Fase 2 dell’emergenza, i volontari offrono assistenza porta a porta contro gli sciacallaggi. Zitignani: “Partiti in 40, oggi siamo quasi 10mila”

È stato un semplice passaparola a mettere in moto il movimento di volontari, definiti anche “angeli del fango”, impegnati a gestire le gravi conseguenze dell’alluvione che ha colpito la Romagna, quasi un mese fa. “Un evento così eccezionale e inaspettato ha colti tutti impreparati – spiega Lorenzo Zitignani, tra i coordinatori dei gruppi volontari -. All’inizio infatti mancavano le risorse, si era molto in difficoltà, di conseguenza tramite conoscenze e passaparola, ci siamo attivati, coinvolgendo man mano sempre più gente. Nei primi 10 giorni dall’alluvione, in piena emergenza, eravamo quasi in 6mila“.

Lorenzo è nato e cresciuto a Ravenna, da anni vive a Bologna con la sua famiglia ed è proprio da questa città e da Ravenna che sono partiti i primi 40 volontari. “Fornace Zarattini è stata la prima località in cui il comune ci ha chiesto di intervenire. C’erano strade e case completamente allagate, abbiamo aiutato i tecnici che erano sul posto a gestire i primi interventi, siamo rimasti lì tutta la notte. Esperienza che ci ha fatto comprendere la gravità di quello che era capitato; – spiega Lorenzo, anche direttore del movimento ambientalista “Plastic Free” – così dal giorno dopo abbiamo contattato quanta più gente possibile”. Insieme a Lorenzo, anche Andrea Postorino, Vincenzo Apostolico, Federico Cortesi, Jessica Andreotti e Angelica Pantarelli, che dall’inizio dell’emergenza ad oggi non hanno mai mollato, continuando a gestire le squadre di volontari e le richieste di aiuto. Dopo Ravenna, anche Faenza, Conselice, Lugo e tutte le città maggiormente colpite. “Quando siamo arrivati a Faenza, che dire, avevamo davanti uno scenario che faremo fatica a dimenticare. Se non vedi, non puoi renderti conto del dramma, capitato a quella gente . C’erano case sommerse da 4 metri d’acqua, sembrava di stare dentro una piscina. In cosa consisteva il nostro lavoro? Eliminare il fango e svuotare completamente i piani più colpiti. E poi ancora, domandare alle persone di cosa avessero bisogno, come cibo, materiali, un posto dove dormire o un passaggio da amici e familiari che potevano ospitarli”. Si preparavano, quindi, i pasti da consegnare, si distribuivano materiali utili ai lavori di pulizia e da lì a poco, gestendo 6 gruppi Whatsapp e 3 su Telegram, gli “angeli del fango” sono diventati 10mila. Fra loro, i volontari di Plastic Free, della pagina social “Romagnoli popolo eletto” creata da Stefano Bernardeschi e molti ragazzi della curva del Ravenna calcio. “Tantissimi da tutta la Romagna e anche da altre regioni, come il Trentino, il Veneto, il Piemonte, la Puglia e la Calabria, che continuano tuttora ad arrivare – aggiunge Lorenzo -. C’è stata una risposta sorprendente in soccorso alla popolazione romagnola, un circolo di solidarietà che si è alimentato da solo”.

volontari

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In foto Lorenzo Zitignani nelle zone alluvionate

Gli angeli del fango sono intervenuti in tutti le zone più martoriate dall’acqua, organizzandosi in gruppi di lavoro, su turni e confrontandosi sempre con le informazioni che giungevano dai canali ufficiali dei comuni. Un’organizzazione costruita principalmente grazie ai social, quando la tecnologia e il digitale si rivelano utili a “fare rete” e creano veri e propri “movimenti umanitari”. “Adesso siamo alla fine delle opere di pulizia, fango da spalare non ce n’è praticamente più, tuttavia le problematiche restano. Siamo entrati nella fase due, dove le persone si rendono conto di quanto loro accaduto e di aver perso gran parte dei loro beni, c’è chi non può più entrare in casa. Parliamo inoltre di paesi spesso piccoli, più isolati degli altri, come Conselice ad esempio, dove si trovano anche molti anziani. Qui le conseguenze psicologiche possono essere devastanti” prosegue Lorenzo. Per venire incontro ai cittadini, i comuni hanno predisposto veri e propri “supermercati solidali” all’interno di strutture e palestre, in cui gli alluvionati possono recarsi e prendere gratuitamente ciò di cui hanno necessità.  “È sfuggito, però, un fatto importante: queste persone spesso non hanno più un’auto, sono anziane e non sanno come muoversi. In più non mancano episodi di sciacallaggio massiccio, c’è chi ne approfitta e fa razzia dei beni messi a disposizione. Il nostro lavoro, quindi, consiste nell’offrire assistenza a domicilio”.

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Così i volontari, con un servizio porta a porta, raccolgono le diverse richieste e distribuiscono scatole con viveri e materiali, per evitare il verificarsi di spiacevoli situazioni. “Nonostante ci sia ancora tanto da fare, grazie alla marea di gente che ha deciso di dare una mano, giorno dopo giorno assistiamo a notevoli miglioramenti. E questo ci sprona a continuare, anche quando si è stanchi e poi bisogna incastrare tutto, come gli impegni legati alla propria vita personale. Raccontiamo cosa è accaduto e sta accadendo, non per metterci in mostra, come qualcuno ha detto, ma perché speriamo che le nostre testimonianze arrivino anche a chi non ha visto né vissuto direttamente la tragedia, così da prenderne coscienza” conclude Lorenzo.

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Chi volesse partecipare alle attività dei volontari, può contattare Lorenzo Zitignani sui social.