Lavoro al centro della Festa dell’Unità a Ravenna con Schlein, Dìaz, Orlando, Landini e don Ciotti. Tanto pubblico e parole di lotta per la dignità, i diritti e il salario foto

Alla Festa nazionale dell’Unità di Ravenna ieri 6 settembre si è parlato soprattutto di lavoro, salario minimo e diritti dei lavoratori di fronte a un pubblico numeroso, molto caldo e incline all’applauso. Due i confronti. Al primo hanno preso parte la segretaria dem Elly Schlein tornata alla festa dopo l’inaugurazione del 30 agosto, l’ex ministro Andrea Orlando e la leader della sinistra radicale spagnola Yolanda Dìaz, alleata del socialista Pedro Sànchez e in procinto di ricostituire un governo unitario progressista dopo il voto del 23 luglio. Nel secondo dibattito a confronto il leader della Cgil Maurizio Landini e don Luigi Ciotti di Libera. In entrambi i momenti, c’è stato il ricordo commosso delle vittime sul lavoro della strage di Brandizzo.

Festa Unità

Apre l’ospite Yolanda Dìaz – un biondo smagliante, uno spagnolo accattivante e una grande combattività – che con la sua formazione SUMAR ha riunificato la sinistra radicale spagnola, ha ottenuto il 12% dei voti ed è oggi la grande alleata del PSOE di Pedro Sànchez. Di fronte ad una platea entusiasta, ha detto che dopo il voto di luglio ci sono le condizioni per ridare alla Spagna un governo progressista in alternativa alla destra del PP e all’ultradestra di VOX. Ha parlato degli ultimi colloqui con l’autonomista e indipendentista Carles Puigdemont che – dice – sono andati bene e aprono la prospettiva al nuovo governo di Sànchez: “La nostra diversità è ricchezza. Saremo migliori essendo diversi” dichiara Dìaz con ottimismo contagioso.

Yolanda Dìaz

Yolanda Dìaz in Spagna ha fatto una legge sul lavoro che si può dire rivoluzionaria, dice chi la presenta, perché ha ridotto la precarietà (ha limitato di molto la possibilità di fare contratti precari), ha stimolato il passaggio dai contratti da tempo determinato a tempo indeterminato (in Italia siamo al 6%, in Spagna al 16%), ha fatto crescere l’occupazione e aumentato i salari, ha fatto crescere del 47% il salario minimo (che in Spagna c’è già) portandolo a 1.080 euro, ha diminuito del 4% la differenza salariale fra uomini e donne. Le chiedono come ha fatto e lei risponde semplicemente “con il dialogo sociale” e “ricordando che sono figlia di lavoratori e sono al governo per difendere gli interessi dei lavoratori”. E giù applausi.

In prospettiva delle elezioni europee 2024, Dìaz dice che non deve tornare il vecchio patto di stabilità, che Spagna, Francia e Italia possono lavorare insieme per un nuovo patto di stabilità espansivo, che punti su un’Europa sociale, che sostiene i ceti più deboli e i lavoratori, insomma più vicina ai cittadini. Critica fortemente la politica restrittiva della BCE (e ne chiede la riforma), che alza i mutui e impoverisce le famiglie. E su Giorgia Meloni dice che è a capo di un partito e di un governo reazionario e negazionista sul clima, sui diritti, sulla giustizia sociale.

Festa Unità
Diaz Schlein

La segretaria Pd Elly Schlein arriva con qualche minuto di ritardo e subito ecco un caldo abbraccio con la Dìaz, poi la ringrazia per avere fermato in Spagna l’ondata nera. Schlein ricorda la battaglia dell’estate per introdurre il salario minimo in Italia che continua, anche perché è una misura “popolare, condivisa da oltre il 70% degli italiani”. In Italia ci sono 3,5 milioni di lavoratori poveri e la destra non solo non vuole il salario minimo ma ha cancellato il reddito di cittadinanza e cancellato le norme che limitavano un poco i contratti precari. “Questa destra se la prende con i poveri e fa la guerra ai poveri anziché alla povertà – ripete lo stesso concetto che aveva scandito all’apertura della festa – come se essere poveri fosse una colpa.”

Festa Unità

Dal palco saluta calorosamente Landini che fa il suo ingresso nel tendone degli incontri ed è accolto da un applauso. “La nostra proposta – aggiunge Schlein – vuole ottenere il minimo salariale e allo stesso tempo rafforzare la contrattazione collettiva. E ci battiamo anche per una legge sulla rappresentanza sindacale.” Poi ribadisce con forza: “Sotto una certa soglia di salario non è lavoro è sfruttamento.” E ancora: “Questo governo ha reintrodotto i voucher e aumentato i contratti precari… la precarietà è nemica della sicurezza sul lavoro. Il lavoro va tutelato. La Repubblica è fondata sul lavoro non sullo sfruttamento.”

Andrea Orlando parte dalle battaglie in Europa per introdurre la direttiva sul salario minimo e per combattere lo strapotere delle piattaforme (da Amazon in giù), tutte battaglie che in Italia con questo governo si sono arenate. Tesse le lodi dell’alleanza fra Sànchez e Dìaz in Spagna, basata “non sulla competizione per rubarsi i voti a sinistra, ma per andare a prendere i voti fra gli astenuti e nel campo avversario”.

