Ravenna. Corte d’Assise condanna all’ergastolo Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri per il femminicidio di Ilenia Fabbri foto

Oggi 28 febbraio in Corte d’Assise a Ravenna, durante la dodicesima udienza del processo per il femminicidio di Ilenia Fabbri – barbaramente uccisa il 6 febbraio 2021 a Faenza – poco prima delle 15 è arrivata l’attesa sentenza: condanna all’ergastolo per i due imputati, Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri. Ex marito e mandante del delitto il primo. Esecutore materiale reo confesso il secondo.

La Corte d’Assise di Ravenna presieduta da Michele Leoni, dopo neppure tre ore e mezza di camera di consiglio, ha quindi accolto la ricostruzione dei fatti e le richieste di pena avanzate dalla Pubblica Accusa, condotta dalla PM Angela Scorza e dal Procuratore Daniele Barberini, che aveva chiesto il massimo della pena per entrambi gli imputati. “Seppure rivestendo due ruoli differenti”, entrambi gli imputati – Claudio Nanni il mandante e Pierluigi Barbieri l’esecutore reo confesso – sono stati ritenuti “pienamente responsabili” del delitto. Le parti civili si erano associate a queste richieste. Respinte le richieste di una diminuzione della pena avanzata dalle difese, che questa mattina hanno svolto le loro arringhe.

Ergastolo dunque per Pierluigi Barbieri, 54enne, originario di Cervia ma residente a Rubiera (Reggio Emilia), reo confesso, che avrebbe tentato per ben tre volte di assassinare la donna su incarico del marito, la terza volta – all’alba del 6 febbraio 2021 – purtroppo riuscendovi. Un omicidio estremamente violento: Ilenia Fabbri fu aggredita, picchiata e infine uccisa con un fendente di coltello alla gola. Ergastolo naturalmente anche per il mandante, l’ex marito della donna, Claudio Nanni, 55enne, faentino.

Entrambi gli imputati sono stati interdetti dai pubblici uffici e Claudio Nanni, come era stato chiesto dall’avvocata dell’Unione donne italiane Sonia Lama, è stato giudicato dalla Corte indegno di succedere ad Ilenia Fabbri.

Non solo. La Corte d’Assise ha sancito un risarcimento di due milioni di euro per la figlia della vittima Arianna Nanni rinviando la liquidazione in sede civile dei danni chiesti dalle altre parti civili del processo (il nuovo compagno di Ilenia Fabbri Stefano Tabanelli, il padre e una zia della vittima, nonché l’Udi, il Comune di Faenza, Sos Donna e Gens Nova) e ha disposto fra gli altri, il dissequestro della casa di via Corbara teatro del femminicidio.

La lettura del dispositivo della sentenza è stata accolta in silenzio dai due imputati che hanno lasciato l’aula a capo chino.

RESPINTE LE TESI DEI DIFENSORI

La mattinata era stata dedicata alle arringhe difensive dei legali dei due imputati. Il primo a parlare è stato l’avvocato di Pierluigi Barbieri, Marco Gramiacci. Rivolgendosi alla Corte, Gramiacci ha ammesso la sua difficoltà a difendere il suo assistito che “ha reso una confessione così intensa”. “Barbieri ha detto tutta la verità – sottolinea il difensore – . Una verità confermata da tutti: agenti di polizia, consulenti e perizie”.

Il suo apporto è stato fondamentale all’impianto accusatorio, prosegue l’avvocato difensore, contribuendo a decodificare messaggi inizialmente criptici, a rendere chiaro un quadro probatorio nebuloso al momento del suo arresto. È la sua confessione, rilasciata l’8 marzo, “la vera svolta dell’inchiesta. Barbieri racconta le cose così come stanno, confessa quello che è accaduto” dice Gramiacci.

Il legale mette in luce il diverso comportamento processuale dei due imputati. Nell’interrogatorio del 17 marzo, mentre Claudio Nanni si avvale della facoltà di non rispondere, Barbieri “porta alla luce due precedenti tentativi” di uccidere Ilenia. Non solo. “Va molto più nello specifico. Ci racconta della buca, della valigia, dell’acido, che Nanni si è costruito per tre volte un alibi”.

Anche per questi motivo, l’avvocato Gramiacci confessa di “avere sofferto per la richiesta di ergastolo per entrambi” e chiede alla Corte che vengano “valorizzate per Barbieri le attenuanti generiche”. Attenuanti che, secondo il difensore, si basano su cinque elementi: la confessione appunto, il pentimento, la collaborazione di Barbieri con gli investigatori, il suo contegno processuale e infine l’infanzia complicata del suo assistito confermata anche dal fratello Giancarlo durante la sua toccante deposizione.

“L’omicidio è un fatto sempre e comunque grave – conviene il legale – ma la pena deve tendere alla rieducazione e il comportamento di Barbieri dopo il fatto deve essere tenuto in considerazione”. Quindi, è la conclusione dell’avvocato Gramiacci, Barbieri deve essere condannato non all’ergastolo ma alla pena decisamente più mite di 21 anni di carcere.

Opposta la tesi difensiva di Francesco Umberto Furnari, difensore di Claudio Nanni il mandante. Nella sua arringa, l’avvocato dell’ex marito ha puntato sulla scarsa attendibilità delle affermazioni di Barbieri oltre che su quelle che, a suo dire, sono state lacune dell’attività investigativa.

“Barbieri è un poveraccio che viene usato per spedizioni punitive” ha detto il difensore di Claudio Nanni, dopo aver ripercorso il curriculum criminale del sicario. Certo, l’accordo fra i due c’è stato, ma Barbieri avrebbe dovuto limitarsi a dare una lezione ad Ilenia: “la personalità del Barbieri non poteva far prevedere a Nanni l’esito letale”.

Del resto, afferma con una certa enfasi il difensore dell’ex marito di Ilenia Fabbri, “Nanni non avrebbe mai rischiato l’ergastolo per una causa (quella del 26 febbraio 2021, davanti al giudice del lavoro, ndr) dall’esito ancora incerto. Nanni è stato un maledetto stupido perché ha fatto entrare Barbieri nella casa”.

Allora perché Barbieri ha ucciso Ilenia? Perché, è la tesi dell’avvocato Furnari “ha problemi con le donne”, ricordando i rapporti difficili di Barbieri con sua madre e l’astio nei confronti della sua ex. Tutto questo, è la sua versione, si è ritorto quel giorno contro Ilenia.

Infine un brevissimo cenno ad Arianna Nanni, la figlia della vittima: “Arianna non è un’orfana speciale, ma la sua bambina speciale”. Il difensore ha quindi chiesto alla Corte di assolvere Claudio Nanni dal reato di omicidio pluriaggravato e di derubricarlo in tentata estorsione. In subordine una pena più mite.

Come abbiamo già detto, le richieste delle difese sono state completamente rigettate.