Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil: indetto sabato uno sciopero dei distributori di otto ore

I sindacati: "Federdistribuzione nega il contratto alle lavoratrici e ai lavoratori della grande distribuzione commerciale: vuole realizzare un evidente vantaggio competitivo a danno dei propri dipendenti"

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Nel territorio ravennate saranno coinvolti i lavoratori del gruppo Cash & Carry, dei punti vendita Famila, del gruppo Zara e di qualche altra realtà di minori dimensioni

“Dopo la rottura delle trattative, lo scorso 13 aprile, per la definizione del primo contratto collettivo nazionale di lavoro per le aziende aderenti a Federdistribuzione, le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, e Uiltucs Uil proclamano per il giorno 28 maggio ulteriori 8 ore di sciopero dopo le 8 ore già svolte lo scorso 6 maggio”, dichiara il comunicato dei sindacati.

 

“Le ragioni della rottura sono da ricondurre alle condizioni inderogabili e non negoziabili poste da Federdistribuzione per la sigla del contratto collettivo nazionale, nello specifico:

1. La destrutturazione del sistema di inquadramenti utilizzando la leva del Jobs Act;

2. L’imposizione di norme destinate a consentire alle aziende di derogare a tutte le norme del futuro Ccnl anche in assenza di accordo tra le parti a livello aziendale;

3. La definizione di aumenti salariali che determinerebbero al 31/12/2018 una massa salariale di 1.831 euro al 4° livello a fronte dei 3.000 euro previsti alla stessa data e al medesimo livello di inquadramento dal Ccnl applicato ai dipendenti delle altre aziende del commercio non associate a Federdistribuzione, ossia alla stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori dello stesso settore.”

 

“Porre a 28 mesi dall’inizio dei negoziati tali condizioni inderogabili e non negoziabili dimostra che l’asserita volontà di Federdistribuzione di realizzare un’intesa è priva di fondamento. Federdistribuzione vorrebbe imporre un diktat inaccettabile attraverso cui realizzare un evidente vantaggio competitivo a danno dei propri dipendenti.”

 

“In aggiunta a ciò è emersa palese la volontà di Federdistribuzione di modificare in peggio le norme contrattuali sul mercato del lavoro, l’orario di lavoro e la bilateralità, con particolare riferimento ai sistemi di welfare (assistenza e previdenza integrativa), determinando un danno aggiuntivo per i dipendenti delle imprese ad esse associate.”

 

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