Musei sempre più inclusivi e accessibili: RavennAntica tra i capofila della rete regionale Musei per l’Alzheimer MADER

La Fondazione RavennAntica con il progetto di rete regionale dei Musei per l’Alzheimer MADER è tra i cinque capofila delle nuove reti museali, che hanno costruito accordi capaci di coinvolgere 56 fra musei e istituti culturali nella regione, grazie a un bando promosso dalla Giunta regionale.

La rete MADER, finanziata per complessivi 80 mila euro per il 2024 e 2025, si propone di attuare un piano di comunicazione strategica, corsi di formazione, sviluppo di applicazioni digitali, promozione dell’accessibilità al patrimonio culturale attraverso pratiche di sistema, formazione, organizzazione di attività culturali condivise e la realizzazione di strumenti che garantiscano livelli di qualità.

Il progetto nasce da un percorso orientato all’accessibilità e all’abbattimento delle barriere cognitive che sta coinvolgendo la Fondazione e che, nel caso specifico, ha coinvolto il Settore Musei Civici di Bologna, il Settore Patrimonio Storico e Artistico Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna, la Fondazione Palazzo Magnani Reggio Emilia e il MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna di cui RavennAntica cura i servizi aggiuntivi e l’attività didattica legata ai laboratori recentemente inaugurati. Il progetto di rete è stato possibile grazie alla collaborazione con AUSL – Centro Disturbi Cognitivi e Demenze Ravenna e con l’Associazione Alzheimer Ravenna.

Obiettivo della rete è promuovere il benessere attraverso la condivisione e la sperimentazione di buone pratiche di fruizione del patrimonio culturale rivolte alla popolazione anziana fragile e in particolare alle persone con alzheimer e demenze e alle loro famiglie. È infatti proprio nell’interazione tra coloro che presentano fragilità cognitiva, i loro familiari e i care givers con gli operatori museali specificamente formati che si attuano percorsi di conoscenza, sperimentazione e benessere comuni.

Tra le azioni emerse come necessarie nella fase di progettazione della rete, ci sono: sostenere, agevolare e coordinare i programmi museali e dare continuità alla collaborazione tra i musei perché sempre di più si affermino le pratiche di welfare culturale; garantire livelli uniformi di qualità delle proposte; favorire l’integrazione delle azioni messe in campo dai musei con il sistema dei servizi socio-sanitari per una piena attuazione dei valori di equità.

La sperimentazione e la formazione svolta in preparazione a questo progetto ha inoltre fatto emergere come, attraverso l’esperienza di una comunicazione accessibile ed inclusiva, il museo si fa pienamente luogo della comunità in cui stare bene insieme, con un innalzamento generale della qualità della fruizione, a beneficio di tutti.

I dati demografici rilevano, infatti, un progressivo invecchiamento della popolazione: con circa 14 milioni di over 65 e 7 milioni di over 75 l’Italia è il paese con la popolazione più anziana d’Europa. In Emilia-Romagna circa il 22% della popolazione ha più di 65 anni, i pazienti con demenza in carico al Servizio sanitario regionale sono 63.543, il 60% dei quali ha una diagnosi di Alzheimer, circa il 50% è affetto da forme di demenza medio-grave. Di fronte a un tale scenario ogni attore presente sul territorio è chiamato a formulare risposte adeguate alle istanze di una popolazione sempre più anziana, ciascuno con le proprie specificità.

Le opere e gli oggetti presenti nei musei si prestano bene a essere strumenti di una comunicazione fondata sulla capacità di osservare, immaginare e provare emozioni, slegata dalle abilità logico cognitive: sulla scorta delle esperienze di realtà museali internazionali e della più che ventennale rete dei Musei Toscani per l’Alzheimer i musei possono contribuire proponendo attività che integrino e arricchiscano la rete dei servizi territoriali rivolti alle persone con demenze e alle loro famiglie.

classis

“È un riconoscimento che attesta un lavoro articolato e profondo che Fondazione Ravennantica sta facendo nella direzione dell’accoglienza e dell’accessibilità, affinchè i musei e i luoghi della cultura siano sempre di più occasione di coesione tra le persone, e più in generale di inclusione – dichiara l’Assessore Fabio Sbaraglia -. E’ un impegno che in questi anni moltissimi spazi culturali della città stanno, con grande responsabilità, intraprendendo.  RavennAntica, in virtù dell’ampia esperienza sulla didattica del museo e sull’accessibilità dei contenuti legati alla storia del territorio e soprattutto dei percorsi di formazione e di relazione intrapresi nell’ultimo anno, si pone quale capofila regionale per mettere a sistema buone pratiche e strategie integrate nell’auspicio che un numero sempre maggiore di istituzioni del territorio possano unirsi a sostegno dei bisogni profondi della società”.

“Classis – sottolinea il Presidente Giuseppe Sassatelli – è museo della città e del territorio non solo perché presenta un allestimento di grande leggibilità che aiuta a comprendere, attraverso il patrimonio emerso dagli scavi, l’importante portato storico del nostro territorio, ma soprattutto grazie ad un dialogo continuo che sa tessere tra professionisti di varie discipline, affinchè il museo sia sempre di più un luogo ove far crescere esperienze di conoscenza e benessere. Il riconoscimento regionale rafforza l’impegno in questa direzione e la volontà di essere spazio di confronto, di crescita e di sviluppo culturale, da parte di un museo in continuo accrescimento, che accanto ai grandi progetti strategici di nuovi spazi espositivi, sa affiancare innovazione e attenzione ai bisogni delle persone fragili attraverso l’ampliamento della fruizione, ponendosi come riferimento a livello regionale e nazionale. Questa nuova esperienza sarà anche l’occasione per intrecciare rapporti ancora più stretti con gli altri musei della Regione, oltre che su questo, anche su altri progetti e su altre attività”.