L’ex ministro batte sulla necessità del salario minimo, sul quale anche una parte del sindacato ha cambiato posizione e ora è favorevole. “Il salario minimo non è la rivoluzione – chiarisce – ma significa fermare la schiavitù. Perché se uno lavora 25 giorni al mese ed è povero, questo non significa che ha un lavoro, significa che è schiavo.” Per Orlando bisogna fare una grande battaglia contro le disuguaglianze. Se Olivetti diceva che un manager doveva guadagnare al massimo 20 volte più di un dipendente, “ora bisogna sapere che il ceo di Amazon guadagna 4.200 volte quello che prende un suo dipendente”. Per l’esponente dem siamo di fronte a un capitalismo selvaggio, fondato su diseguaglianze enormi, che mettono in crisi tutto il sistema. E infine ammette che “molte persone si sono allontanate dalla politica perché pensano che la politica non li tuteli più”. È un accenno di autocritica, rispetto a ciò che il Pd poteva fare e non ha fatto nel recente passato e dunque una sottolineatura chiara del nuovo corso impresso da Elly Schlein che vuole tornare a parlare ai lavoratori di lavoro, dignità, salario, diritti, sicurezza.

E infatti Elly Schlein chiude ribadendo i temi della campagna d’autunno del Pd – anche mobilitandosi insieme alle altre opposizioni contro la manovra economica della destra che ha altre priorità – fondata sul lavoro, sul salario a partire da quello minimo e sulla lotta alla precarietà, per arrivare alla difesa e al miglioramento della sanità pubblica e della scuola pubblica.

Elly Schlein
Maurizio Landini

Dopo Schlein, Dìaz e Orlando tocca al confronto fra Maurizio Landini e don Luigi Ciotti accolti da fragorosi applausi. Il leader della Cgil con la sua solita grinta attacca subito: “La teoria che non ci sono soldi per fare le cose è una bugia: il governo se vuole i soldi li va a prendere dove sono, invece li prende sempre da chi lavora e dai pensionati. E in un paese dove c’è già un’evasione fiscale da 100 miliardi fa altri condoni.” E poi subito dopo aggiunge che bisogna aumentare i salari e rinnovare i contratti e sfida il governo: “Siccome è datore di lavoro, quanti soldi mette nel rinnovo dei contratti della sanità e del pubblico impiego?”

Per Maurizio Landini la questione fiscale è centrale: “Serve un nuovo patto di cittadinanza perché con le tasse bisogna pagare i servizi, dalla sanità alla scuola. Non è possibile che un lavoratore paghi il 40% di tasse e il suo datore di lavoro sul profitto che ha ottenuto grazie al lavoro di quel dipendente paghi solo il 20%.” Parla di “enorme livello di ingiustizia” e ricorda che ci sono tanti grandi evasori fiscali già individuati che “continuano a non pagare: li vadano a prendere quei soldi!”

Naturalmente il leader Cgil parla delle morti sul lavoro: “Otto morti da lunedì ad oggi, non ci sono solo i morti di Brandizzo. Più di 600 dal 1° gennaio e 1.090 in tutto il 2022. Oltre 20 mila negli ultimi 20 anni.” Uno stillicidio che deve finire per Landini, che punta il dito sulla logica dei subappalti e del lavoro precario, mal pagato e insicuro (“da qualche parte hanno appaltato perfino un Pronto Soccorso” dice). Si scaglia in particolare contro il precariato e si dice pronto a lanciare la raccolta firme per il referendum contro il Jobs Act di Matteo Renzi (anche se non viene citato esplicitamente), perchè, tuona Landini “negli ultimi 30 anni, tutti i governi, chi più chi meno, hanno aumentato la precarietà con la scusa che la flessibilità avrebbe aumentato l’occupazione. Invece la gente è più povera di prima.” Parole che sono suonate nelle orecchie anche di molti dirigenti Pd, che quel referendum sul Jobs Act preferirebbero non farlo. Landini legge nel pensiero e dice: “Mi chiedono perché lo fai, potrebbe andare male. Io non so come andrà, ma se non facciamo niente abbiamo già perso!”

Intanto Maurizio Landini lancia sulla piattaforma della Cgil una manifestazione per sabato 7 ottobre e invita o sfida tutti ad esserci.

Festa Unità

Don Luigi Ciotti, il prete di Libera che da decenni lotta contro la mafia, parte dai suoi temi e ricorda che al nord la mafia esiste da decenni, che mafia e corruzione sono cancri che si mangiano il sistema e impoveriscono tutti. Ammonisce che quelli che denunciano illegalità e sfruttamento sui luoghi di lavoro spesso vengono uccisi come probabilmente è accaduto a un giovane che ha recentemente realizzato un video di denuncia: ora è scomparso e lo stanno inutilmente cercando.

Infine ribadisce che la legalità – da non confondere con il legalismo – è importante ma è solo un mezzo, “per raggiungere il vero obiettivo che è la giustizia sociale e la giustizia ambientale” riecheggiando le parole di Papa Francesco.

Commenti

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  1. Scritto da Marco

    Ma tutta sta genti fino ad un anno fa dov’era??