Diffida al Liceo Artistico di Ravenna per l’uso della carriera alias. Il dirigente Dradi: “adottata da 5 studenti, non faremo passi indietro”

L’associazione ProVita&Famiglia, conosciuta ai più per le numerose campagne di affissioni portate avanti negli anni contro l’aborto e i diritti delle persone LGBT+, ha sferrato recentemente il suo ultimo attacco.

Nel mirino, questa volta, i diritti degli adolescenti transgender e non binari, che in alcune scuole più illuminate, si sono visti riconoscere l’accesso alla cosiddetta “carriera alias“, la possibilità in sintesi, di essere nominati tra le pareti scolastiche con il nome d’elezione, cioè il nome che lo studente ha scelto per sè, dal quale si sente rappresentato.

A Ravenna, questo percorso, nato con l’idea di tutelare gli studenti, garantendo loro più agio e benessere nel percorso scolastico e mirato a ridurre i fenomeni di abbandono e fallimento delle carriere di studio degli studenti con disforia di genere, è stato ad esempio adottato dal Liceo Artistico di Ravenna dove è disponibile a partire da questo anno scolastico ed è stato attivato da 5 studenti.

A ProVita& Famiglia però pare non stia bene, così ha inviato nelle scuole di tutta Italia e anche al Liceo Artistico Nervi-Severini una lettera di diffida di ben 4 pagine, nella quale, con toni tra l’incalzante e l’intimidatorio, invita il dirigente scolastico a “disapplicare e comunque fare tutto ciò che è in suo potere per ottenere l’annullamento del Regolamento scolastico” che prevede la carriera alias.

Se questo non avvenisse, o non fosse dato riscontro via pec alla diffida inviata, vengono minacciate azioni legali idonee “al ripristino della legalità, ivi compreso un esposto per eventuali illeciti di carattere penale”.

In proposito abbiamo interpellato il dirigente dell’Artistico, Gianluca Dradi, per capire che idea si è fatto di questa iniziativa e come intende rispondere.

Dradi conferma che la diffida è arrivata a fine novembre anche sulla sua scrivania, ma che non ha alcuna intenzione di retrocedere rispetto al percorso intrapreso e nemmeno di dare risposta alla lettera ricevuta.

“Quello che mi sento di dire – spiega – è che questa diffida equivoca e mistifica lo scopo e gli effetti della carriera alias, cioè creare un ambiente di studio e di vita accogliente e rispettoso delle differenze. Come è ben chiarito nel regolamento scolastico, non va ad incidere sui dati anagrafici delle persone. Inoltre deve essere richiesta dai genitori (si parla di studenti minorenni, n.d.r.), nel rispetto di una scelta educativa della famiglia e ha effetti solo interni alla scuola. Negli atti che hanno una valenza certificatoria e valore verso l’esterno, come ad esempio la pagella, ritorna in uso ovviamente il nome anagrafico. Si tratta semplicemente di uno strumento che permette allo studente con varianza di genere di trovare un clima rispettoso, che lo accetta per come è”.

Tra gli articoli di legge e i pronunciamenti della Cassazione citati dalla diffida per sostenere le ragioni dei ProVita, si fa riferimento anche all’art. 97 della Costituzione, sostenendo che la carriera alias sarebbe un “atto viziato da incompetenza e adottato in violazione di legge”, che “potrebbe comportare (o incitare a) la violazione della legge penale”. Riferimenti molto seri, che potrebbero scoraggiare più di un dirigente a desistere dal sostegno al percorso intrapreso, temendo di doversi difendere in sede legale da denunce o quant’altro.

“Non c’è nessun reato. Nemmeno quello di falsità, citato nella diffida – risponde però Dradi -. Falsità c’è quando si altera una situazione. Per fare un esempio concreto, ogni volta in cui il registro elettronico dialoga con la banca dati del Ministero, gli studenti lo sanno, viene ripristinato il nome anagrafico, anche perchè altrimenti non ci sarebbe corrispondenza con i codici fiscali registrati in sede ministeriale. Per il resto il registro elettronico ha valenza meramente interna e nessuno può venire “ingannato” sull’identità di uno studente, nè gli altri studenti, nè il personale, tanto meno i genitori stessi, che hanno firmato la richiesta”.

Quindi la diffida non ha valore dal punto di vista legale? “A mio parere no – conferma Dradi – e parte anche da presupposti giuridici sbagliati, nel senso che ormai la giurisprudenza ha cominciato da diversi anni ad affermare che l’appartenenza di genere è frutto di una convinzione psicologica, esistenziale, non solamente morfologica. Quindi, rispettiamo questa richiesta e questa identità”.

Addirittura, in una parte della diffida si fa riferimento al potenziale danno per gli studenti stessi che la richiedono “in quanto porta a consolidare una percezione soggettiva che, persino laddove sia accompagnata da una vera e propria disforia di genere è nella quasi totalità dei casi temporanea e risolta spontaneamente nella maggiore età”.

“Non è vero – aggiunge e conclude il dirigente scolastico -, non consolida nulla perchè la carriera alias è uno strumento flessibile, così come la si attiva la si può disattivare in qualunque momento, è solo un atto di accoglienza e inclusione degli studenti”.

 

Commenti

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  1. Scritto da Giovanni lo scettico

    Bigotti mettetevi il cuore in pace, siete fuori dal tempo. Una risata vi seppellirà.

  2. Scritto da garbino

    Ma chi sono provita & Famiglia? Bravo Dradi, avanti tutta

  3. Scritto da Eugenio

    Sembra di essere tornati alla santa inquisizione,coi Torquemada de noantri.

  4. Scritto da Infami

    Poveretti moralmente ignoranti ed ottusi ipocriti . Badassero ai loro marci valori che molto spesso sono rappresentati da bambocci violenti violentatori e disadattati .

  5. Scritto da agi62

    Solidarietà a Dradi, certo che questi “pro vita e famiglia” devono proprio stare male per rompere in quella maniera, bigottismo puro.

  6. Scritto da Ray

    Mentecatti repressi che non hanno nient’altro da fare che occuparsi di ciò che accade nelle mutande degli altri. Trogloditi beceri e violenti.
    E Dradi è un faro di democrazia.
    Necessariamente con lui in questa sfida contro il medioevo.

  7. Scritto da Roby

    Se i provita & famiglia riuscissero a capire il chiaro e semplice concetto che non si deve imporre il proprio credo ad altri, allora avremmo fatto un notevole passo verso la pacifica e serena convivenza.

  8. Scritto da Simone

    Ma sta gente come pensa? In quale epoca sta vivendo?
    Bravo Dradi, facciamogli un monumento per favore

  9. Scritto da Riccardo

    Mi viene da dire, ma che fastidio gli dà a questi “pro-vita” ? Visto che vifate chiamare così, vivete e lasciate vivere

  10. Scritto da Ma va la

    provita&famiglia è una associazione che andrebbe cancellata ed indagati tutti i suoi associati per evidente razzismo ed istigazione all’odio comprovata dalle affissioni di cartellonistiche inneggianti al diverso e vogliatemi concedere, anche contro tutti gli insegnamenti dottrinali della chiesa. Poveretti , devono aver perso qualche lezione o paragrafo della Bibbia e gli insegnamenti dell’altissimo. Siete alla stregua dei fanatici che perseguivano le streghe perchè DONNE LIBERE DI PENSIERO E VITA. Meditate è meglio

  11. Scritto da Simi

    Questi sono fuori dal tempo e anche fuori di testa.
    Sono “Pro vita e famiglia” ma contro la libertà dell’individuo.
    Ma basta! Bravo Dradi.