Nove arresti tra Vicenza e Ravenna per intimidazioni, violenze ed estorsioni di denaro a connazionali

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Nella giornata di ieri, 28 luglio, i militari delle compagnie CC di Ravenna, Cervia Milano Marittima e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale CC di Ravenna, unitamente ai militari della Stazione Carabinieri di Rosà e al Nucleo Operativo dei Carabinieri di Bassano del Grappa hanno proceduto a dare esecuzione all’ordinanza del GIP del Tribunale di Vicenza, applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di tre uomini di etnia rom; nonché della misura degli arresti domiciliari nei confronti di altri sei uomini, sempre della stessa etnia”.

I 9, appartenenti a diverse famiglie provenienti dalla città rumena di Lugoj, dimoranti in Italia – in particolare in  Rosà e Ravenna – e all’ estero, avevano costituito e partecipavano ad una associazione per delinquere fondata sul  vincolo familiare e su una sorta di gerarchia/venerazione verso i “capi” del gruppo, finalizzata a mantenere – tramite una capillare organizzazione operativa anche in territorio estero – un ruolo di supremazia nella città rumena di Lugoj e ad estendersi nei diversi Stati europei in cui si erano trasferiti i concittadini di etnia Rom, avvalendosi di un numero considerevole di adepti e fondando la propria azione su intimidazioni, violenze ed estorsioni di denaro.

L’indagine coordinata dalla Procura di Vicenza ha preso le mosse da numerose denunce presentate da una famiglia di etnia Ron residente nel territorio vicentino, a partire dalle quali si è ha avuto modo di accertare come il metodo estorsivo utilizzato dagli indagati nei confronti di tali soggetti  era ampiamente rivolto nei confronti di molti  connazionali, residenti in Italia ed all’estero, dai quali ottenevano il pagamento di somme di denaro per consentire loro di permanere – senza ritorsioni  – nei territori nei quali si erano stabiliti.

L’azione intimidatoria avveniva mediante richieste estorsive formulate anche con ostentazione di armi e munizioni, su socialnetwork – visibili dall’ intera Comunità – e finalizzate alla corresponsione di un vero e proprio “pizzo” da parte dei connazionali, oltre che tramite l’esecuzione di una serie di organizzate azioni incendiarie e di danneggiamento ai danni di coloro che rifiutavano di corrispondere le somme di denaro richieste.

L’ordinanza cautelare ha interessato anche altre persone di etnia ROM – capi o partecipi dell’associazione – le cui ricerche, anche in ambito internazionale, sono in corso di svolgimento.

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