Riccardo Pondi era geloso e ossessivo nei confronti della moglie: la fissazione dell’avvelenamento e alla fine l’aggressione

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In Corte d’Assise a Ravenna si è aperta ieri mattina, 8 marzo, con il conferimento al professor Michele Sanza della perizia psichiatrica nei confronti dell’imputato reo confesso Riccardo Pondi, la terza udienza per il femminicidio di Elisa Bravi, uccisa nella notte fra il 18 e il 19 dicembre 2019 in una villetta di Glorie di Bagnacavallo. All’udienza però non sono stati ammessi né il pubblico, né i cronisti. Il tutto per ottemperare all’ordinanza del Presidente Stefano Bonaccini che ha sancito da ieri, lunedì 8 marzo, l’ingresso di Ravenna e del resto della Romagna in zona rossa.

Il  professor Sanza dovrà appurare, per conto del Tribunale, se Pondi sia affetto da problemi o patologie di rilievo psichiatrico e, in caso di risposta affermativa, di quale genere e di quale entità. Non solo. Dovrà stabilire se l’eventuale patologia fosse già presente al momento dei fatti e fosse tale da elidere o scemare la capacità di intendere o di volere e se, nel caso fosse presente, Riccardo Pondi possa ritenersi persona socialmente pericolosa.

Il professionista non sarà l’unico a doversi esprimere sulle condizioni psichiche dell’imputato. Anche la Pubblica accusa ha nominato un proprio esperto e lo stesso hanno fatto i difensori di Pondi e i legali delle parti civili. In particolare, la dottoressa Ciriello ha indicato il dottor Roberto Zanfini, gli avvocati della difesa Ermanno Cicognani e Francesco Manetti continueranno ad avvalersi della competenza del professor Renato Ariatti che ha già effettuato una perizia psichiatrica sull’imputato sempre su incarico dei due difensori.

L’Unione Donne Italiane (avvocata Sonia Lama), le associazioni Demetra – Donne in aiuto (avvocata Monica Miserocchi) e Dalla parte dei Minori (avvocata Maddalena Introna) condivideranno lo stesso esperto: il dottor Ermanno Arreghini di Trento, mentre gli avvocati di parte civile che tutelano gli interessi delle due bambine, dei genitori e di uno zio, gli avvocati Giuseppe Della Casa e Annalisa Porrari, ricorreranno rispettivamente alla psicologa Deborah Mazzanti e al dottor Umberto Moretto. Ai cinque esperti già incaricati, probabilmente nei prossimi giorni se ne aggiungerà un sesto: il consulente del Comune Bagnacavallo e dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna.

Il professor Sanza, che inizierà a lavorare sulla perizia da lunedì 15 marzo, avrà i canonici 90 giorni di tempo, quindi fino al 15 giugno, per depositare il proprio lavoro. I periti di parte invece potranno farlo entro la settimana successiva, il 21 giugno. Il deposito delle perizie darà il via alla fase finale del processo come da ruolino di marcia deciso dalla Corte dopo una breve camera di consiglio. Il 30 giugno sarà quindi previsto l’esame dei periti. Nel caso il loro esame non sia necessario, si entrerà subito nell’ultima fase della discussione. In caso contrario tutto slitterà al 5, 6, 7 luglio in cui si terranno la requisitoria della Pm, le arringhe delle difese e delle parti civili, le eventuali repliche e la camera di consiglio per decidere la sentenza.

Oltre al conferimento dell’incarico al professor Sanza e alla nomina dei periti di parte, l’udienza di ieri è stata dedicata in mattinata all’audizione del padre di Elisa Bravi, Gianluca, del medico legale, dell’assistente sociale e della psicologa che stanno seguendo le due bambine, figlie di Elisa Bravi e di Riccardo Pondi. Mentre il pomeriggio è stato interamente occupato dall’audizione dell’imputato, Riccardo Pondi, sentito per quasi tre ore, il quale anche di fronte alla corte ha ammesso il delitto.

Da quanto si è potuto apprendere, l’uomo ha ammesso la sua fortissima gelosia nei confronti della moglie, confermando di avere cercato di controllarla in modo ossessivo. Parlando del femminicidio avvenuto nella notte fra il 18 e il 19 dicembre di due anni fa, è scoppiato in un pianto dirotto. La mattina del 18 dicembre, come è noto, Riccardo Pondi si reca a Bologna per il corso per entrare nei vigili del fuoco, e racconta di sentirsi male già durante il viaggio. Come hanno testimoniato nell’udienza precedente i compagni di corso e il direttore, sostiene di essere stato avvelenato. Viene portato al pronto soccorso del Sant’Orsola e chiama la moglie. Il referto del pronto soccorso è negativo.

In serata, sulla via del ritorno si fermano ad un McDonald’s. È la moglie a ritirare il pasto e a portarlo al tavolo: questo sembra rafforzare nell’imputato la convinzione che sia proprio Elisa a volerlo avvelenare, tanto che dopo essere tornati a casa e avere messo a letto le bambine, l’uomo va in bagno a vomitare. Riccardo Pondi continua ad essere agitato, va su e giù per la casa, Elisa lo invita a rimettersi a letto, dice che lui non sta bene, che ha dei problemi. Incominciano a litigare, sembra che lei ad un certo punto minacci di portare via le bambine e pare essere stata questa affermazione ad accendere la miccia dell’aggressione violenta, terminata con il marito che stringe al collo la moglie. Il resto, purtroppo, è cosa nota.

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