Giornate FAI di Primavera 2024: i monumenti aperti in provincia di Ravenna il 23 e 24 marzo

Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi e modalità di partecipazione, consultabili su www.giornatefai.it).

“Sono 52 i luoghi che in ogni angolo della nostra regione saranno aperti al pubblico in occasione delle Giornate FAI di Primavera 2024. Noti o meno noti, tradizionali o contemporanei, nell’insieme compongono un meraviglioso e variegato mosaico di tessere diverse tra loro, fatte di storia e modernità, di colori e di avvenimenti, di archeologia, palazzi e natura, nel quale si snoda il racconto dell’Emilia-Romagna. A ciascuna è affidato il compito di rappresentare muri, terre, acque e persone del proprio ambito territoriale, attraverso la voce dei volontari e dei numerosissimi Apprendisti ciceroni, studenti delle Scuole superiori che aderiscono alle giornate. A loro e alle Delegazioni ed ai gruppi FAI che con immensa passione hanno lavorato per questa festa del patrimonio culturale regionale, ai proprietari pubblici e privati dei luoghi, ai professori e dirigenti scolastici va il nostro ringraziamento più sentito”. Così Carla Di Francesco, presidente FAI Emilia-Romagna.

Le parole del Presidente del Fondo per l’Ambiente Italiano Marco Magnifico in occasione della XXXII edizione delle Giornate FAI di Primavera: “Raccontare il patrimonio culturale per educare la collettività a proteggerlo e a prendersene cura: da questa necessità nacquero nel 1992 le Giornate FAI di Primavera dando vita, e poi corpo, e poi forza ad una impressionante struttura di volontariato – le Delegazioni del FAI -, che con entusiasmo e pervicacia eccezionali in questi trentadue anni hanno aperto al pubblico 15.540 luoghi dimenticati o difficilmente visitabili raccontandoli, appunto, con semplicità e passione a ben 12 milioni e 515.000 di cittadini. Ai benefici di questo raccontare se ne è ora aggiunto un altro: quello della fisicità e del ruolo che essa ha per un vero apprendimento.”

Elenco completo dei luoghi aperti in EMILIA-ROMAGNA e modalità di partecipazione all’evento su https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=EMILIA%20ROMAGNA Il FAI raccomanda di controllare sul sito i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione. Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.

Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai dedicata ai Beni Culturali in collaborazione con il FAI. Dal 18 al 24 marzo, come ormai da oltre 10 anni, la Rai sarà in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2024, anche attraverso la raccolta fondi solidale autorizzata da Rai per la Sostenibilità – ESG e promossa sulle reti del servizio pubblico.

IN PROVINCIA DI RAVENNA

Compianto Cristo Morto

LUGO – COMPIANTO SUL CRISTO MORTO E ALTRE PREGEVOLI TESTIMONIANZE

(NON È RICHIESTA PRENOTAZIONE) Via Garibaldi 108, Lugo – Orari: Sabato 23 marzo: 9:30 – 12:30 / 14:30 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00)/ Domenica 24 marzo: 14:30 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00) Turni di visita ogni 30 minuti per gruppi di massimo 20 persone

La chiesa, intitolata a S. Francesco di Paola nel XVIII secolo, era già dedicata alla Vergine Annunziata (perciò detta anche Chiesa di Santa Maria). Si presenta in stile neogotico e risale al 1890, ma sorge sul luogo di una preesistente struttura del ‘300, più volte ampliata ed infine demolita. Al suo interno conserva opere significative, come il Compianto sul Cristo Morto, un gruppo in terracotta policroma di ignoto plasticatore quattrocentesco, una statua lignea raffigurante la Madonna della Cintura di antica devozione, un crocifisso ligneo ed una raccolta di ex voto di buona qualità.

