritto da Giovanni lo scettico

    “i treni a diesel”… spettacolare!

  2. Scritto da Emanuele

    Io francamente questo articolo non l’ho proprio capito. O chi l’ha scritto non è capace di veicolare in modo semplice e comprensibile una idea, oppure è una bufala. Io opto per la seconda ipotesi. Poi sono sempre disposto a ricredermi… ma sempre che il messaggio sia chiaro.

  3. Scritto da rb

    L’energia elettrica che alimenta le auto, non è forse prodotta da fonti fossili? Quelle, invece, sono ecologiche?
    Non se ne può più di demagogia!

  4. Scritto da Massimo Bolognesi

    Mah… poverello come commento a una proposta, certamente sensazionalistica, che personalmente avrei voluto vedere meglio dettagliata prima di commentarla.
    Il comunicato di stroncatura, invece, non offre nessuna visione urbanistica di potenziamento della domanda sulle linee ferrate, vero nodo del problema della mobilità sostenibile.
    Nessuna visione trasportistica relativa al migliore sfruttamento (potenziando la fruibilità) della linea esistente a vantaggio della popolazione servita, come il potenziamento delle fermate e la creazione di fermate ove assenti, per coniugare una fruizione in veste di metropolitana di fatto di superficie.
    Nessun ragionamento su confronto tra tecnologie (elettrica-diesel-idrogeno) per valutarle alla luce del superamento dei limiti oggettivi delle tratte (pendenze, curvature delle linee, velocità, accelerazioni, finalizzate alla riduzione dei tempi di percorrenza delle tratte).
    Non parliamo delle sfida tecnologica di avviarsi verso la più efficiente forma di produzione dell’idrogeno (reforming dall’acqua) che ha lo svantaggio di essere legata alla disponibilità dell’energia elettrica (più costosa), ma che potendo anche essere di origine rinnovabile, non di rado in eccesso rispetto alle esigenze della rete, potrebbe aiutare a chiudere il cerchio su un problema sistemico di rete di trasmissione.
    Potenziando la richiesta/produzione di idrogeno da reforming dell’acqua, a esempio, si potrebbero avere benefici sia al lato della produzione delle fonti rinnovabili (potrebbero non servire più elettrodotti, che inquinano il paesaggio, fulminano fauna protetta e dissipano energia strada facendo): basterebbe passare ogni tanto a “prelevare” l’idrogeno prodotto, sia nel gestire più ordinatamente i picchi di produzione della rete rispetto alla domanda, sia nel facilitare l’utilizzo sui grandi mezzi di trasporto di questo vettore energetico a impatto ridotto.
    Forse un’altra occasione di riflessione perduta
    Massimo Bolognesi