Firmato in Regione il Patto per il lavoro tra forze economiche, sociali e il Presidente Bonaccini

Le reazioni dal mondo economico: accordo positivo

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Firmato oggi in Regione il Patto per il Lavoro, presentato dal presidente della giunta regionale, Stefano Bonaccini, e dall’assessore al Lavoro Patrizio Bianchi e sottoscritto dalle associazioni di imprese, dai sindacati, da università, istituzioni locali e parti sociali.

Di seguito riportiamo alcune delle reazioni dal mondo economico emiliano-romagnolo.

Alleanza delle Cooperative dell’Emilia-Romagna

«La firma in Regione Emilia-Romagna del Patto per il lavoro segna un passo importante nella direzione di rafforzare la ripresa economica ponendo al centro il tema della creazione di nuova e buona occupazione»: lo dice il presidente di Alleanza delle Cooperative dell’Emilia-Romagna, Giovanni Monti.

«È un modello di collaborazione che potrebbe essere esteso a livello nazionale – ha osservato il co-presidente dell’Alleanza delle Cooperative dell’Emilia-Romagna, Francesco Milza –. Quando le forze sociali, imprenditoriali e le istituzioni collaborano si possono aprire prospettive importanti sia per l’occupazione, che per il benessere della popolazione. Per garantire la migliore attuazione degli obiettivi previsti dal Patto – prosegue Milza – presidieremo continuamente i temi contenuti nell’accordo, fermo restando il ruolo di governo che spetta alla Regione».

Per Massimo Mota, co-presidente dell’Alleanza delle Cooperative dell’Emilia-Romagna, «si tratta di un accordo quadro da perfezionare mano a mano che verrà implementato. Un primo, importante passo verso una direzione da tutti auspicata».

 

Confindustria Emilia Romagna

“Per Confindustria Emilia-Romagna – dichiara il Presidente Maurizio Marchesini – il Patto per il lavoro è il segno di una rinnovata volontà collettiva dell’Emilia-Romagna, delle sue Istituzioni e delle sue componenti produttive, di puntare con decisione allo sviluppo dell’economia e dell’occupazione, con strategie e scelte innovative e risorse adeguate. Si tratta di un riferimento strategico comune, un richiamo alla fiducia, una conferma del valore della coesione sociale e dei valori fondanti la nostra comunità regionale”.

Entrando nei contenuti del Patto, il Presidente afferma che “non è banale l’esplicito riconoscimento alla base del Patto che una buona occupazione deriva solo da una solida e continuativa crescita economica e dalla presenza di un’industria competitiva e internazionalizzata. Lo sguardo al futuro, la capacità di intercettare l’evoluzione dei fattori competitivi, la valorizzazione degli investimenti, la modernizzazione delle condizioni di contesto richiamati dal Patto tracciano una positiva e interessante direzione di marcia in cui l’industria si riconosce, in quanto, se perseguita con coerenza, capace di concretizzare il binomio crescita-lavoro, a partire dalla centralità dei temi dell’innovazione tecnologica e dalla diffusione della conoscenza e delle nuove competenze”.

“Voglio in particolare sottolineare – prosegue Marchesini – alcuni temi che, per il loro significato etico o innovativo, imprimono un segno distintivo a questo Patto.

Primo fra tutti quello della legalità, che vede gli imprenditori della regione in prima linea nell’impegno contro i tentativi di infiltrazione e di condizionamento delle attività economiche da parte della criminalità organizzata. Il ventaglio di azioni previste dal Patto deve portare ad un contrasto reale, e non solo formale, di ogni forma di deviazione dalle regole e dai principi di legalità, regolarità, qualità, trasparenza, a partire dalla prevista specifica regolamentazione regionale degli appalti pubblici nei vari settori economici, che integra la normativa nazionale.”

“Un secondo tema, vero nodo non più rinviabile affrontato da Patto, è quello di una diffusa innovazione e modernizzazione degli assetti istituzionali, organizzativi e di funzionamento della Regione, delle sue partecipate, delle Aziende Sanitarie, degli Enti locali. Da essa l’industria si attende concreti e rapidi effetti di efficientizzazione, di contenimento della spesa pubblica, di riduzione della presenza pubblica nell’economia e nei servizi pubblici, di effettiva apertura alle imprese private, specie nel settore digitale, sanitario, del collocamento e del welfare e soprattutto, di una indifferibile azione di diffusa semplificazione normativa e regolamentare”.

Gli imprenditori industriali considerano queste condizioni indispensabili per realizzare l’obiettivo condiviso di un’economia forte, aperta, sostenibile e globale, incentrata sullo sviluppo della manifattura avanzata e sulla promozione degli investimenti e dell’attrattività della nostra regione e del suo territorio.

Ad esse devono naturalmente aggiungersi le infrastrutture, da troppo tempo attese e rinviate, per garantire all’Emilia-Romagna un sistema moderno di mobilità, su cui sono urgenti decisioni coraggiose e lungimiranti, non condizionate da contingenze politiche o elettorali”.

“Confindustria Emilia-Romagna – conclude il Presidente Marchesini – ha partecipato attivamente e con convinzione alla costruzione di questo Patto, che propone nuove visioni e nuovi traguardi alle Istituzioni, alle Forze politiche, alle componenti produttive e del lavoro, così come nuovi rapporti, più costruttivi e collaborativi, tra Regione e Forze produttive e tra queste e le Forze del lavoro.

Del resto l’impegno e la corresponsabilità politica assunti con la sottoscrizione del Patto sono declinati e rafforzati dalla previsione di un confronto preventivo sui contenuti delle principali azioni e provvedimenti finalizzati alla sua attuazione”.

 

Coldiretti Emilia Romagna

Accordo positivo, che può aprire la strada a importanti innovazioni sul fronte del lavoro e alla ripresa economica. Così Coldiretti Emilia Romagna valuta il “Patto per il lavoro”.

“L’aumento del 12 per cento nel 2015 dei giovani under 35 occupati a livello nazionale in agricoltura – sostiene Coldiretti – dimostra la capacità del settore agricolo di offrire prospettive di lavoro sia a chi vuole intraprendere con idee innovative sia a chi vuole trovare una occupazione anche temporanea nel corso delle grandi campagne estive di raccolta frutta e vendemmia, che in Emilia Romagna, secondo stime Coldiretti, potrebbero offrire opportunità di lavoro a oltre 20 mila giovani.

Proprio per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro la Coldiretti ha varato la prima banca dati autorizzata dal Ministero del Lavoro “Jobincountry” di aziende agricole che assumono alla quale potranno accedere tanti i giovani italiani che sono interessati perché amano la campagna o semplicemente per raggranellare un po’ di soldi, magari nella pausa scolastica”.

“La firma del patto per il lavoro – ha commentato il presidente di Coldiretti regionale, Mauro Tonello – può aprire la strada a nuove importanti opportunità come ad esempio la possibilità di esplorare e valorizzare fino in fondo le potenzialità dei distretti produttivi agricoli e agroalimentari di qualità”.

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