La storia di Raffaello, uno dei 50 italiani bloccati in Bolivia: “Spero di non ammalarmi qui”

Tra i 50 italiani bloccati in Bolivia per l’emergenza Coronavirus c’è anche il 55enne ravennate Raffaello Guerrini, il cui volo di rientro in Italia è stato annullato in seguito alla dichiarazione di stato di emergenza sanitaria. Raggiunto al telefono, abbiamo chiesto a Raffaello di raccontarci la sua disavventura.

Raffaello, anzitutto parlaci del perché ti trovi in Bolivia.

Cinque anni fa, nel 2015, mi sono trasferito in Bolivia per aprire una gelateria con un amico. Nel giugno del 2019 però ho venduto la mia parte e sono tornato a vivere a Ravenna, per motivi familiari. Nel dicembre scorso sono tornato in visita, per rivedere i vecchi amici, ma sarei dovuto tornare in Italia poco dopo, e invece…

Da quanto quindi sei bloccato lì? E com’è la tua situazione?

Sarei dovuto tornare il Italia il 17 marzo, ma il mio volo è stato annullato a causa dell’emergenza Coronavirus. Per fortuna io, rispetto a molti degli altri italiani bloccati qui, che sono costretti a stare in hotel o b&b, sono in una situazione relativamente tranquilla e meno onerosa: al momento alloggio nella stessa casa in cui ho vissuto per i cinque anni che ho passato qui, a Santa Cruz de la Sierra (la città più popolosa della Bolivia, n.d.r.).

Sei in contatto con l’Ambasciata Italiana? Che prospettive ti hanno dato riguardo al rimpatrio?

Sì, siamo in contatto. Sono in lista per un eventuale futuro volo di rimpatrio, ma non in quella prioritaria: ci sono persone in situazioni più precarie delle mia. In ogni caso, si parla di prezzi molto, molto alti per un possibile volo, che però al momento non si sa se e quando sarà disponibile. Sono state inviate lettere alla Farnesina, ma tutto dipende dalla risposta. Nel frattempo francesi e tedeschi bloccati qua sono stati rimpatriati grazie a voli organizzati dalle loro ambasciate, mentre dalla nostra sembra non muoversi nulla. Per ora, aspettiamo…

Parli al plurale: sei in contatto con gli altri italiani bloccati in Bolivia?

Sì, abbiamo una chat apposta, siamo poco più di 50. Come dicevo, molti di loro sono in situazioni precarie: c’è chi da mesi è bloccato in hotel o b&b, con il relativo lievitare dei costi e la limitazione di spazio rispetto, magari, a una casa come la mia (la storia di Giulia Marocchino, una ‘dei 50’, è da poco comparsa su La7, al programma Piazza Pulita, n.d.r.). Siamo tutti in contatto con l’Ambasciata Italiana, e aspettiamo notizie. Il problema poi non è solo quello di trovare un volo da qui, ma anche l’impossibilità di poterne cercare uno, per dire, dal Brasile: in Bolivia infatti al momento le frontiere sono chiuse, quindi non potremmo uscire. Fino al 30 aprile qui c’è la Quarantena, poi vedremo se provare.

Com’è la situazione sanitaria/Coronavirus lì?

Finché stai bene… tutto bene. Ma se dovessi aver bisogno di qualcosa… è lì che scatta una grande preoccupazione. Purtroppo qui la sanità è a livelli molto bassi, e molto lontani dal poter essere considerata rassicurante in caso di malattia. Secondo i dati rilasciati, i contagiati da Coronavirus sono circa 500 e i morti sono una 30ina, ma qui i tamponi sono rari, quindi va da sé che non sia un dato reale. Per fortuna le mascherine si trovano, e nella giornata in cui esco per andare al supermercato (ora in Bolivia è concesso uscire solo un giorno alla settimana, n.d.r.) la indosso. All’ingresso del negozio poi ci viene misurata la febbre con un termoscanner e viene effettuata una procedura di igienizzazione. In giro ci sono molti militari chiamati per far rispettare le misure di quarantena: qui non tutti infatti comprendono appieno la situazione di emergenza, soprattutto gli indigeni, molti dei quali vivono giorno per giorno per sopravvivere, cercando di affollarsi nei mercati per riuscire a vendere un caspo di banane.

Ciao Raffaello, grazie per il tuo tempo: ti facciamo un grande in bocca al lupo e ti auguriamo ti poter tornare il Italia il prima possibile.

Grazie a voi, e mangiate cappelletti anche per me, intanto!

Commenti

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  1. Scritto da Giuseppe Ghinassi

    Grande Raffaello, spero torni presto e di poterti “riabbracciare”. In bocca al lupo