Cultura. La Regione E-R diventa socia della Fondazione ceramiche di Faenza

La Regione Emilia-Romagna socia della Fondazione che gestisce il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Lo stabilisce una proposta di legge della giunta presentata dall’assessore alla Cultura nel corso della commissione Cultura. La proposta di legge prevede che, già da quest’anno, viale Aldo Moro entri a far parte della Fondazione con un un apporto iniziale di risorse pari a euro 100.000 per il biennio 2024-2025. Nel 2026, poi, saranno stanziati altri 50.000 euro, mentre dopo il 2026, il contributo annuale viene di bilanci di ogni singolo anno.

A sostegno dell’importanza della scelta della Regione, l’assessore alla Cultura ha citato la storia e le attività della Fondazione e del relativo Museo di Faenza: “La Regione non vuole dirigere in maniera sciocca il territorio, ma si mette al servizio di realtà importanti come quella di Faenza: l’Emilia-Romagna ha già un livello internazionale, vorremmo che questo messaggio venisse lanciato anche a Faenza. Faenza è il nome della ceramica, vorremmo che il risultati di questa legge fossero frutto del lavoro di tutta l’Assemblea legislativa”, spiega l’assessore. Sulla stessa linea la presidente della commissione Cultura per la quale “è sotto gli occhi di tutti quello che rappresenta il Museo delle ceramiche di Faenza per la nostra Regione”.

Il Museo di Faenza è la raccolta di arte ceramica più grande al mondo, con un opere italiane che coprono un lasso di tempo che va dal Medioevo al XIX secolo, mentre ci sono manufatti antichi provenienti dal Vicino Oriente, di epoca ellenistica proveniente dall’area del Mediterraneo, di epoca precolombiana e islamica. Un’ampia sezione è dedicata alla ceramica moderna e contemporanea. Le origini del Museo risalgono addirittura al 1908: duramente danneggiato durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, riaprì nel 1949 grazie al sostegno delle istituzioni e di privati, e all’amore per la ceramica di grandi artisti, come Picasso, Leger, Matisse e Chagall, che donarono importanti opere al Museo. Nel dopoguerra iniziarono le donazioni di intere collezioni private e grande eco ebbero, nel mondo del collezionismo, quelle che ne integrarono magnificamente il già cospicuo patrimonio: Merenghi, Benini, Ugolini, Rusconi, fino a quelle più recenti di Cora, Fanfani e Cantagalli. A oggi il Museo vanta un corpus di oltre 40.000 reperti ceramici. Dal 1963 il Museo promuove, con scadenza biennale, un concorso internazionale sulla ceramica artistica, che gli ha consentito di ampliare le sue raccolte con opere provenienti da tutto il mondo.

Tra le attività della Fondazione ci sono anche la gestione la biblioteca del Museo dove sono consultabili più di 76.000 testi sulla ceramica, l’attività del Laboratorio di Restauro,  agli Archivi fotografici e documentari nonché alla pubblicazione, dal 1913, della rivista specialistica di ceramica di Faenza. La Fondazione, inoltra, realizza il “Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte – Premio Faenza”, una delle biennali più significative e prestigiose nel campo della ceramica d’arte che mette in luce le nuove tendenze artistiche e i nuovi linguaggi ceramici provenienti da ambienti internazionali, la mostra itinerante “1000 anni di maiolica italiana”, ospitata in 5 musei storici cinesi (Hangzhou, Shenyang, TaiYuan, Shenzen) dal 2016 al 2018, curata dal M.I.C. e visitata da oltre 2 milioni e mezzo di cinesi, l’Esposizione “Italian Earth” dedicata alla contemporaneità dell’arte ceramica italiana nella sede di Yeoju in Corea, in occasione della prestigiosa Biennale di Icheon, conclusasi con una conferenza sullo sviluppo della ceramica italiana, all’interno del Simposio della Biennale e la mostra “Terra Italia”, omaggio alla scultura e al design italiani del secondo dopoguerra, curata in occasione dei cinquant’anni di relazioni tra Faenza e Vallauris, all’interno della loro prestigiosa biennale nel 2019. Tra le altre iniziative si segnalano il Festival Internazionale Argillà, organizzato ogni anno dal 2016 con la collaborazione del Comune di Faenza, quale biennale di artigianato artistico internazionale e la collaborazione con il Servizio Musei della Regione Emilia-Romagna per l’attivazione di progetti pilota poi adottati a livello museale regionale.