Nuovo Palasport Ravenna: i lavori proseguono all’interno, poi vengono assemblate e montate coperture. Del Conte non si sbilancia sui tempi del cantiere

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Eppur si muove. Galileo Galilei pare abbia pronunciato questa frase di fronte a un tribunale. I ravennati possono pronunciarla malgrado i tribunali stiano facendo venire l’infarto a chi lavora al cantiere del nuovo palasport di Ravenna, in Viale Europa, di fronte al Pala De André.

Se l’assessora Federica Del Conte si è sbilanciata a dire che entro la fine del 2024 le porte del nuovo Parco Urbano nell’ex caserma Alighieri saranno aperte, certo si guarda bene dal prendere impegni sull’apertura delle porte del nuovo palasport. Troppe incognite. Troppe decisioni che sfuggono al controllo e alla responsabilità del Comune di Ravenna.

Qui è proprio il caso di incrociare le dita, fra interdittive antimafia che bloccano i lavori, ricorsi accolti che li fanno ripartire, nuovi pronunciamenti che li bloccano di nuovo e nomina di un commissario che li rimette in moto. Un commissario che è in prossima scadenza: e dopo che può succedere?

La storia delle interdittive ha rappresentato una spina nel fianco di questo progetto fin dal suo avvio, portando anche al cambiamento in corso d’opera della ditta che esegue i lavori per conto del Consorzio Stabile Research di Salerno, che si è aggiudicato l’appalto. Dalla fine del 2020 in Viale Europa, infatti, ci sono gli addetti di Cear Ravenna. La Passarelli fu defenestrata dopo la prima interdittiva antimafia e ne nacque un contenzioso con il Comune di Ravenna, vinto da quest’ultimo.

Dopo questa vittoria, il Comune di Ravenna non ha mai però potuto revocare l’appalto al Consorzio Stabile Research, nemmeno dopo le successive interdittive (e malgrado le richieste in questo senso dell’opposizione), per timore non solo di vedere bloccato il cantiere ma soprattutto per il rischio di andare incontro a onerosi contenziosi a danno del comune.

Finora il Comune di Ravenna in qualche modo ha avuto ragione, perché, pur fra non poche difficoltà e malgrado qualche stop and go di troppo, il cantiere è andato avanti in questi anni. Si tratta certamente di una grande opera controversa – molti lo ritengono un inutile doppione del Pala De André, mentre chi lo ha voluto lo ritiene indispensabile per organizzare grandi eventi sportivi, fieristici e spettacolari – il cui costo in questi anni non ha fatto che lievitare, come tutte le opere pubbliche, passando dai circa 16 milioni di previsione agli oltre 22 milioni attuali.

cantiere palasport

UN PO’ DI STORIA

Il nuovo palasport in effetti non era nel programma di governo di Michele de Pascale del 2016, spuntò un po’ a sorpresa un anno e mezzo dopo.

Settembre 2017: il progetto viene presentato per dare vita a una vera e propria Città delle Arti e dello Sport, dove sia possibile l’organizzazione di eventi di grande rilevanza, dalle manifestazioni culturali di forte richiamo, come concerti di artisti di fama, ad importanti fiere, che sia la ‘casa’ delle squadre sportive ravennati e possa ospitare competizioni di livello internazionale.” Il Comune di Ravenna quindi decide di affiancare al Pala De Andrè, capace di 3.340 posti a sedere, una nuova struttura, che avrà circa 6.000 posti a sedere nella configurazione per partite di basket e pallavolo, mentre per gli altri tipi di eventi la capienza potrà essere differenziata in base alle esigenze.

Dicembre 2017: viene approvato il progetto preliminare del nuovo palazzetto polivalente per lo sport, le arti e gli eventi che, dopo una prima fase di studio e riflessione, è già divenuto sostanza essendo finanziato nel Piano Triennale degli investimenti 2018/2020. Circa 16 milioni di Euro la spesa prevista.

Novembre 2018: viene presentato il progetto definitivo, con l’obiettivo di iniziare i lavori nel 2019 e fare l’inaugurazione per la primavera del 2021 in tempo per la fiera biennale dell’Oil&Gas OMC.

Autunno 2019: parte il cantiere con l’appalto affidato al Consorzio Stabile Research che consegna l’esecuzione alla Passarelli, la ditta che stava già eseguendo i lavori per il palazzo dei servizi comunali in via Berlinguer.

Marzo 2020: il cantiere si ferma per il Covid.

Primavera-estate 2020: prima interdittiva antimafia che colpisce Passarelli e successiva esclusione di Passarelli dal cantiere.