Il tema iconografico del Compianto sul Cristo morto ha avuto, fin dal XIII secolo, un’enorme diffusione nell’arte sacra, sia nel campo della pittura a partire da Giotto nella Cappella degli Scrovegni, sia in quello della scultura (Niccolò Dell’arca p.es.) e presenta la scena di un episodio evangelico in forma di sacra rappresentazione. Il gruppo di sculture in terracotta policroma qui presente, risalente al XV° secolo, (Lugo era sotto il dominio estense) è di scuola ferrarese. La Madonna della cintura rievoca invece la storia degli abitanti di una frazione costretti a rifugiarsi a Lugo, a causa di eventi alluvionali, (siamo nel 1264), che oltre alle loro povere cose, portarono con sé una statua lignea della Madonna scampata al disastro, ed attorno ad essa ricostruirono la loro comunità. Il Compianto sul Cristo morto è costituito da un gruppo di figure in terracotta policroma a grandezza naturale, caratterizzate da un accentuato naturalismo e da viva espressività. Il corpo del Cristo, ormai segnato dal rigor mortis è disteso a terra, al centro della scena, mentre le figure degli astanti (identificabili con le tre Marie, San Giovanni evangelista, San Giovanni d’Arimatea e Nicodemo) sono disposte in semicerchio attorno ad esso, in modo da ottenere un evidente effetto teatrale, con lo scopo di suscitare un forte senso di Phatos ed accentuare il coinvolgimento emotivo e devozionale dei fedeli nel tragico evento. La Madonna della cintura, così chiamata per un’ampia fascia che ne cinge i fianchi, probabilmente già venerata nella chiesa di Santa Maria Assunta nell’abitato di Santa Maria in Fabriago, è legata al tradizionale racconto della storia degli abitanti della frazione che, costretti a rifugiarsi a Lugo, a causa degli eventi alluvionali accaduti nel 1264, salvarono, oltre alle loro povere cose, anche la statua lignea della Madonna e attorno ad essa ricostruirono un oratorio e la loro comunità.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI? – Durante le visite guidate, i volontari del FAI, gli apprendisti Ciceroni del Liceo di Lugo ed alcuni studenti del Polo Tecnico, vi racconteranno la storia del nostro territorio, attraverso alcune opere d’arte conservate nella chiesa di San Francesco di Paola. Si potrà ammirare un complesso scultoreo raffigurante il Compianto sul Cristo Morto: un gruppo in terracotta policroma a grandezza naturale, opera di un ignoto plasticatore quattrocentesco di ascendenza ferrarese che, con naturalismo ed espressività, ha messo in scena l’evento tragico della morte di Cristo, alla ricerca di una evidente effetto teatrale. E ancora potrete ammirare una statua lignea di antica devozione, la cosiddetta Madonna della Cintura, che la tradizione lega al XIII secolo e alla storia di una frazione di Lugo colpita dalla alluvione, i cui abitanti, in cerca di rifugio, portano con loro l’immagine sacra (simbolo di identità), per ricostruire attorno ad essa, nella nuova sede, la stessa comunità e un oratorio che poi trasformeranno nel 1300 nella loro chiesa. Insieme a queste, altre opere e nuove storie attendono solo di essere rivelate.

SANT’ALBERTO – CASA PASCOLI

Casa Pascoli Sant'Alberto

(NON È RICHIESTA PRENOTAZIONE) Via Olindo Guerrini 24, Sant’Alberto di Ravenna – Orari: Domenica 24 marzo: 10 – 12 – 14.30 – 17 (ultimo ingresso) Visita di 45 minuti

La Casa della famiglia Pascoli si trova nel centro di Sant’Alberto, a nord di Ravenna, ai margini delle valli di Comacchio. Sorto sulle antiche sponde del Po di Primaro, il paese è oggi sulla riva destra del fiume Reno, al centro di un territorio di grande rilevanza ambientale. La sua storia fu segnata da personaggi ed eventi importanti: teatro nel 1849 della fuga di Garibaldi dagli Austriaci, nelle vicinanze, alla fattoria Guiccioli, morì Anita. Vi ebbero casa Olindo Guerrini, fra i più brillanti poeti italiani, e il medico patriota Domenico Nigrisoli.

La famiglia del poeta Giovanni Pascoli, casato patrizio risalente al XV secolo, è originaria di Ravenna. Cancellieri, letterati, agricoltori e amministratori, ebbero casa nel centro storico della città. Luigi Pascoli amministratore del podere Cilla della famiglia Guiccioli presso sant’Alberto, in occasione del suo matrimonio, acquista il bel palazzo settecentesco nel centro del paese. Un suo nipote, Ruggero, padre di Giovanni, diverrà amministratore dei beni dei Torlonia a San Mauro Pascoli. Il poeta in gioventù frequentò la casa dei cugini di Sant’Alberto, a cui rimase legato e che sostennero economicamente lui e i fratelli rimasti in condizione di indigenza in seguito alla tragica morte del padre Ruggero.

