Covid-19, Linea Rosa: “In calo segnalazioni di donne vittime di violenza a causa della convivenza forzata”

Bagnara: "Ci aspettiamo che terminata questa emergenza assisteremo, purtroppo, ad un incremento delle richieste delle donne e le storie che avranno da raccontare saranno inevitabilmente terribili"

In seguito all’emergenza Covid-19 e alle misure di contenimento adottate dal Governo, tra cui, l’invito rivolto a tutti i cittadini di restare in casa quanto più possibile e la chiusura delle attività non ritenute essenziali, anche i centri antiviolenza del nostro territorio si sono adeguati e riorganizzati per continuare a garantire il loro servizio a difesa di quelle donne vittime di maltrattamenti. Abbiamo quindi sentito telefonicamente Alessandra Bagnara, presidentessa dell’associazione Linea Rosa, rete di volontariato a difesa delle donne contro la violenza con sede a Ravenna, Russi e Cervia, per capire come si è evoluto il loro modo di operare dopo le restrizioni governative di questo ultimo mese.

Presidentessa Bagnara, in questo periodo sono in aumento o in calo le segnalazioni che ricevete da parte di donne che lamentano maltrattamenti?

“I maltrattamenti che le donne subiscono all’interno della propria cerchia familiare sono sempre difficili da denunciare ma in questo particolare momento, per le vittime di abusi, diventa complicato anche informarsi, chiedere aiuto, cercare di capire cosa fare per uscire dalla situazione che stanno attraversando. Questo virus che necessità dell’impegno di tutti noi nel non lasciare la nostra abitazione può trasformarsi per le donne in un ulteriore incubo che le costringe a trascorrere 24 ore al giorno con il proprio aguzzino con l’impossibilità di uscire e chiedere aiuto ai centri antiviolenza. Per questo e altri motivi ci aspettavamo una diminuzione delle richieste di aiuto e così è stato. Sono diminuite le segnalazioni e le attivazioni da parte delle Forze dell’ordine e dei servizi sanitari. Questo è riconducibile al fatto che l’input, trattandosi di una violenza che avviene all’interno della famiglia, deve partire dalle donne che devono fare il primo passo rivolgendosi alle istituzioni o al centro antiviolenza per denunciare cosa sta accadendo. Per fare questo primo passo le donne devono sapere che esiste una rete di sostegno e che questa rete è attiva anche in questo difficile momento per il nostro Paese. I Comuni di Ravenna, Cervia e Russi, da molti anni, investono risorse per consentire l’attività di un centro antiviolenza e delle case rifugio per accoglienza e ospitalità delle donne e dei minori vittime di abusi e tanto è stato fatto per creare collaborazioni che possano far sentire le donne “avvolte” da una rete di protezione. Tutto questo impegno non è venuto meno neanche adesso, in questa situazione di emergenza, perché la salute delle donne e dei minori vittime di abusi è sempre una priorità.

Quali conseguenze temete maggiormente, una volta superata l’emergenza sanitaria?

“Ci aspettiamo che terminata questa emergenza vedremo, purtroppo, un incremento delle richieste delle donne e le storie che avranno da raccontare saranno inevitabilmente terribili, esacerbate da questo lungo periodo di convivenza forzata. Questo calo nelle segnalazioni, ci fa temere che, come sempre, le donne restino a lungo in una situazione che è un pericolo per la loro incolumità e per quella dei loro figli. Temiamo inoltre che non potendo accedere per questioni di sicurezza al pronto soccorso per le lesioni riportate queste non vengano refertate e che le donne non ricevano le cure immediate di cui hanno bisogno, non ultima la refertazione psicologica. In tempi come questi, dove esistono delle priorità sanitarie, temiamo che le donne, che già sottovalutano la violenza di cui sono vittime, decidano di sacrificare se stesse non cercando aiuto.”

Allo stato attuale di emergenza da Covid-19, cosa può fare una donna per rivolgersi al vostro centro? La procedura è cambiata?

“Di fatto Linea Rosa non ha cambiato le modalità di accesso delle donne al centro prima accoglienza di Ravenna e agli sportelli di Cervia e Russi. Gli orari sono rimasti i medesimi e le operatrici sono presenti per accogliere telefonicamente le donne che chiedono aiuto. Abbiamo però inevitabilmente applicato protocolli di sicurezza atti a preservare la salute sia delle donne che delle operatrici e volontarie che operano all’interno del centro e delle case rifugio. Questi protocolli impongono una serie di regole igienico-sanitarie, di precauzioni da adottare che poi sono le medesime previste dalle normative ma, non impediscono in alcun modo di accogliere le donne vittime di abusi. Certo vengono privilegiati i colloqui telefonici per le donne in percorso che non richiedono colloqui vis a vis, ma, in caso di necessità, con le debite precauzioni, siamo in grado di accogliere le donne e iniziare nuovi percorsi di sostegno e di ospitalità.”

I centri quindi sono aperti: come gestite gli ingressi nelle case rifugio, in queste settimane? 

“Le case rifugio ospitano in questo momento numerosi nuclei familiari e anche le donne ospiti rispettano le regole relative agli spostamenti e all’igiene. Certo il momento non è facile perché questa “cristallizzazione” che ha colpito tutti è ancora più evidente per donne che stanno lottando per la propria autonomia e che vedono bloccarsi le udienze, la ricerca del lavoro, ricerca di una nuova casa, ecc. Ma noi siamo loro vicine e speriamo presto di poter riprendere questo difficoltoso cammino che con coraggio avevano intrapreso e che ci auguriamo possa portarle a una completa autonomia economica ed emotiva. Il centro antiviolenza si è inoltre organizzato per consentire, in caso di nuove richieste di ospitalità, di ospitare donne in case per un solo nucleo familiare, per il necessario periodo di quarantena prima di essere inserite nelle case rifugio di co-abitazione.

Contatti Linea Rosa:
Tel. 0544 216316, e-mail: linearosa@racine.ra.it.
Apertura, previo appuntamento, dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 19,00, il sabato dalle 9,00 alle 12,00. Negli altri orari è attivabile dalle Forze di Polizia (Carabinieri, Questura e Polizia Locale) il sostegno di una operatrice in reperibilità h24.