Fine 2020: Consorzio Stabile Research affida il cantiere a Cear Ravenna.

Inizio 2021: il cantiere del palasport riparte.

Aprile 2022: una prima interdittiva antimafia colpisce il Consorzio Stabile Research che fa ricorso e può continuare a operare.

Febbraio 2022: scoppia la guerra con l’aggressione della Russia all’Ucraina, con conseguente crisi delle materie prime e dei prezzi.

Marzo 2024: viene ripristinata l’interdittiva antimafia (il Consiglio di Stato con decisione n. 2388/2024 ha accolto il ricorso del Ministero dell’Interno e, in riforma della sentenza del Tar Campania ha ripristinato l’interdittiva antimafia del Prefetto di Salerno (prot. 61653/2022), in danno del Consorzio Research). Successivamente la Prefettura di Salerno nomina un commissario per proseguire l’attività del Consorzio Research impegnato su diversi importanti cantieri in Italia.

Federica Del Conte

L’INTERVISTA ALL’ASSESSORA FEDERICA DEL CONTE

Assessora Del Conte, a che punto siamo con il nuovo palasport?

Si stanno completando le strutture portanti dell’opera. Durante l’estate è stato consegnato sul cantiere tutto il materiale per la copertura, che cuba 800 tonnellate di acciaio. Sul posto il materiale verrà assemblato e poi si passerà alla fase di montaggio, realizzando le capriate, unendole e coprendole, fino alla chiusura di tutto l’involucro del palasport. La ditta esecutrice dei lavori sta andando avanti anche se da fuori il lavoro non si vede, perché sta montando le tribune: siamo al secondo e terzo livello delle tribune.”

Ma lei non vuole ancora sbilanciarsi sui tempi di completamento dell’opera?

No, perché ci sono troppe variabili in ballo, che non dipendono dalla nostra volontà. Dico solo che i lavori continuano.”

Si riferisce alla vicenda dell’interdittiva antimafia che non è ancora conclusa?

Esatto. Le cose da fare dal punto di vista tecnico sono chiare e le stiamo facendo. Però, come sa, ed è già successo in più occasioni, ci sono stati provvedimenti di natura giudiziaria, che non dipendono dalla nostra responsabilità, che hanno portato a uno stallo dei lavori e poi alla successiva ripresa con altri provvedimenti di segno diverso. Serve prudenza, finché la vicenda giudiziaria non è conclusa. Io spero che la cosa si risolva positivamente per il prosieguo del cantiere. Per questo non possiamo ancora dare dei tempi di riferimento per il completamento dell’opera.”

La questione delle materie prime e dei prezzi – che hanno fatto lievitare l’investimento ben oltre i 20 milioni di euro – è ancora una spina nel fianco o è in qualche modo rientrata?

Ad oggi la situazione non è ancora rientrata. Come sa, c’è una normativa nazionale apposita – definita con due decreti ministeriali – che va a regolare le compensazioni per gli aumenti dei prezzi nelle opere pubbliche, che è un fatto generalizzato. I decreti definiscono le modalità con cui le aziende possono accedere ai fondi che lo Stato mette a disposizione per queste compensazioni di prezzo, oppure per cui interviene il Comune con risorse proprie, prese dai quadri economici dei cantieri. La situazione del cantiere del palasport di Ravenna è questa: il Comune si è fatto carico delle compensazioni per il primo semestre del 2024, e faccio notare che l’opposizione in Consiglio comunale incomprensibilmente ha votato contro una misura che va incontro alle esigenze delle ditte che lavorano nei cantieri pubblici del Comune di Ravenna. Per il 2023 sono state liquidate dallo Stato le compensazioni relative a 3 trimestri su 4. Per il 2022, poi, che è stato l’anno più critico, lo Stato ha liquidato solo un semestre. Quindi, alle ditte mancano ancora le compensazioni statali degli aumenti di prezzo per un semestre 2022 e un trimestre 2023.”

Ma come funziona il meccanismo delle compensazioni?

In relazione alle lavorazioni eseguite e certificate, seguendo le indicazioni di questi decreti statali che definiscono i parametri per cui si calcola il valore di questi lavori, si procede ad un aggiornamento del valore sulla base dei prezzari vigenti, nel periodo in cui i lavori sono stati fatti. Questo meccanismo è nato dalla necessità di andare incontro alle ditte esecutrici delle opere pubbliche in un periodo di aumento folle dei prezzi, a partire dal 2022. Se non ci fosse questo meccanismo di compensazione avremmo la paralisi dei lavori pubblici in Italia. Per questo trovo incomprensibile il voto contrario dell’opposizione.”

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