Federica pedagogista, dopo 18 anni lascia il posto fisso e avvia la sua attività. “I sogni non vanno tenuti nel cassetto” foto

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Federica Zampighi ha quasi 42 anni ed è una pedagogista. Dopo 18 anni di lavoro da dipendente presso un ente pubblico, ha deciso di cambiare vita e avviare una sua attività, che svolgerà tra Ravenna, Lugo, Forlì e Cesena. Ci racconta che è stata una scelta ponderata e fatta con il cuore, per realizzare i suoi sogni e svolgere un lavoro che fosse più incline a lei, ai suoi bisogni e a quelli della sua famiglia. Rimettersi in gioco non è stato certamente facile, ma quando si ha una passione così forte, tutto alla fine trova il giusto incastro. Oggi Federica ha lanciato i suoi primi corsi dedicati al mondo femminile e in particolare a quello delle mamme.

Federica

“Aver vissuto 18 anni all’interno di un unico contesto lavorativo – racconta – significa aver dedicato freschezza professionale, competenza, dedizione ad un progetto a cui ho creduto con passione. A 24 anni ho iniziato a lavorare come educatrice per un ente pubblico. Negli anni la mia professionalità è cresciuta, ho studiato tanto per continuare a formarmi. Per 10 anni ho lavorato con contratti precari, nel 2017 è arrivato il “concorso della vita”, che pensavo avrebbe potuto stabilizzare la mia condizione, continuando a svolgere il mio amato lavoro di pedagogista, raggiungendo il tanto agognato posto fisso, quello a cui tanti ambiscono. Il concorso si è concluso come speravo, ma all’interno di una organizzazione le risorse vengono allocate in base a valutazioni di varia natura”. Da allora, prosegue, si è occupata di un ambito differente da quello che sentiva suo, un nuovo contesto, affascinante da alcuni punti di vista, anche prestigioso. Tuttavia sentiva che la parte amministrativa prevaleva su quella relazionale e sempre di più avvertiva il bisogno di recuperare una parte di se stessa che non riusciva ad avere sufficiente spazio.

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Sull’onda di “Se lo senti lo sai” di Jovanotti e perché, come canta Caparezza, “devi fare ciò che ti fa stare bene”, Federica è arrivata dopo anni di riflessioni travagliate a dimettersi dal suo incarico per dare finalmente spazio ai suoi sogni. “Sentivo di non poter rimandare progetti e formazioni. La vita non è infinita e pensavo: se non ora quando?. L’illustratrice Burabacio dice che “i sogni nel cassetto fanno la muffa”. Oggi voglio “fare un lavoro che mi dà benessere e genera benessere negli altri”. Sono nata come pedagogista in un servizio dedicato alle famiglie e per me è vitale fare un lavoro a contatto con le storie, le emozioni, le riflessioni dei genitori che una volta diventati tali si interrogano sulla loro identità. Al contempo mi interessa molto anche la formazione del personale dei servizi educativi 0-6 anni e dell’ambito materno infantile”.

Federica ha avviato la sua attività lo scorso aprile e da allora il suo “raccoglitore del futuro”, in cui scriveva progetti di tanti tipi, è già parzialmente confluito nel “raccoglitore dei progetti che sono diventati realtà”. In più ha guadagnato, ci dice, non solo un tempo, ma anche un modo diverso di stare con la famiglia.

“Sono sposata e ho un bimbo di 5 anni. Spesso uscivo alle 7.30 e tornavo anche dopo cena. Per quanto fosse interessante parte di quello che svolgevo, quel ritmo non poteva essere per me sostenibile, sia per la distanza dal posto di lavoro, ma anche per alcuni impegni permanenti nel tardo pomeriggio. Dopo 12 ore fuori casa, mi rimanevano davvero poche ore di veglia, se non minuti da trascorrere con i miei cari, spesso con la mente vagante in alcune preoccupazioni lavorative. Volevo essere anche più presente per la mia famiglia d’origine. I figli crescono, i nonni invecchiano. Tutti hanno bisogno di essere guardati, compresa la casa, oggetto di lavori continuamente rimandati per mancanza di tempo, che però mi generavano grande frustrazione, rientrando nell’elenco degli incompiuti. Ora metto in campo con nostro figlio una diversa qualità della relazione proprio per un tempo più pieno che posso dedicare a lui e mi rendo più utile alla mia famiglia d’origine. Ho imbiancato casa e ristrutturato la cucina del nostro appartamento al mare: traguardi impensabili “nella vita precedente” e raggiunti solo in pochissimi mesi!”.

E per quanto riguarda la nuova attività lavorativa Federica racconta di aver intanto avviato alcuni corsi di massaggio per genitori e neonati presso due Centri per le famiglie della Romagna. Da settembre partiranno diverse formazioni per il personale dei servizi 0-6 anni presso alcuni Comuni della nostra zona. “Ho lanciato alcune attività di gruppo per genitori a Lido Adriano, dove trascorro le vacanze, per condividere le esperienze della genitorialità sia con incontri a tema “classici”, sia con attività nuove, come le “Passeggiate pedagogiche”, da me progettate. Le mamme hanno poco tempo e, vista la concorrenza dei social su questi temi, bisogna essere creativi e inventare nuovi modi di aggregare. Vorrei riavviare a breve le consulenze educative individuali e di coppia, in presenza e on line”.

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Federica

Sul fronte del sostegno alla genitorialità le mamme, spiega Federica, sono generalmente più inclini ad aderire a incontri di gruppo o a chiedere momenti individuali o di coppia per confrontarsi sulla loro relazione con i figli. Nei servizi educativi 0-6 anni e nell’ambito materno-infantile lavorano prevalentemente donne che a vario titolo si occupano di cura. “Per quanto questi compiti siano meravigliosi e capaci di “riempirci”, portano naturalmente con sé una dose di frustrazione, fatica, rabbia che ha bisogno di trovare uno spazio di accoglienza e rielaborazione. Mi piace dire che “prendersi cura della cura che si offre è un atto d’amore”, perché tutto ciò che facciamo per i nostri figli o per le persone di qualsiasi età con cui siamo in relazione ha bisogno di essere compreso e pensato. Il modo in cui lo facciamo necessita di una consapevolezza, non può essere solo un agito”.
Da ultimo Federica ha lanciato anche i “Cerchi al femminile on the beach”: incontri dedicati ad un pubblico di donne a partire da un modello che si chiama Mother Nature, di cui sono – ci spiega – facilitatrice. “L’idea è di poter creare opportunità di incontro tra donne di qualsiasi età, alla ricerca di quella condivisione e quello spirito di sorellanza che si crea nel momento in cui sappiamo di poter essere ascoltate, in modo empatico e senza giudizio, aprendo il nostro cuore. La spiaggia, poco dopo l’alba, è un luogo suggestivo e ideale per condividere emozioni, riflessioni, gioie, mal di pancia e sassolini nelle scarpe sul nostro essere donne, nelle diverse stagioni della nostra vita. Un proverbio dice che “la mano che muove la culla muove il mondo”, ma per poterlo fare abbiamo bisogno di solidarietà, vicinanza emotiva, supporto, come le donne possono fare tra loro”.

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Per maggiori info: facebook Federica Zampighi Pedagogista; instagram federica_zampighi_pedagogista.

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