Un’analisi sui due episodi di Boncellino e Traversara del tecnico Alberto Gobbi: i due fatti non sono collegati, i tronchi non hanno causato la rotta

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Pubblichiamo come contributo al dibattito pubblico e alla conoscenza dei fatti, questo intervento di Alberto Gobbi, apparso sul suo profilo Facebook il 23 settembre. Alberto Gobbi è un tecnico delle acque, laureato in scienze forestali e ambientali con dottorato in idronomia ambientale all’Università di Padova, curatore del sito dedicato all’analisi dei fenomeni temporaleschi italiani fenomenitemporaleschi.it 

ALBERTO GOBBI: RIFLESSIONI INTORNO ALLA ROTTA ARGINALE DI TRAVERSARA DEL 19 SETTEMBRE 2024

Alla luce della terza alluvione nelle medesime aree in neppure un anno e mezzo, caratterizzata da precipitazioni molto più violente, voglio tentare di fare un po’ di chiarezza in merito a quanto avvenuto durante l’ultima alluvione del 19 settembre scorso a valle di Faenza lungo il corso del fiume Lamone, in sinistra idraulica nel comune di Bagnacavallo.

Foto 1
Legname Boncellino
Legna fiumi

In Fig. 1 evidenzio le due aree interessate da fenomeni alluvionali: nel cerchio giallo si è verificato un sormonto arginale a Boncellino a monte di un ponte ferroviario, dove tra l’altro si è accumulato un notevole quantitativo di legname (Fig. 2). Questo ammasso di tronchi e rami con ogni probabilità è derivato da estesi lavori di disboscamento effettuati più a monte nell’alveo dello stesso Lamone da parte di ditte private su disposizione dell’Agenzia per la sicurezza territoriale della Regione Emilia-Romagna in quanto non vi erano foglie ed erano evidenti i tagli da motosega.

A puro titolo esemplificativo, in Fig. 3 (che, si ribadisce, non si riferisce al caso in esame) si indica una serie di cataste di legname lasciate in prossimità dell’alveo attivo del Lamone nei pressi di Faenza nel luglio 2023 a seguito di tagli a raso effettuati per favorire il deflusso delle acque; con l’onda di piena tale materiale viene naturalmente convogliato verso valle fino ad incastrarsi a monte del primo attraversamento sufficientemente basso (in questo caso il ponte ferroviario). Probabilmente le varie fasi dei disboscamenti non sono state gestite e/o sorvegliate dagli ispettori di cantiere nel migliore dei modi, in quanto le suddette cataste vanno rimosse (oppure “cippate”) nel più breve tempo possibile per evitare qualunque tipo di ostruzione al deflusso lungo il corso del fiume. Fortunatamente, nel caso in esame, il sormonto arginale di Boncellino, tra l’altro avvenuto in corrispondenza di un tratto di argine ricostruito dopo l’alluvione del maggio 2023, si è limitato all’allagamento di alcune abitazioni e della campagna adiacente.

Rotta Traversara
Foto Traversara
Foto Traversara

Passiamo ora alla rotta arginale di Traversara (Fig. 1, cerchio rosso), avvenuta a seguito di una lunga fase di sormonto arginale, anche in questo caso a monte di un attraversamento (ponte stradale), come meglio evidenziato in Fig. 4 (cerchio bianco). Nella successiva Fig. 5 si nota il collasso arginale (in basso, a sinistra) e la presenza di una formazione arborea all’interno dell’alveo attivo (ellisse bianca), i medesimi alberi sono riportati in Fig. 6 grazie alle immagini da drone di Local Team. In questo caso è assai evidente una carenza di manutenzione rispetto alla gestione della vegetazione ripariale, in quanto questi alberi probabilmente hanno generato un sovralzo idraulico (rigurgito) a monte degli stessi, inoltre gli stessi alberi avrebbero potuto formare una barriera trasversale al flusso di piena nel caso eventuale materiale flottante in discesa da monte si fosse incastrato tra i loro rami (effetto diga).

In entrambi i casi analizzati (Boncellino e Traversara) le criticità idrauliche si sono manifestate a monte di un attraversamento (tratto di fiume soggetto a rigurgito in caso di piena) sul lato esterno di una curva del fiume (tratto di argine soggetto a erosione), purtroppo nel caso di Traversara la rotta arginale è avvenuta proprio di fronte al centro abitato posto in adiacenza all’argine. L’accumulo di legname sul ponte di Boncellino non ha avuto alcun ruolo sulla devastante rotta di Traversara, come invece si evince da vari post nei social e anche da alcuni organi di informazione, in quanto questa enorme massa di materiale flottante si è trasferita a valle a collasso arginale già avvenuto appena l’abbassamento dei livelli idrometrici ha permesso il transito sotto la ferrovia del suddetto legname.

Il messaggio che vorrei trasmettere è: evitiamo di polarizzare la causa di questa serie di alluvioni o sul solo cambiamento climatico o sulla sola presunta mancata manutenzione dei fiumi. Di fronte a eventi di precipitazione così estremi (dovuti al Global Warming antropogenico), sempre più violenti e ravvicinati nel tempo, le attuali sezioni di deflusso del Lamone (e di molti altri fiumi italiani, beninteso) e le luci dei ponti sono insufficienti a smaltire i colmi di piena, da cui i frequenti fenomeni di sormonto arginale che, nella peggiore delle ipotesi, possono evolvere in collasso arginale come avvenuto a Traversara.

Rettifiche e canalizzazioni dei corsi d’acqua generano picchi di piena più veloci e severi, non è possibile né consigliabile alzare ulteriormente gli argini o dragare gli alvei, la soluzione è quella di ridare spazio al fiume ricorrendo anche a provvedimenti impopolari (delocalizzazioni, espropri, imposizione servitù di allagamento, tracimazioni controllate…).

In conclusione, tornando sul disastro di Traversara, si sono sommati fattori sfavorevoli di varia origine, tutti purtroppo, spiace dirlo, di origine antropica: cambiamento climatico, cementificazione, mancata o approssimativa manutenzione degli alvei e delle opere idrauliche di difesa, costrizione dei fiumi lungo percorsi innaturali… ma si ribadisce come la causa principale siano le sezioni di deflusso ormai inadeguate al nuovo regime pluviometrico così plasmato dall’estremizzazione meteorologica nel novero di una palese crisi climatica.

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