Claudio Casadio prima del debutto all’Alighieri di Ravenna per L’Oreste si confessa: “mi sento un po’ come un torero che scende nell’arena”

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Claudio Casadio ne L’Oreste è bravo da matti. Per forza, interpreta un matto. Be’, allora diciamo che è bravo da matti anche a fare il matto. Come per Pollicino, per il contadino della strage di Marzabotto, il criminale condannato a morte, il ladro sfigato, l’aguzzino argentino e il preside stravagante. Ne L’Oresteal Teatro Alighieri di Ravenna dal 2 al 5 febbraio, dal giovedì al sabato alle 21, la domenica alle 15.30 – stavolta è un matto che ha perso tragicamente la sorella e il padre. Che è stato sconvolto da queste perdite. Che è stato poi scartato, abbandonato e internato. Ha ammazzato la madre e l’amante di lei, alla stregua di Oreste che ammazza Clitennestra. È un matto che idealizza i morti (la sorella e il padre), li riporta in vita e ci parla. È un matto con un passato di sangue. Ma è un matto stralunato, tenero, dolce, poetico, struggente, che nei tempi scenici tiene testa in modo perfetto ai co-protagonisti che non sono fatti della stessa sua sostanza. Parliamo di fumetti e voci fuori campo. I suoi compagni di sventura. I fantasmi e gli ‘aguzzini’.

È un gran pezzo di bravura questo Oreste perchè – per dirla con Sipario“il tutto è diretto con una tale bravura che sfiora la perfezione da Giuseppe Marini. Casadio nel viaggio di un’ora tocca tutte le corde possibili, si arriva perfino a sorridere in qualche momento, ma soprattutto si riflette su chi sono i veri pazzi, su chi sono i vivi, su cosa possono fare gli uomini su coloro che sono più deboli. Non finisce qui questo lavoro perché grazie alla mano di Andrea Bruno, uno dei migliori illustratori italiani… lo spettacolo funziona con l’interazione continua tra teatro e fumetto animato: l’Oreste riceve costantemente visita dai suoi fantasmi, dalle visioni dei mondi disperati che coltiva dentro di sé, oltre che da medici e infermieri. Il sincronismo perfetto tra le battute dell’attore con il mondo a fumetti che impersona le sue visioni, i suoi fantasmi è qualcosa di innovativo e funzionale che rende questo spettacolo una vera perla.” E allora il premio che hanno appena assegnato a Claudio Casadio è strameritato.

Claudio Casadio

L’INTERVISTA

Allora Claudio, mentre eri sul palcoscenico del tuo Masini a Faenza, è arrivata questa bella notizia del premio Franco Enriquez per la tua interpretazione dell’Oreste. Un gran bel riconoscimento, no?

“Sì, sono molto contento. È un premio come miglior attore protagonista sia di teatro classico che contemporaneo e verrà consegnato ad agosto. È un riconoscimento interessante, anche perché il premio Enriquez non è famosissimo però è di grande qualità, è stato creato da Valeria Moriconi, la grande attrice, ed è sempre stato assegnato ad attori bravi. Sicuramente mi fa piacere e poi, sai, con l’età un premio sicuramente aiuta (ride, ndr).”

Ho visto tutti i tuoi spettacoli a teatro negli ultimi anni – tranne Pollicino – e a mio parere il ruolo di Oreste è il più bello che hai interpretato.

“I personaggi sono come i figli, sono tutti tuoi e tutti uguali. Sono contento di ciò che sto facendo. Pensa che l’altro giorno una signora mi ha fermato per strada e mi ha detto: ‘Ah, lei mi piace molto perché con i suoi spettacoli mi arriva sempre al cuore.’ È una cosa che ti gratifica. Penso di avere fatto tutti personaggi interessanti negli ultimi anni. Diciamo che l’ultimo è sempre quello che ti rappresenta di più in quel momento. Devo dire che Oreste mi ricorda un po’ Pollicino, con cui ho girato tutta l’Europa per tanti anni, perché sono solo sul palcoscenico. Sono solo con il pubblico. È un rapporto diretto con un personaggio. La tua energia, i tuoi movimenti, le tue espressioni sono tutto, è quasi una performance. Nel senso che devi imparare ad avere un certo tipo di rapporto con il pubblico e devi metterci tutto quello che hai dentro. Sicuramente Oreste è un personaggio completo, e lo spettacolo mi porta a dovere dare di più.”

