Presidio di protesta sotto la sede dell’Ausl Romagna. UILPFL: “Accordi da migliorare per garantire un vero valore aggiunto”

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UILFPL ha organizzato sotto la sede dell’Azienda USL della Romagna un presidio di protesta. Ad “accenderlo”, gli accordi sulla destinazione delle risorse, circa 9 milioni di euro, provenienti dai fondi contrattuali dei dipendenti, area comparto, che non ha convinto la UILFPL nonostante contengano diversi argomenti rivendicati ancor prima che da altre organizzazioni sindacali.

“Nei fatti, l’Azienda USL della Romagna ha presentato una proposta che non garantisce quel valore aggiunto atteso dal personale dipendente” -dichiara un portavoce UILFPL, elencando i punti che non vanno-:

–          Aumentato di un solo euro il valore del buono pasto. Un aumento non in linea con il costo della vita di oggi.  Inoltre nulla è stato fatto per rendere cumulabile il buono. Infatti laddove il dipendente non riesce a utilizzare il buono nella singola giornata quel buono viene perso.

–          Una spesa dello straordinario che non cala sottraendo così risorse ai passaggi di fascia (DEP) fermi dal 2019. Il nuovo accordo infatti garantirà nel 2024 un passaggio di fascia a solo circa 1700 dipendenti a fronte di 12mila potenzialmente interessati. Nel 2025 le stime danno numeri anche inferiori.

–          Prestazioni aggiuntive finanziate dai fondi contrattuali dei dipendenti (piuttosto che dal bilancio dell’Azienda) che così facendo si devono auto finanziare il lavoro aggiuntivo causato dal ridimensionamento graduale degli organici, certificato dalla stessa Regione Emilia-Romagna, che inevitabilmente influisce sui turni di lavoro, sulle ferie e sui riposi.

–          Un welfare che per il terzo anno di fila esclude più della metà dei dipendenti”.

“A tutto questo si aggiungono i diversi temi rivendicati dal personale dipendente sui quali l’Azienda non garantisce nessuna risposta” -aggiunge UILPFL- “Tempi consegna-vestizione, bandi per l’ottenimento del part -time, progressioni verticali, banca delle ore, problematiche nella gestione delle mobilità tra ambiti, ricollocazioni lavoratrici madri, tempi di sostituzione assenze lunghe e definizione organici integrativi”.

“Gli accordi si potevano e si devono migliorare senza far perdere altro tempo al personale dipendente fortemente sollecitato nei vari contesti aziendali” -conclude UILFPL- “Ma soprattutto le risorse dei fondi contrattuali devono essere pienamente destinate a garantire benefit tangibili ai dipendenti e non per coprire spese aziendali”.

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