Sanità. Morini (FIMMG) “Sbagliato sostenere che siano i medici di famiglia a beneficiare dei CAU. Nessun calo nel numero degli accessi in ambulatorio”

Le recenti dichiarazioni di Paolo Manzelli della UIL di Cesena, che sostiene che “gli unici a beneficiare dei CAU sono i medici di medicina generale” non sono piaciute a Daniele Morini, medico faentino di medicina generale e segretario regionale della FIMMG, organismo sindacale maggioritario dei medici di famiglia convenzionati.

Secondo la tesi sostenuta dal sindacalista della UIL cesenate gli utenti che si rivolgono ai Cau lo fanno per evitare di aspettare giorni o settimane per una visita dal proprio medico curante ed avere quindi una visita in giornata e non pagare il ticket per le prestazioni.

Netta la replica di Morini: “La medicina generale gestisce già le urgenze. Ogni medico dà ogni giorno appuntamenti programmati e riceve in giornata o nelle 24 ore i propri pazienti per i problemi emergenti”

Il medico faentino sottolinea: “In media, ogni medico di famiglia ha circa 100 accessi al giorno, tra visite, mail o messaggi tramite app da parte degli utenti. In quest’ultima estate abbiamo registrato una media di accessi giornalieri in netto aumento rispetto al passato, con numeri pari a quelli del mese di dicembre – assicura Morini -. Quindi ritengo assolutamente fuori luogo che si racconti che sono i Medici di famiglia ad aver beneficiato dei CAU”.

“È quindi decisamente falso che i CAU abbiano ridotto gli accessi nei nostri studi – rimarca -. Al contrario, hanno creato un servizio spesso ridondante, dove comunque il paziente visto dal CAU poi viene nei nostri studi per una visita con noi e per sapere come comportarsi o come fare le cure”.

“Il collega della UIL evidentemente non è mai entrato in una medicina di gruppo o non conosce come il medico di famiglia organizzi i propri orari” dichiara il segretario regionale della FIMMG.

Rispetto ai CAU Morini spiega: “L’idea originaria dei CAU prevedeva che fossero strutturati diversamente, nell’ottica della codifica delle AFT Associazioni Funzionali Territoriali che rappresentano l’evoluzione delle Medicine di gruppo dell’Emilia Romagna. Poi l’accordo è stato snaturato e i CAU non sono sorti negli ambulatori di medicina di gruppo ma dentro gli ospedali: di conseguenza questo non aiuta a trattenere le piccole urgenze sul territorio, ma offre una doppia scelta agli assistiti, ma sempre dentro o in prossimità degli ospedali: è forse per questo motivo se i CAU non funzionano come previsto”.

Infine, Morini dichiara: “È ora di smetterla di dire che la gente va in Pronto Soccorso per colpa dei medici di famiglia che non si trovano: il cittadino va al PS nella quasi totalità dei casi senza prima aver contattato il proprio medico e quasi sempre per accelerare percorsi di cura lunghi, dovuti alle estenuanti liste di attesa che tutti conosciamo per la diagnostica e la specialistica ambulatoriale”.

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