Ancisi e Ancarani sul caso delle prostitute irregolari al residence interrogano il Sindaco: è vera la notizia? e se è vera cosa si fa contro tale illegalità

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Alvaro Ancisi (LpRa) e Alberto Ancarani (Forza Italia) presentano una scabrosa interrogazione al Sindaco di Ravenna che ha per oggetto la eventuale presenza di prostitute irregolari sul suolo italiano in un residence di Ravenna, come è emerso da un recente fatto di cronaca riportato da un quotidiano locale: 12 in quel caso le ragazze che sarebbero state individuate. I due esponenti politici affermano che il fenomeno potrebbe essere diffuso anche in altre strutture e quindi di una certa gravità e in ogni caso degno della massima attenzione.

“LUCCIOLE UMANE IN NOTO RESIDENCE DI RAVENNA” recita il titolo. Ma ecco il testo: “Il 27 ottobre scorso, il quotidiano storico di Ravenna (il Resto del Carlino, ndr) ha pubblicato, sotto il titolo: “Dodici lucciole nel residence”, le seguenti notizie, finora non smentite e da nessuno commentate, per quanto clamorose e finora mai emerse a livello pubblico dal settore alberghiero ravennate: “Maxi controllo della polizia, l’altra mattina, con Squadra mobile e Volanti al residence Mosaico. Il tutto a seguito di un litigio, nella serata di domenica, che già aveva richiesto l’intervento della polizia, tra due prostitute sudamericane e un cliente italiano, colpito con una bottigliata al capo […]. Tra le testimoni, altre ragazze sudamericane. Da qui è scattato il controllo a vasto raggio all’interno del residence. Gli investigatori in quella camera hanno trovato altre ragazze, nessuna in regola con le norme di soggiorno e denunciate per ingresso illegale nello Stato, con pratiche per l’espulsione avviate. Complessivamente sono state identificate 12 giovani dedite alla prostituzione, in corso ci sono ulteriori valutazioni su corretta registrazione persone alloggiate da parte della struttura”. Magari diverse ragazze avranno detto di essere venute dal Sudamerica per turismo, ma importante è il fenomeno che si ricava dall’accaduto.”

Ancisi e Ancarani, dopo avere richiamato che secondo la Costituzione italiana la potestà legislativa in materia di turismo è esclusiva delle Regioni e che la Regione Emilia-Romagna ha delegato al Comune “tutte le funzioni amministrative connesse all’esercizio […] delle strutture ricettive dirette all’ospitalità”, nonché delle “attività di vigilanza sulle funzioni di competenza” e dopo avere ricordato che il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) stabilisce che tutte le strutture ricettive “possono dare alloggio esclusivamente a persone munite della carta d’identità o di altro documento idoneo”, sono tenute “a consegnare ai clienti una scheda di dichiarazione delle generalità […] sottoscritta dal cliente” e devono “comunicare all’autorità locale di pubblica sicurezza le generalità delle persone alloggiate” (peraltro, le attività degli agenti di pubblica sicurezza, come sono pure quelli della Polizia locale, si esercitano anche vigilando sulle attività di prostituzione, come pure sulla permanenza illegale degli stranieri nel territorio dello Stato, affinché, soprattutto, non siano sottoposte a favoreggiamento doloso), affermano che “a prescindere dal fatto avvenuto, che il fenomeno non sembra sconosciuto alla nostra città essendo oggetto da anni di insistente vocio pubblico. Al riguardo, si sarebbe forse potuto compiere degli accertamenti anche solo seguendo facilmente su internet le tracce di questa specie di incontri che conducessero all’indirizzo di strutture ricettive ravennati viceversa destinate all’ospitalità; o anche mediante l’osservazione (seguita dalle eventuali conseguenti verifiche sul posto) delle schede dei clienti trasmesse da tali strutture all’autorità di PS riguardo alla congruità del loro regolare grado di occupazione rispetto ad un presumibile maggiore risultato logico, oppure ad eventuali squilibri tra le identità di genere delle persone ospitate e/o alla sovrabbondanza della loro provenienza da aree geografiche estere intuitivamente significative.”

Malgrado la formulazione un po’ fumosa, il senso è chiaro: a voler indagare verrebbe a galla di più su questo fenomeno che riguarderebbe anche altre strutture, non solo quella in questione, dicono in sostanza Ancisi e Ancarani, e c’erano e ci sono gli elementi per poterlo farle.

A ogni modo, dopo questa premessa, Alvaro Ancisi e Alberto Ancarani rivolgono al Sindaco l’irrituale domanda e cioè “se, assunte informazioni tramite il SUAP (lo sportello unico per le attività produttive, ndr), eventualmente attivando anche la Polizia Locale, e comunque in coordinamento con la Polizia di Stato, può confermare, per dovere di trasparenza verso l’opinione pubblica, che le notizie di stampa riportate in epigrafe corrispondono a verità sostanziale; se, in ogni caso, essendo almeno verosimile la base fondamentale dell’accaduto, egli ritenga di sottoporre il problema, nei suoi aspetti generali, al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto, affinché siano attivate le forze dell’ordine statali e quella comunale, in stretta sinergia tra loro e col SUAP del Comune di Ravenna, ritenendosi al riguardo necessaria una costante e assidua vigilanza in funzione di prevenzione e di eventuale repressione delle illegalità.”

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Commenti

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  1. Scritto da Lorenzo

    Il problemone di Ravenna

  2. Scritto da obezio

    Lasciatele lavorare in santa pace, se no poi ci tocca pagare il reddito di cittadinanza. Sacrosanto.

  3. Scritto da jack

    quanta ipocrisia per dare addosso a Bucci ……

  4. Scritto da batti

    se posso dare un consiglio al sindaco, è avallare la richiesta di questi due, punto
    è una situazione dove si rischia di fare danni enormi
    per entrare in una situazione del genere, ci vorrebbe tatto estremo che credo non ci sia
    allora muoversi per soddisfare la “cattiveria”dei richiedenti e pericoloso

    e quì mi fermo, le persone, sanno di cosa parlo

  5. Scritto da ba

    state lontani da sotto le lenzuole,punto
    c è di tutto, e si fanno danni inestimabili
    i signori consiglieri non hanno niente da fare e stanno lì ha studiarle
    senza pensare che conseguenze portono alle persone