Nuova stretta su ristoranti e bar. Mambelli (Confcommercio) e Tagiuri (Confesercenti) preoccupati

Serrande abbassate entro le 24 per bar e ristoranti e clientela esclusivamente seduta dopo le 21. Limite massimo di 30 invitati per i banchetti post cerimonia e maggiore ricorso allo smartworking, assieme all’uso massiccio della mascherina. Queste le principali restrizioni alle normative anticovid presenti nell’ultimo DPCM emesso dal Presidente del Consiglio Conte, destinate a produrre conseguenze su un’ampia fascia di realtà economiche, a partire da negozi, bar, pub e ristoranti. Perché, se la priorità resta ovviamente quella della tutela della salute, il tema economico non può essere comunque archiviato come secondario.

“Si tratta di un intervento restrittivo che penalizza soprattutto i locali frequentati dai giovani, come bar e pub – commenta Mauro Tagiuri, presidente comunale di Confesercenti Ravenna -. E poi i ristoranti per cerimonie, per i quali buona parte del fatturato viene dall’organizzazione di questi grandi eventi. Vederli ridotti ad un massimo di 30 invitati è certamente un duro colpo”.

“Con troppa facilità poi si parla di adottare lo smartworking – aggiunge -: danneggia tantissimo i pubblici esercizi, ristoranti, bar, che sulla pausa pranzo hanno costruito buona parte della loro attività. Capiamo che tutto faccia parte di un sistema in evoluzione, ma per il nostro settore direi solo in senso negativo”.

Nonostante i negozi non siano colpiti da particolari disposizioni, anche loro, secondo Tagiuri, subiscono un effetto negativo indiretto: “Il clima di ritorno all’emergenza, che traspare dai nuovi provvedimenti governativi, genera nelle persone meno voglia di uscire, di fare shopping, di incontrarsi con gli altri. E questo si nota nella diminuzione degli acquisti, soprattutto nei negozi dei centri storici. Ravenna è una provincia virtuosa, ha saputo dimostrare grande rispetto delle regole e speravo potesse incorrere in minori restrizioni, considerato che si è parlato molto anche di misure differenziate per aree geografiche”.

Per ora il tessuto imprenditoriale tiene, a quanto riferito dal Presidente di Confesercenti, e Ravenna non si trova a dover contare numerose serrande chiuse causa Covid. “Però la situazione è preoccupante e pesante – conclude Tagiuri -. L’estate è stata anche positiva per ristoranti e pubblici esercizi, che hanno potuto sfruttare gli spazi all’aperto, diventando un’attrattiva e un elemento importante di vitalità per la città. Ma ora che arriva l’inverno sarà dura. Per ora, inoltre, sono ancora in vigore le protezioni disposte dai primi decreti, dilazioni nei pagamenti o nella restituzione dei prestiti, ma tra un po’ i nodi verranno al pettine. Quello che continua a mancare è la liquidità, sia per i consumatori, che per le aziende”.

“Quest’estate pensavamo che il peggio fosse passato, invece sembra non sia così – commenta Mauro Mambelli, Presidente Confcommercio provincia di Ravenna -. Le restrizioni stabilite nell’ultimo DPCM comporteranno nuove difficoltà per le attività dei servizi di ristorazione. Per i ristoranti non si tratta di limitazioni grave poiché la chiusura alle 24 permette comunque di concludere il servizio. Diverso è per bar e pub, quei pubblici esercizi che lavorano di notte, soprattutto nei fine settimana. In questo caso le misure stabilite dal Governo sono più penalizzanti”, assicura, pur sottolineando la necessità primaria di tutelare la salute di tutti.

“Per evitare l’aumento dei contagi da Coronovirus e queste nuove limitazioni, il Governo avrebbe dovuto imporre prima le mascherine obbligatorie anche per strada” sottolinea il presidente di Confcommercio Ravenna, ribadendo che nel settore della ristorazione c’è molta preoccupazione: “nelle ultime 48 ore, da quando è stato annunciato l’arrivo del nuovo DPCM, molti ristoratori hanno notato un calo nel numero di clienti. Già ieri e l’altro ieri si percepiva un atteggiamento diverso nelle persone. Fino a domenica, anche grazie alla Festa del Cappelletto, abbiamo lavorato molto bene, poi qualcosa è cambiato. Le persone hanno più timore quando entrano nei ristoranti”.

“Inutile dire che per le attività che, negli ultimi anni, avevano puntato su eventi post cerimonia come banchetti e catering per matrimoni, cresime e battesimi, queste nuove misure comporteranno un grosso calo dell’indotto. Spesso infatti i clienti preferiscono annullare e posticipare, piuttosto che fare una cosa in piccolo, dovendo ridurre il numero degli invitati da 100 a 30. Speriamo che dopo questo mese, il numero dei contagi torni a calare” prosegue.

“Ad oggi, grazie alla ripresa delle attività durante la stagione estiva, il settore della ristorazione ravennate ha retto, anche grazie alla possibilità di allestire i tavolini all’esterno. Alcuni imprenditori sono stati costretti a ridurre il personale o a prolungare le settimane di chiusura estiva, ma tutto sommato l’estate è stata positiva. Ora però tutto sta cambiando nuovamente, perché con l’arrivo dell’inverno, il numero di tavoli ridotto all’interno per il distanziamento e l’aumento dei contagi, si rischia di mettere in difficoltà attività già in situazioni delicate”.

“Proprio ieri, parlando con un collega, il pensiero è andato alle festività natalizie e a San Silvestro – racconta Mambelli -. Speriamo che la situazione non si sviluppi in senso negativo. Per il settore del commercio e della ristorazione, il periodo natalizio è fondamentale, tra acquisti per i regali, pranzi, cene e feste. Speriamo che allo scadere della validità del DPCM, tra un mese, la situazione non peggiori” conclude.

Commenti

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  1. Scritto da Gio

    Il clima di ritorno all’emergenza non traspare dai nuovi provvedimenti governativi, ma del numero dei contagi..

  2. Scritto da maria teresa

    I contagi era ovvio che aumentavano con certe persone che pensavano tutto fosse finito. O con chi pur essendo e sapendo di essere positivo va vicino ad altri….che a loro volta diventano positivi…

  3. Scritto da Emanuele panizza

    Sono molto preoccupato anche io per gli effetti che le nuove disposizioni avranno su molte attività economiche. Non concordo con Mambelli quando dice che avrebbero dovuto mettere prima l’obbligo delle mascherine all’aperto. L’aumento dei contagi è iniziato con la riapertura delle scuole e la ripresa a pieno regime di molte attività lavorative. A mio giudizio l’anello debole della catena sono i trasporti pubblici, quali autobus e metropolitane. Io tenderei obbligatoria la mascherina ffp2 (a carico dello Stato) su tali mezzi e toglierei l’obbligo della mascherina all’aperto che reputo inutile.