Di origini settecentesche, la tipica dimora padronale risente di caratteristiche dell’area estense. Su tre piani la struttura presenta un ampio atrio centrale su cui si affacciano le stanze riccamente arredate. Al piano terra, l’atrio si apre su un ampio parco che sconfina verso il fiume Reno; vi si trovano tuttora gli originari edifici di servizio. In alcune stanze sono visibili gli antichi soffitti decorati a grottesche e paesaggi, databili ai primi decenni dell’Ottocento.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI? – L’eccezionale apertura di questa dimora privata consente in primo luogo di apprezzare l’atmosfera di una tipica casa padronale ravennate, abitata per tutto l’Ottocento e il Novecento e ancora oggi luogo di soggiorno estivo dei proprietari, che hanno conservato arredi e suppellettili originari, di cui la casa è ricchissima. Fra i quali il pregevole arcile, mobile per la conservazione della farina, le grandi credenze e i tavoli romagnoli, l’autentica cucina, i grandi quadri e le stampe a soggetto religioso. E poi la gramola, la gramadora, la simbolica caveja romagnola. Nella biblioteca si conserva il prezioso carteggio con Giovanni Pascoli. Sarà visitabile il parco con lo storico canneto.

FAENZA – COMMENDA DEI CAVALIERI GEROSOLIMITANI

Commenda dei Cavalieri Faenza

(NON È RICHIESTA PRENOTAZIONE) Corso Europa 107, Faenza – Orari: Sabato 23 marzo: 10:00 – 12:30 / 14:30 – 18:00 (ultimo ingresso 18:00) / Domenica 24 marzo: 10:00 – 12:30 / 14:30 – 18:00 (ultimo ingresso 18:00) Durata della visita 45 minuti

Il complesso della Commenda è situato nel Borgo Durbecco (di formazione medievale), alla prima periferia di Faenza, a pochi minuti di cammino dal centro, sull’asse sud-est della via Emilia. Costituisce una testimonianza suggestiva del Medioevo e Rinascimento faentino, ed è il risultato di ampliamenti e sovrastrutture da un primo nucleo dell’Ospizio del S. Sepolcro (inizi XII secolo), eretto per la cura dei pellegrini diretti in Terra Santa. Esso fu chiesa, residenza e sede amministrativa dei Cavalieri Gerosolimitani, ora Cavalieri di Malta, eretto a Commenda nella seconda metà del XV secolo.

La sua fama è legata particolarmente alla personalità del nobile commendatario Fra Sabba da Castiglione (1480-1554) che qui visse dal 1518 fino alla morte. Umanista e letterato (scrisse i Ricordi ovvero Ammaestramenti”, di grande fortuna editoriale), e fu in rapporto con grandi personaggi del suo tempo, fra i quali Papa Clemente VII, già confratello nell’Ordine Gerosolimitano, che ospitò a Faenza nel 1529. Commissionò e collezionò opere d’arte, costituì una biblioteca e una scuola gratuita per i fanciulli poveri, ed aprì un ospizio per poveri e viandanti. Provvide a una profonda ristrutturazione del chiostro e delle sale che vi prospettano, e commissionò affreschi notevoli per la chiesa attigua.

La chiesa, ad unica navata, conserva l’aspetto romanico, ed è dedicata a S. Maria Maddalena. Al lato sinistro presenta un portico laterale con volte a botte ed archi ogivali, ed un campanile a pianta quadrata. Nell’abside, nel grande affresco di Girolamo da Treviso (1533) viene ritratto Fra Sabba in armi, come cavaliere Gerosolimitano, davanti alla Madonna e al Bambino; ai lati le Sante Maddalena e Caterina d’Alessandria (Patrona dell’Ordine). Monocromo e di grande finezza, nella parete sinistra, l’affresco commissionato da Fra Sabba al Menzocchi (1545-46) per il proprio sepolcro. L’attiguo chiostro, già dotato a metà del ‘400 di almeno tre lati, fu fatto ristrutturare da Fra Sabba nella parte più antica utilizzando maestranze lombarde, ed ulteriori lavori nei lati sud e ovest vi furono commissionati nel 1585 dal commendatario Giulio Bravo, con sopraelevazione di un piano e la creazione delle loggette. Lavori succedutisi nel tempo avevano alterato la struttura originaria, ma un restauro meticoloso, a cura della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Ravenna e del Comune di Faenza, ha consentito negli anni ‘90 e ’00 di restituire al complesso il suo aspetto originario.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI? – La visita al complesso della Commenda viene proposta con informazioni di natura storico-artistica. Essa sarà organizzata grazie alla collaborazione con l’Associazione storico-culturale Borgo Durbecco, che qui ha la propria sede, e con l’Associazione Amici della Commenda. Gli studenti e le studentesse delle scuole faentine Liceo Torricelli Ballardini, I.T.S. Oriani e I.P. Persolino-Strocchi, previa apposita formazione da parte dei loro docenti, provvederanno a condurre le visite alla chiesa ed ai locali del chiostro. Trattasi di una iniziativa eccezionale per visitare l’intero complesso (il chiostro e le sale coi costumi, le armature utilizzate nelle rievocazioni storiche, ed i premi vinti in occasione di esse, non sono infatti ordinariamente aperti al pubblico).

