Enrico Gurioli, Console di Malta per l’Emilia-Romagna, ha scoperto il mare a Ravenna e torna in missione per rafforzare gli scambi con La Valletta

Ha anche sdoganato il mangiapreti Olindo Guerrini sull’Osservatore Romano

Enrico Gurioli è un ex montanaro innamorato del mare (“come tutti i montanari”, dice). Nato a Marradi 75 anni fa (“assieme alla Repubblica Italiana”), oggi vive fra Bologna, l’Adriatico e Malta. È giornalista e saggista (esperto di marineria). Fra i suoi saggi ricordiamo in particolare due volumi dedicati alla nave scuola della Marina italiana, l’Amerigo Vespucci, e poi “Il piccolo libro dei venti”, “Torri costiere del Mediterraneo”, “Ti regalo il mare” e ancora “Il mare in cucina”, “Migranti, gente che sbarca” e il volume sul comandante di sommergibili, Longanesi Cattani di Bagnacavallo.

Ha decodificato il termine “barche amorrate” usato da Dino Campana in una poesia dei Canti Orfici; oscuro termine marinaro che ha fatto impazzire per oltre ottant’anni i glottologi di tutto il mondo. Considera Campana il vero poeta marino italiano a cui ha dedicato due libri e cinque saggi. A maggio sarà in libreria un terzo libro dedicato a una rilettura dell’inconciliabile rapporto del “poeta matto” con Sibilla Aleramo.

Gurioli ha un legame speciale con Ravenna, il suo sbocco al mare. E con Malta, naturalmente, di cui è Console onorario per l’Emilia-Romagna da oltre un decennio. Ravenna e Malta saranno al centro della sua prossima missione assieme all’Ambasciatore di Malta in Italia S.E. Carmel Vassallo – giovedì 26 e venerdì 27 gennaio – fra l’Emilia e la Romagna, con lo scopo di rafforzare le relazioni economiche e commerciali fra la nostra regione e le isole maltesi (“nell’ultimo anno i traffici fra Malta e Ravenna sono cresciuti di 4 volte, Malta è molto interessata a fare traffici con l’Emilia-Romagna e il suo porto” ricorda).

Enrico Gurioli
Gurioli

L’INTERVISTA

Lei è nato in montagna, a Marradi, ma ha dedicato quasi tutti i suoi saggi al mare. Da dove nasce questo amore?

“Sarei nato volentieri anche a Capri, ma sono nato a Marradi. E come tutti quelli che nascono in montagna anch’io ho un ottimo rapporto con il mare, perché i montanari lo desiderano, è una cosa che sta al di là delle montagne e che sperano di vedere e raggiungere prima o poi. Ma da oltre 50 anni ho lasciato Marradi e la maggior parte della mia vita è trascorsa altrove. E il mare, devo dire la verità, l’ho scoperto in Romagna.”

Ha dei forti legami con Ravenna. Quando nascono?

“Sì, ho legami per certi versi inspiegabili con Ravenna. Tutto è cominciato con degli amici con cui si andava in barca, avevamo la barca a Marina di Ravenna e quindi il mare del delta del Po che va da Ravenna a Venezia e in Croazia, è il mare che io conosco di più e che ho più frequentato.”

Lei sa che Ravenna è una città di mare sui generis, a lungo i ravennati non si sono sentiti affatto gente di mare, quanto piuttosto gente di terra e di campagna. Lei che ne pensa?

“È così. Ho tantissimi amici a Ravenna. Hanno paura dell’acqua. Molte scelte che fanno derivano da questa paura. Sono terrorizzati dall’acqua: lei guardi come hanno murato il Candiano! (ride, ndr)”

Ultimamente stanno ripensando la faccenda; per esempio c’è un progetto per ridisegnare il waterfront su tutto il lungomare e poi vogliono valorizzare la Darsena. Insomma, qualcosa si muove.

“Sì, ma i progettisti devono ancora capire la differenza che c’è fra piano di carico e piano di calpestio, confondono le due cose, così fra l’acqua e la terra mettono dei muri di un metro e venti, un metro e cinquanta, per cui per salire a bordo di qualsiasi imbarcazione bisogna essere molto agili, o dei contorsionisti (ride, ndr).”

Malta

Come mai Console di Malta?

