Spiagge aperte non prima di giugno, più distanza tra ombrelloni e lettini e “steward”: la Coop Spiagge Ravenna si prepara all’estate

Se c’è un appuntamento imprescindibile per i ravennati è quello della riapertura delle spiagge e degli stabilimenti balneari, che di solito coincide con la settimana di Pasqua. La prima occasione per mettere di nuovo i piedi sulla sabbia, bere un drink con gli amici, ritrovarsi all’aperto, dopo un lungo inverno tra le quattro mura di casa.

Quest’anno, la pandemia di Covid-19, dalla quale siamo ancora ben travolti, cancella il rendez-vous tanto atteso, o per meglio dire lo sposta in avanti, a data da destinarsi. Si salverà qualcosa dell’estate 2020? Potremo, e quando, tornare al mare e gli imprenditori turistici, i “bagnini”, come si stanno preparando?

Ne abbiamo parlato con Maurizio Rustignoli , presidente della Cooperativa Spiagge Ravenna, che associa tutti i 210 stabilimenti balneari dei 9 lidi ravennati.

Presidente, come vede l’estate 2020 e quando partirà la stagione?

È evidente che, data la situazione, la priorità è la salute e il contenimento dell’epidemia. Senza quest’aspetto, non ci potrà essere nessuna riapertura. Lo dico molto chiaramente, nonostante il danno economico sia immane, non facciamo e non faremo alcuna pressione per riaprire, perché la sicurezza e la salute di tutti sono prioritari. L’economia deve venire necessariamente dopo.

Quindi, aspettando l’evolversi della situazione e rispettando tutte le misure predisposte dal Governo, stiamo comunque cercando di organizzarci, per studiare modalità nuove di fruizione della spiaggia, compatibili con la prevenzione della salute di tutti i cittadini, per non farci trovare impreparati nel momento in cui le misure di distanziamento sociale potranno essere allentate. Si vive alla giornata, è ovviamente difficile fare previsioni, ma l’ipotesi potrebbe forse essere quella di riaprire gradualmente da metà giugno.

Pur nell’incertezza più totale, state facendo preparativi?

Il confronto all’interno della cooperativa è costante: mercoledì scorso abbiamo tenuto un cda online per lavorare ad un protocollo condiviso di misure per la riapertura. È tutto un work in progress, ma stiamo cominciando a buttar giù idee per permettere alle persone di godere della spiaggia in sicurezza e riappropriarsi di un luogo che, al pari della montagna, consideriamo curativo per le persone, tanto più in questo momento, fondamentale per recuperare il benessere psico-fisico, messo a dura prova dalle lunghe settimane di isolamento che stiamo vivendo. Credo che quest’anno, anche se dovremo inventarci un modo nuovo, ci sarà ancor più bisogno di prima di vivere la spiaggia e il mare.

Ci parli della bozza di protocollo: dobbiamo aspettarci, mascherine, ombrelloni distanziati, niente più feste e happy hour?

Feste, a partire dalla Notte Rosa in giù, e happy hour saranno cancellati, ce li possiamo dimenticare per quest’anno. Sarà impossibile pensare di organizzare tutti quegli eventi che creano assembramenti di persone, come concerti o serate danzanti. Ma della musica c’è bisogno, fa parte dell’atmosfera del mare. Penso ad accompagnamenti musicali per cene sedute, per esempio.

Si distanzieranno maggiormente ombrelloni e lettini, garantendo almeno il metro di distanza tra un cliente e l’altro, cosa che sarà più facile per chi ha una concessione ampia, ma dovrà essere garantito da tutti. Si sta pensando di limitare o annullare il servizio al banco, di creare distanziamento in tutte le aree bar o ristorante, ma speriamo di non dover arrivare ad indossare mascherine, né noi, né i clienti! In ogni caso ci atterremo alle misure che verranno decise, il nostro protocollo, se possibile sarà ancor più stringente, per garantire sicurezza e benessere a tutti.

Sulle aree gioco per i bambini in spiaggia, stiamo pensando di recintarle per poterle sanificare periodicamente durante la giornata, così come le sanificazioni saranno ancor più frequenti di prima sui servizi igienici.

Infine, stiamo pensando all’introduzione di una figura nuova, potremmo chiamarlo uno “steward di spiaggia”, che possa monitorare la concessione, rispondere alle domande dei clienti e distribuire materiale informativo. Altra idea è quella di posizionare cartellonistica da spiaggia che, oltre a puntualizzare le misure base di prevenzione, come lavarsi spesso le mani, evitare di creare affollamenti, ecc…, ricordi anche gli orari in cui è meglio ripararsi dal sole, insomma, dia un quadro più completo su come vivere la spiaggia in sicurezza.

Siamo ancora in una fase ampia di ragionamento, appena sarà pronto, lo sottoporremo alle istituzioni per confrontarci sulla giustezza delle proposte.

Ma gli imprenditori turistici, resisteranno? Come sarà per loro quest’estate 2020?

Questo sarà un anno di transizione, che chiederà alle imprese tanti sacrifici, speriamo non troppi. Ma la spiaggia è il luogo dove il cittadino potrà ricevere un contributo importante per ritrovare il benessere. Lo vediamo come un servizio che dovremo offrire alla comunità, mi vien da dire quasi con uno spirito di “servizio sociale”. Saltare a piedi pari la stagione 2020, come calcolo prettamente economico, potrebbe essere quasi più conveniente, ma non è quello che vogliamo: amiamo le nostre imprese e vogliamo lavorare per i nostri clienti.

La “quadra economica” questa stagione non ce la darà, è chiaro, non pensiamo a fare marginalità, ma a sopravvivere. Dovremo però essere molto aiutati dalle istituzioni in questo, è doveroso. Noi ce la metteremo tutta, ma senza il sostegno istituzionale sarà impossibile. Le imprese hanno immediata necessità di liquidità, anche sotto forma di prestiti bancari, con rientri molto lunghi. Sul territorio ci sta sostenendo molto La Cassa di Ravenna, che ci ha offerto strumenti finanziari ad hoc.

Sul piano locale ci sentiamo sostenuti, oggi però è scaduta l’ordinanza regionale che consentiva di accedere alle aree demaniali per effettuare tutte le manutenzioni, speriamo venga rinnovata prestissimo, abbiamo bisogno di prepararci alla stagione, in sicurezza, ma di farlo.

Servono però misure di sostegno nazionali, che portino ad immettere liquidità nelle imprese a breve termine, altrimenti il 40% almeno delle aziende non si salvano. Penso agli stabilimenti balneari, ma lo stesso discorso vale per il settore ricettivo, alberghi, ristoranti e quant’altro. C’è bisogno di soldi e subito, ma anche di fiducia, di sentire che lo Stato Italiano ci è vicino e ci possiamo contare.