Incontri al Fem Garden: si parla di Anna Kuliscioff con il libro di Maestroni e Casadei e di militarizzazione della scuola con un dibattito

È fitto il calendario di appuntamenti al Fem Garden di via Rocca ai Fossi 20: anche questa settimana due eventi, uno di carattere più letterario e l’altro di natura più politica e informativa, animeranno il giardino estivo della Casa delle Donne di Ravenna.

Si parte martedì 18 giugno alle 18 con la presentazione dell’ultimo lavoro di Vittorina Maestroni e Thomas Casadei, “Anna Kuliscioff e noi – Medicina, politica, emancipazione” (Mucchi Editore), terza graphic novel della serie dedicata ad alcune delle donne che hanno segnato la storia.

Dopo Mary Shelley e Olympe de Gouges, l’attenzione dei due studiosi – Casadei è professore di Filosofia del Diritto, Maestroni lavora e ha presieduto il Centro Documentazione Donna di Modena – si è concentrata su un’icona del femminismo come Anna Kuliscioff: prima donna laureata in Medicina in Italia, protagonista degli eventi politici che portarono alla nascita del Partito Socialista Italiano e della battaglia per il riconoscimento del diritto di voto alle donne, la sua figura è praticamente sconosciuta ai più e totalmente ignorata dai programmi scolastici italiani.

Il volume curato da Maestroni e Casadei è disegnato da Alice Milani, che ne ha realizzato la parte grafica. Dialoga con gli autori, Barbara Domenichini.

Sabato 22 giugno, sempre alle 18, si terrà poi l’incontro dal titolo “La scuola va alla guerra? Fare argine alla sua militarizzazione”, con Serena Tusini, docente e attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Antonio Camerotta, studente universitario e attivista Cambiare Rotta, Campus di Ravenna, Viola Clemente, studentessa universitaria e attivista End Fossil, Campus di Ravenna, Elettra Stamboulis, dirigente scolastica di Ravenna. L’incontro è organizzato dalle Donne in Nero di Ravenna.

“Siamo allarmate – spiegano le organizzatrici – perché vediamo il militarismo agire in modo sempre più pervasivo e subdolo in molti ambiti della società civile, con una commistione pericolosa fra civile e militare a partire dal linguaggio, usato come strumento di propaganda, volta a normalizzare la guerra nelle nostre menti. Fra i vari ambiti della società dove è in corso questa penetrazione, quello della scuola e dell’Università è sicuramente il più allarmante”.

“Vediamo una vera e propria invasione di campo – aggiungono – dove i rappresentanti delle forze armate intervengono direttamente con una miriade di iniziative e attività, dalle materne alle Università. Dalla ginnastica dinamica militare, alle parate militari, all’alternanza scuola-lavoro in caserma, alle visite alle basi militari, a lezioni tenute da generali in qualità di docenti di legalità, Costituzione, lotta alla droga, salute, storia, bullismo, cybersicurezza, inglese affidato a personale NATO ecc.”.

“Ma cosa ci fanno tutti questi militari nelle scuole, ci chiediamo? Di quali valori educativi sono portatori? C’è consapevolezza del fenomeno nell’opinione pubblica? Come fare resistenza dentro e fuori la scuola a questo processo di militarizzazione del sistema scolastico educativo?”. Su questi temi verterà il dibattito della serata.