“In realtà sono arrivato a Malta diversi anni fa per puro caso. Poi ho cominciato a lavorare a un progetto sull’archeologia industriale del mare che coinvolgeva appunto anche Malta. Sono stato il primo giornalista italiano a scrivere sul Times of Malta e credo anche l’unico, perché poi alla fine come tutti i quotidiani anche quel giornale è andato in crisi di tiratura. Quindi a Malta ero abbastanza conosciuto. Comunque, nella nomina a Console c’entra di nuovo Ravenna. Avevo scritto un libro su un eccellente sommergibilista di Bagnacavallo, Longanesi Cattani, che veniva presentato a bordo della nave scuola Vespucci arrivata a Marina di Ravenna. Se non sbaglio doveva essere il 2007 e l’attracco fu nel Candiano, di fronte alla palazzina degli ormeggiatori. Fra gli invitati doveva esserci anche il Ministro del Turismo di Malta. Essendoci il Ministro, gli organizzatori decisero di invitare anche il Console maltese per l’Emilia-Romagna. Purtroppo scoprirono che il Console se ne era andato in cielo poche settimane prima e il posto era vacante. In quell’occasione due personalità maltesi chiesero a me di farlo. Era l’ultima cosa che pensavo di fare nella mia vita. Ma a Malta insistettero: sapevano dei miei rapporti con il cluster marittimo e con il mondo della cultura e così nel 2010 fecero la Nota Verbale al governo italiano. A fine novembre del 2010 il Presidente della Repubblica firmò l’exequatur e ci fu la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Così fui nominato Console onorario di Malta per l’Emilia-Romagna e divenni parte del Corpo Diplomatico.”

E adesso c’è questa missione nei prossimi giorni del Governo Maltese che lei accompagna in regione: in che cosa consiste?

“È un atto dovuto paradossalmente proprio verso Ravenna. Prima di tutto Ravenna è città di mare, nonostante le cose che ci siamo detti prima, ed è un porto che riveste particolare interesse per l’attività marittima di Malta. I traffici del 2022 fra Malta e Ravenna sono aumentati di quattro volte rispetto al 2021. Quindi Ravenna è un porto che interessa molto l’economia maltese, essendo lo sbocco naturale al mare della pianura padana. E poi Ravenna è interessante per le esperienze fatte nell’ambito della portualità turistica e della cantieristica.”

Il 26 sarete in Emilia, il 27 a Ravenna.

“Il 26 sono previsti degli incontri istituzionali a Bologna, in Regione, con le autorità regionali. Il 27 è previsto invece un incontro istituzionale in Prefettura a Ravenna con il Prefetto, il Sindaco e altre Autorità. Poi saremo all’Autorità Portuale per un incontro con tutta la comunità del Porto di Ravenna. Poi sono previsti incontri con gli ormeggiatori e i piloti nelle loro sedi e infine, se le condizioni meteo ce lo permettono, dovremmo raggiungere Marinara via mare.”

Gurioli

Un’ultima cosa, abbastanza curiosa e simpatica. Lei è stato capace di sdoganare Olindo Guerrini – Lorenzo Stecchetti sull’Osservatore Romano, quel mangiapreti sul giornale dei preti!

“(ride, ndr) Vede, io sono un appassionato di dialetti e di dialetto romagnolo in particolare. Anzi, io mi considero romagnolo. Quando mi arrabbio, penso in dialetto romagnolo. Quando sono venuto a Bologna, ormai 42 anni fa, una delle prime cose che feci fu quella di andare alla celeberrima Osteria delle Dame a leggere i Sonetti Romagnoli in originale e quindi si può dire che con Olindo Guerrini ho un rapporto antico. Quando mi hanno chiesto di collaborare all’inserto culturale dell’Osservatore Romano, loro sapevano benissimo che io non appartengo alla famiglia cattolica, mi considero liberal socialista. Proposi loro alcuni personaggi devianti culturalmente, letterariamente, fra questi anche Olindo Guerrini. Feci quello che volevo fare.”

E poi?

“Be’, quando uno collabora con l’Osservatore Romano, soprattutto se non è di quell’area lì, qualche scrupolo se lo fa, cioè corre il rischio dell’autocensura, di voler essere più realista del re. Comunque io ho fatto il mio pezzo abbastanza tranquillamente, senza pormi tanti problemi. La cosa divertente è che alcuni termini mi sono stati cambiati dalla redazione, perché quelli che avevo usato io erano considerati troppo ingenerosi nei confronti del geniale scrittore romagnolo (ride, ndr). Hanno ammorbidito il testo. La cosa simpatica è che dopo che mando il pezzo, dal giornale arriva una comunicazione che mi dice, ‘il pezzo è stato approvato’. Uno ha sempre il sospetto in questo caso che l’approvazione venga dall’alto e sia perfino di natura divina (ride, ndr). La cosa che comunque mi ha divertito di più in assoluto in questa vicenda è stata il commento di Giuseppe Bellosi, che ha scritto ‘U n i’è piò religion!’. Onestamente non ho riscontrato pregiudizi o chiusure dentro l’Osservatore Romano.”

Ma poi, detto fra noi, ormai il più comunista di tutti adesso è proprio il Papa, no?!

“(ride, ndr) Sì, diciamo così. Io non conoscevo questo mondo, l’ho conosciuto un poco attraverso il mio impegno personale per le suore di Fognano, che sono state vittime di un’ingiustizia clamorosa, ma non voglio aprire una parentesi su questo. Comunque sia, di Olindo Guerrini ho potuto scrivere in grande libertà. E questo mi ha fatto piacere.”