“Il mare sale, la costa affonda. Urge pensare a come salvarla” l’allarme dei geologi emiliano romagnoli

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Il maltempo degli ultimi giorni, con il mare grosso che ha causato nuove ingressioni marine nei lidi, ha portato in primo piano, ancora una volta, il problema della subsidenza, che interessa tutta la costa romagnola, in particolare l’area ravennate. La questione va ad intersecarsi con il tema dei cambiamenti climatici, che porta all’innalzamento dei mari e a situazioni critiche per le coste.

A questo proposito, il presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna, Paride Antolini ha commentato: “Ben tre mareggiate in 5 mesi. Esistono dinamiche geologiche da cui non possiamo sottrarci. I dati radar altimetrici e mareografici mostrano che l’aumento globale del livello del mare è accelerato negli ultimi anni e, attualmente, è di circa di circa 2 mm/anno nel Mediterraneo, mettendo in pericolo questi fragili sistemi”.

Circa il fenomeno della subsidenza ha poi precisato: “Sulla costa romagnola, negli anni ’80 era intorno a 20-30 mm/anno con punte di 55 mm/anno. Attualmente è di circa 2-3 mm/anno, in riduzione rispetto ai precedenti rilievi e compatibili quindi con una subsidenza di tipo naturale. Bisogna aggiungere poi il ridotto apporto di sedimenti lungo la linea di costa. Questi processi associati al riscaldamento globale e all’aumento dell’energia di tempeste nel Mediterraneo, mettono in pericolo e con un futuro incerto i fragili sistemi costieri minacciati da processi naturali e attività umane”.

“Quest’ ultima mareggiata è la terza in 5 mesi, dopo quelle di settembre e novembre 2022. In particolare, l’evento del 21 e 22 novembre scorso fu causato da una perturbazione con forti venti di burrasca sull’Adriatico, che fecero registrare un innalzamento straordinario del livello del mare con valori mai raggiunti negli ultimi trent’anni (1,47 metri al mareografo Arpae di Porto Garibaldi)”.

“Complessivamente i danni sono stati ingenti – aggiunge Antolini – e nel solo 2022, nella provincia di Forlì-Cesena, la Regione Emilia-Romagna ha messo a disposizione centinaia di migliaia di euro per la difesa della costa. Sempre nel 2022, la Regione Emilia-Romagna ha dato continuità, investendo oltre 20 milioni di euro, alla realizzazione di interventi di ripascimento di 15 chilometri di litorale, nell’ambito del cosiddetto Progettone”.

Come è noto, il ripascimento consiste nel prelevare sabbie dai giacimenti sottomarini localizzati al largo delle coste attuali, a 35 metri di profondità (indizio della presenza dell’antica linea di costa nell’ultima glaciazione) per contrastare l’erosione provocata dal mare.

“Il susseguirsi di eventi ci impone una riflessione sulla mitigazione dei fenomeni di ingressione marina in chilometri di spiaggia caratterizzati da criticità per erosione, subsidenza, innalzamento del livello marino – ha affermato -. E’ quindi importante potersi avvalere di strumenti di pianificazione, sia per l’area vasta che in ambito comunale, che tengano conto delle dinamiche geologiche nel lungo periodo, specialmente per gli insediamenti che hanno nel turismo rivierasco la loro vocazione. Un’attenta analisi degli scenari futuri (il tempo rappresentato da una o due generazioni) potrebbe evidenziare la criticità del mantenimento dell’attuale assetto costiero e delle strategie volte alla cristallizzazione dell’attuale situazione”.

“Le conoscenze in materia di geologia e geomorfologia sono in grado di contribuire ad una nuova stagione della pianificazione dell’ambito costiero – ha concluso Anotolini -, che preveda piani di adattamento, di arretramento che consentano il mantenimento delle attività economiche e sociali con una graduale trasformazione compatibile con l’evoluzione geologica del territorio ma soprattutto con le risorse economiche. In prospettiva, tali conoscenze sono in grado di portate un contributo applicativo alla pianificazione dell’ambito costiero, in prima battuta attraverso la formazione degli strumenti di pianificazione urbanistica dei comuni rivieraschi, come pure inquadrandosi nell’attuazione delle politiche regionali dedicate (Piano dello Spazio Marittimo, Strategia di Gestione Integrata) in corso di formazione”.

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Commenti

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  1. Scritto da Salvo

    Riprendere le estrazioni di gas davanti alla costa mi sembra un ottimo rimedio…

  2. Scritto da batti

    chiedetelo a mengozzi, che ha fretta di estrarre gas

  3. Scritto da Stefano

    Molto interessante quanto dichiarato…. “Sulla costa romagnola, negli anni ’80 era intorno a 20-30 mm/anno con punte di 55 mm/anno. Attualmente è di circa 2-3 mm/anno, in riduzione rispetto ai precedenti rilievi e compatibili quindi con una subsidenza di tipo naturale”. Considerando che negli anni ’80 l’estrazione di metano era almeno il triplo – se non il quadruplo – di quella attuale e che ancor oggi – e in futuro – non e’ possibile la perforazione fino a 9 km dalla costa, e’ evidente quale sia il reale effetto dell’estrazione del metano sulla costa……secondo quanto dichiarato, nessuno.

  4. Scritto da armando

    gli errori sono stati fatti anni e anni fa !!! e ora si pagano i danni.- Guardiamo Lido Adriano non c’era nulla e si sono costruiti stabilimenti , case , alberghi sulla spiaggia, che invece andavano costruiti a 300 – 400 metri dall acqua !!! altri esempi Lido di Savio – lido di Classe…Lido di Dante.-. e adesso si piange.- purtroppo anche nel Mondo stanno scomparendo Isole…che si fa ora ??? ighiacciai si sciolgono e l’acqua avanza.- Molto preoccupante.- Le risposte dei geologi ???? siamo in ansia per la nostra bella Ravenna, che fra tanti anni………..