CERVIA – SCAVI ARCHEOLOGICI DI CERVIA VECCHIA

Cervia - scavi archeologici Musa

(NON È RICHIESTA PRENOTAZIONE) Via Madonna della Neve 15, Cervia – Orari: Domenica 24 marzo: 10:00 – 12:00 / 15:00 – 16:00 Ritrovo presso il ristorante Acervum. In caso di maltempo per ragioni di sicurezza non sarà possibile accedere agli scavi e l’evento sarà annullato. Durata 45 minuti

Nel 2019 è partito il progetto “Archeologia a Cervia” che vede lavorare in team per la scoperta e la valorizzazione della storia e della archeologia del territorio cervese l’Università di Bologna – Dipartimento Storia, Culture e Civiltà, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, il Comune di Cervia, MUSA Museo del Sale di Cervia, il Gruppo Culturale Civiltà Salinara ed il Parco della Salina di Cervia.

Si tratta di un progetto pluriennale che si sviluppa per step e che prevede ricognizioni di superficie, indagini geofisiche e saggi archeologici volti a determinare l’organizzazione interna e la cronologia del sito di Cervia, a valutarne la consistenza e la conservazione del deposito archeologico sepolto, ricostruire l’evoluzione del popolamento nel territorio e definire il rapporto uomo-ambiente sul lungo periodo.

Dopo una ricognizione di superficie, dal 2020 gli studi sono passati a saggi di scavo nell’area della vecchia città che si trovava in mezzo alle saline che hanno portato alla luce anche i resti dell’antica rocca. Nel corso degli anni di indagine, nei saggi di scavo si è avuto conferma della posizione di chiese e abitazioni rispetto a quanto noto dalle carte storiche, e sono stati rinvenuti elementi archeologici importanti quali sepolture, resti di edifici e reperti fra cui monete, targhette da pellegrino, oltre naturalmente a reperti ceramici.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI? – L’area della rocca ha anche rivelato la presenza di travi di legno perfettamente conservate e inserite all’interno dei muri portanti a protezione dell’edificio in caso di eventi sismici. I carotaggi e le analisi del terreno hanno inoltre rivelato alcuni strati alluvionali che parlano di ingressioni di acque in secoli precedenti. Anche il Gruppo FAI di Cervia condivide e partecipa a questo importante progetto di ricerca. Gli scavi al momento non sono visitabili ma lo saranno, in via del tutto eccezionale, durante le Giornate FAI di Primavera 2024. I visitatori saranno accompagnati dagli studenti “Apprendisti Ciceroni” dell’Istituto di Istruzione Superiore “T. Guerra” di Cervia preparati dal Prof. Mauro Marino. Sabato 23 ore 15:30 presso il Museo dei Sale, conferenza “Cervia Vecchia e le città del medioevo italiano” con la prof.ssa archeologa Mila Bondi dell’Università di Bologna ed Eugenio Cecchi del Gruppo FAI di Cervia. Domenica 24 ore 16:30 saluto in musica a cura di solisti dell’Orchestra Città di Cervia.

INIZIATIVE SPECIALI – Sabato 23 ore 15:30 presso il Museo del Sale di Cervia “Cervia Vecchia e le città del medioevo italiano”: conferenza della Prof.ssa Archeologa Mila Bondi dell’Università di Bologna ed Eugenio Cecchi del Gruppo FAI di Cervia. Domenica 24 ore 16:30 saluto in musica di solisti dell’Orchestra Città di Cervia.21