Quanto ti appartiene Oreste? Fra l’altro hai partecipato anche alla drammaturgia…

“Oreste lo sento molto mio, mi corrisponde, ho contribuito anche al testo di Francesco Niccolini. Ed è venuto tutto molto bene, molto liscio. Ho messo un sacco di cose mie, di Ravenna, l’infanzia abbandonata dietro casa mia, c’è Punta Marina quando andavo al mare. Siamo partiti dall’idea di fare un matto, è saltata fuori questa vicenda del matto a Volterra che disegnava sui muri, e io ho detto portiamolo all’Osservanza di Imola, perché lo voglio fare romagnolo. Poi è uscita l’Orestea di Eschilo, insieme a tanti ricordi, come tanti camei della Romagna, dell’infanzia nel mio quartiere dove Oreste idealmente ha passato l’adolescenza.”

Hai appena terminato le ultime repliche a Faenza nel tuo teatro, adesso ti aspettano a Ravenna nella tua città. Recentemente mi dicevi che questa cosa ti faceva un po’ paura.

“La paura non se ne va mai. Anche perché sai, a Ravenna ho visto tutti gli spettacoli della mia adolescenza e della mia formazione, quelli che mi hanno fatto innamorare del teatro.”

All’Alighieri hai già portato i tuoi spettacoli. Ti sentirai ormai un po’ profeta in patria, o no?

“No, no, guarda non bisogna mai adagiarsi. Ma poi stavolta sono da solo là sul palco. A Ravenna sono sempre venuto con la compagnia le altre volte. Una cosa è essere sul palco con Scarpati o Villoresi o con i ragazzi della Classe, altra cosa è essere solo. Ma io su quel palco ho visto spettacoli importantissimi di Strehler, Squarzina, Carmelo Bene, insomma, la storia del nostro teatro, cose molto importanti e quindi il fatto di arrivarci da solo con questo spettacolo… se ti devo dire, mi sento un po’ come un torero che scende nell’arena, per cui vedremo cosa succederà.”

Sono convinto che da bravissimo matador prenderai il toro per le corna.

“Un po’ lo spirito è quello. Quando sali sul palco l’emozione c’è sempre, ti manca il fiato. Quando non c’è più l’emozione, questo lavoro diventa routine e allora che fatica! Questa è una settimana importante perché prima Faenza, poi Ravenna. Però devo dire che tutti i teatri della Romagna mi hanno accolto. Ho fatto Bagnacavallo, Cervia, Rimini, Forlì, Meldola, farò Lugo e Imola. Insomma tutti i teatri della Romagna hanno preso questo spettacolo, mi ha fatto molto piacere. È anche un po’ imbarazzante, però lo considero un omaggio, una carineria che mi hanno fatto tutti, cioè un attestato di fiducia e di stima nei miei confronti che mi fa molto piacere.”

Ma tu con l’Oreste sei stato in tanti teatri d’Italia, anche importanti, e ovunque hai avuto dei bellissimi riscontri, a parte quest’ultimo premio.

“Sì, il tour è andato molto bene. Guarda la settimana scorsa ero a Palermo, e devo dire che è andato benissimo là, anche se recito con questa cadenza e certe espressioni in romagnolo. Lo spettacolo mi sta dando grande soddisfazione ovunque. Come dicevo prima mi ricorda Pollicino e come per Pollicino sto facendo la traduzione in francese, perché mi è venuta voglia di portarlo in Francia, ho voglia di provare il brivido di recitarlo in francese davanti al pubblico francese, proprio perché è uno spettacolo che mi corrisponde molto. Insomma, voglio dargli un respiro ancora più ampio.”

L’INCONTRO CON CLAUDIO CASADIO

Sabato 4 febbraio, alle 18:00, al Ridotto del Teatro Alighieri, Claudio Casadio sarà in dialogo con Pier Giorgio Carloni, coordinatore della testata on line ravennanotizie.it

Con L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi continua il progetto In viaggio verso il teatro, che nelle serate del 2 e 3 febbraio porterà gratuitamente abbonati e abbonate a teatro percorrendo le circoscrizioni Nord e Sud, compreso il comune di Alfonsine.

INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA – Biglietti in vendita sul sito ravennateatro.com; presso la biglietteria del Teatro Alighieri; telefonicamente pagando con carta di credito e Satispay; presso le agenzie di La Cassa di Ravenna Spa e Iat Ravenna. Il servizio di prevendita comporta la maggiorazione del 10% sul prezzo del biglietto. I biglietti sono acquistabili con bonus 18APP e Carta del docente. Teatro Alighieri via Mariani 2 Ravenna tel. 0544 249244 aperta tutti i feriali dalle 10:00 alle 13:00, giovedì anche dalle 16:00 alle 18:00 e da un’ora prima di ogni evento. Teatro Rasi via di Roma 39 Ravenna tel. 0544 30227 aperta il giovedì dalle 16:00 alle 18:00 e da un’ora prima di ogni evento.

A Claudio Casadio il premio nazionale Franco Enriquez. Da giovedì “L’Oreste” all’Alighieri. Assolo magistrale, poetico e struggente per una storia di amore negato

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