I cozzari di Marina di Ravenna con il loro bottino di Cozze Selvagge, poche ma buonissime, cresciute in acque di classe A certificate dall’Ausl foto

Se andate fra le 8 e le 10 ogni mattina d’estate (dal lunedì al venerdì, non nel weekend) in Molo Dalmazia a Marina di Ravenna potete tranquillamente imbattervi nel ritorno in porto dei cozzari delle due cooperative incaricate della raccolta: Nuovo Conisub e La Romagnola. Le barche e gli equipaggi sono otto e si spingono al largo per raccogliere le Cozze Selvagge di Marina di Ravenna, dove ci sono le piattaforme e dove le acque sono più fresche e pulite. Stiamo parlando delle piattaforme Eni che si trovano anche a oltre 25-30 miglia dalla costa, in un tratto di mare che va da Pesaro a Chioggia. 

Cozzari

Otto barche con quattro persone di equipaggio per barca. Trentadue pescatori complessivamente, a volte qualcuno in più. Sono di tutte le età, ci sono anche dei giovani. Prestanti, perché bisogna saperci andare là sotto. Vederli scaricare le cozze è uno spettacolo: questi sono i cozzari di Marina. Tutti sommozzatori esperti e specializzati, OTS Operatori Tecnici Subacquei con brevetto. Questi standard di professionalità sono richiesti espressamente dalla concessione Eni per raccogliere le cozze dalle piattaforme. È un mestiere difficile ma non è pericoloso, però bisogna rispettare le regole: insomma non ci si improvvisa cozzari. E ogni barca si tiene il suo pescato. Anche perché c’è un discorso di tracciabilità del prodotto. Ogni barca ha il suo registro, dove viene riportata l’area di mare e la piattaforma in cui ha raccolto. Nel primo video questa mattina 20 giugno i cozzari del Nuovo Conisub le hanno raccolte dalla piattaforma Garibaldi A a 11 miglia.

Le Cozze Selvagge di Marina di Ravenna crescono infatti alla base delle piattaforme Eni in mare e i cozzari si immergono fino a 12 metri di profondità per raccoglierle. Il lavoro è duro e non è per tutto l’anno, perché la stagione delle cozze di solito dura circa quattro mesi. E nel 2023 la raccolta è anche partita in ritardo di un mese per il maltempo che ha imperversato in maggio. Il lavoro quest’anno ha una medaglia con due facce: una bella e l’altra brutta. Partiamo dalla brutta: il prodotto è più scarso di altri anni, perché nel 2022 ha piovuto troppo poco e ha fatto troppo caldo, quindi le cozze – come dicono loro – sono rimaste “più magre e salate e non hanno gettato il seme” per far crescere tante cozze quest’anno.

La faccia bella è che quest’anno le Selvagge di Marina di Ravenna sono molto grosse, carnose e buonissime. Chi le ha mangiate non se ne è pentito. Le piogge hanno diminuito la salinità dell’acqua, raffreddato il mare e nutrito le cozze che sono diventate più grandi e più piene, dicono i cozzari. E sulla salubrità non c’è nessun dubbio, perché ogni 15 giorni vengono fatte le analisi delle acque (di classe A) nei tratti di mare in cui le cozze crescono e sono raccolte. Anzi le analisi quest’anno si fanno più spesso degli altri anni proprio per controllare meglio e rassicurare i consumatori, dopo quanto è accaduto in maggio. Ausl Romagna le ha fatte il 1° giugno e le ha ripetute il 12 giugno e l’esito è stato in entrami i casi positivo: l’acqua è in buona salute. Alla faccia dei malpancisti da tastiera che sui social fanno gli schizzinosi “e poi portano i loro figli a festeggiare il compleanno al fast food” mi dice un cozzaro: come a dire che le Cozze di Marina di Ravenna certificate e sane, sono cento volte meglio del junk food. D’altra parte le cozze non sono raccolte, trattate né commercializzate se non c’è il nulla osta dell’Ausl. E bisogna aggiungere che la sapienza dei pescatori racconta quanto la capacità autorigenerativa del mare sia inimmaginabile, in grado di superare anche gli eventi estremi a cui abbiamo assistito alcune settimane fa.

La Romagnola è capofila del progetto che ha portato anche alla creazione del marchio per le Cozze Selvatiche di Marina di Ravenna in collaborazione con Nuovo Conisub, con la consulenza specialistica del Centro Cestha e del Centro per l’innovazione della Fondazione Flaminia. L’obiettivo è valorizzare il prodotto. Farlo conoscere meglio. Con tutte le garanzie del caso che comporta un marchio di qualità. Vuol dire prodotto super controllato, che si può acquistare con fiducia, con un disciplinare per cui chi opera nella filiera del prodotto, dai pescatori ai produttori, dai grossisti ai ristoratori, tutti devono rispettare le norme tese a valorizzare l’integrità e la qualità particolare della Cozza Selvaggia di Marina di Ravenna.

Il valore della Cozza Selvaggia di Marina di Ravenna è cresciuto negli ultimi anni anche grazie alla Festa della Cozza che si tiene ormai da 10 anni a Marina di Ravenna organizzata da Slow Food e Tuttifrutti – con il patrocinio e il contributo del Comune di Ravenna – e che quest’anno si tiene dal 23 al 25 giugno. La festa è un momento importante, frutto della collaborazione di tanti soggetti, dai pescatori al Comune al Cestha, da Slow Food a Tuttifrutti ai ristoratori che propongono le cozze selvagge nei loro menù. E quest’anno viene anche riconfermata la gita in mare organizzata da Eni: i posti sono andati a ruba, già esauriti. Nell’edizione 2023  poi c’è anche una proposta speciale legata alla solidarietà per chi è stato colpito dall’alluvione.

Infatti, parte dell’incasso realizzato con la vendita dei piatti a base di cozze negli stand in Piazzale Molo Dalmazia a Marina di Ravenna sarà devoluto a chi è stato alluvionato, sul conto “UN AIUTO PER RAVENNA”: per ogni piatto acquistato a base di cozze 1 euro sarà versato per la solidarietà. Gli stand in Molo Dalmazia saranno gestiti da Circolo Aurora Osteria & Cultura, Food Truck Savut, Osteria L’Acciuga, Ristorante del Mercato Coperto Ravenna e naturalmente dai Pescatori di cozze di Marina di Ravenna.