#myRavennAmbassadors: Cavezzali e Byron, pillole di storia di Ravenna sul divano di casa vostra

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Pubblichiamo oggi il secondo di una serie di 6 video realizzati da Matteo Cavezzali nell’ambito del progetto #myRavennAmbassadors, questo è dedicato al grande poeta romantico inglese George Gordon Byron.

Lord Byron

Matteo Cavezzali qui racconta dell’amore risaputo di Byron per la Contessina Teresa Guiccioli e di quello inconfessato per il di lei fratello Pietro Gamba, il quale seguirà poi il poeta in Grecia, dove Bryron troverà la morte a Missolungi nel 1824.

Ma restiamo a Byron a Ravenna. Il poeta nella primavera del 1819, presso il salotto della Contessa Benzoni a Venezia, conobbe Teresa Gamba, giovane rampolla di una famiglia patrizia di Ravenna. Teresa aveva 19 anni, moglie del conte Alessandro Guiccioli, di oltre quarant’anni più vecchio, anch’egli ravennate.

Tra Byron e Teresa nasce una forte attrazione e il 9 giugno di quell’anno il poeta arriva per la prima volta a Ravenna, prendendo alloggio presso l’Albergo Imperiale che sorgeva dove oggi c’è la moderna Biblioteca Oriani, a pochi metri dalla Tomba di Dante.

Il Lord ritorna a Ravenna nell’inverno successivo e, a un veglione carnevalesco in casa del Conte Cavalli (in via Salara), si presenta come “cavalier servente” della Contessina Teresa, in pratica l’amante ufficiale. La figura del “cavalier servente” era in auge già da secoli e accettata in pratica da tutti, marito compreso. Difatti è lo stesso Conte Guiccioli ad affittare a Byron il primo piano del suo Palazzo nell’odierna centralissima via Cavour (che diventerà presto il Museo Byron).

Byron vi entra accompagnato da ben sette domestici e da un vero e proprio zoo ambulante: nove cavalli, un bulldog, un mastino, due gatti, tre pavoni e un’oca che gli era stata regalata per il pranzo di Natale, ma che il poeta aveva risparmiato. Dopo poco, per un certo periodo di tempo, lo raggiunge l’amico Shelley.

A Ravenna George Byron impiega il suo tempo scrivendo, cavalcando nella Pineta di Classe e nella Pineta di San Vitale, amoreggiando con Teresa, ma sopratutto trescando con suo fratello Pietro Gamba per un motivo che gli aveva acceso la fantasia: la nascente setta dei Carbonari. Byron era un eccellente pistolero e di fatto diventa il maestro d’armi dei Cacciatori Americani, il gruppo carbonaro fondato a Ravenna da Pietro e che si radunava a far prove di tiro in pineta.

Byron aveva fatto della cantina di Palazzo Guiccioli un arsenale e questo non piacque al vecchio Conte, che pensò bene di denunciare alle autorità l’ormai ingombrante ospite in cambio di un sostanzioso colpo di spugna sulle gravose tasse che l’erario papalino pretendeva in alternativa alla restituzione delle sue vecchie terre ai tempi di Napoleone. Nel novembre del 1821 Byron, Teresa e Pietro fuggono a Pisa e poi a Livorno; nel 1823 il Lord lascerà l’Italia sposando la causa della guerra per l’indipendenza della Grecia dall’Impero Ottomano.

In due anni di permanenza a Ravenna Byron partorì quattro grandi capolavori drammaturgici: Caino, Marin Faliero, Sardanapalo e I due Foscari, più alcuni brani del Don Giovanni, la Profezia di Dante e il Lamento del Tasso.

#myRavennAmbassadors è un progetto del Comune di Ravenna Servizio Turismo – nell’ambito di Laboratori Aperti – per ascoltare la storia di Ravenna comodamente seduti sul divano di casa vostra. Provate a immaginare Ravenna nella vostra testa. Pensate alla sua bellezza, ai suoi monumenti, alle sue strade, ai suoi personaggi reali o inventati dalla penna di poeti e scrittori.

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