Coldiretti Ravenna agli ambientalisti sui fiumi Sillaro e Lamone prima dell’alluvione: “Negare l’evidenza, è strumentale ed ottuso”

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Coldiretti Ravenna interviene in merito a quelle che definisce “fake news ambientaliste” circolate in seguito agli eventi alluvionali, con particolare riguardo “alla presunta ed eccessiva manutenzione e pulizia della vegetazione degli alvei dei fiumi e, ancora, in merito alla litania green volta a minimizzare la presenza lungo i corsi degli animali cosiddetti fossatori e le conseguenze di questa presenza massiva sulla tenuta arginale”.

“Nella giornata mondiale dell’Ambiente, celebrata dalle Nazioni Unite il 5 giugno, è bene fare chiarezza – dichiarano – Se è vero, infatti, che l’eccessiva cementificazione incide sulla tenuta idrogeologica di territori fortemente stressati dagli effetti del cambiamento climatico in atto, e che occorre lavorare ulteriormente sulle infrastrutture e sull’innovazione a partire dal sistema degli invasi necessari per raccogliere l’acqua, è altrettanto vero che occorre difendere il nostro patrimonio agricolo, il più green d’Europa, e la sicurezza delle comunità dalla disinformazione”.

Testimonianze fotografiche raccolte da Coldiretti Ravenna tra il 3 e il 4 maggio, quindi a ridosso del primo evento alluvionale e a poche settimane dal secondo, mostrano lo stato di criticità in cui versavano argini e alvei di Sillaro e Lamone, fiumi che hanno subito rotture arginali in entrambi gli eventi.

fiume sillaro prima dell'alluvioine maggio 2023
fiume sillaro prima dell'alluvioine maggio 2023
fiume lamone a boncellino prima dell'alluvione di maggio 2023

“Le immagini – afferma il Direttore di Coldiretti Ravenna – ci mostrano enormi tane di animali presenti nelle vicinanze della rottura del Sillaro dove era stata segnalata da tempo la presenza di istrici e nutrie, altre, invece, sono relative alla vegetazione ‘viva, quindi escludendo tronchi e rami secchi, presente sulle sponde e all’interno del letto del fiume in zona Boncellino. Chi non vuole vedere e preferisce negare l’evidenza è intellettualmente disonesto – afferma Zampini – perché è evidente l’eccesso di vegetazione e al contempo, la dimensione di quelle tane presenti sugli argini è tale da compromettere la stabilità”.

“Occorre, dunque, fare massima chiarezza e lavorare compatti al fine di mettere in sicurezza il territorio e salvare l’agricoltura italiana, la più green d’Europa e le nostre campagne romagnole, serbatoio fondamentale per garantire l’approvvigionamento alimentare del Paese e metterci al riparo da pericolose speculazioni e bufale varie” concludono da Coldiretti Ravenna.

 

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Commenti

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  1. Scritto da ST

    Purtroppo gli animalisti e gli ecologisti sono spesso degli esaltati con i quali è quasi impossibile dialogare.

    La Politica deve prendersi le sue responsabilità ed intervenire.
    Eliminando questi animali dannosi e pericolosi, proprio come daini, cinghiali, lupi o orsi quando vanno ad essere in sovrannumero.

  2. Scritto da Giovanna

    Persino gli( e le) esperti intervistati ieri su Rai 3 hanno detto cose diverse da colpevolizzare nutrie e simili. E non erano animalisti estremisti.

  3. Scritto da Scarpantibus

    prima del 500 in italia gli zampini non c’erano

  4. Scritto da Claudio

    ST , perché non ti presenti con la tua vera identità, invece di criticare nascosto nell’anonimato? Abbi la decenza di dirmi chi sei,poi ci possiamo forse confrontare, ma a viso aperto e non celato dietro un paravento!