Rigassificatore al largo di Ravenna, 3 incontri per presentare il progetto Snam. Bonaccini: “è un’infrastruttura al servizio dell’intero Paese”

È previsto al largo di Ravenna l’ormeggio di una nave di stoccaggio e rigassificazione galleggiante: la ‘BW Singapore’, acquistata da Snam all’inizio di luglio. Ha una capacità di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi equivalente a circa un sesto della quantità di gas naturale oggi importata dalla Russia

Più informazioni su

Questa mattina 15 luglio si è riunito in Regione il Patto per il Lavoro e per il Clima – siglato in Emilia-Romagna da tutte le rappresentanze istituzionali, economiche e sociali della regione – sul tema emergenza gas e incremento della capacità di rigassificazione italiana, con la presentazione del progetto FSRU (Floating Storage & Regassification Unit) di Snam per l’installazione di un rigassificatore galleggiante al largo di Ravenna e del collegamento con la rete distributiva nazionale. Un’infrastruttura che risponde alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento e l’autosufficienza energetica nazionale, alla luce del conflitto in Ucraina e della conseguente crisi della fornitura russa.

Tavolo economia
Tavolo economia

NEL POMERIGGIO IL TAVOLO DELL’ECONOMIA A RAVENNA

Quello con i firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, convocato dalla presidenza della Regione – alla riunione era presente il presidente Stefano Bonaccini, commissario di Governo per il rigassificatore – è solo il primo incontro di oggi dedicato alla presentazione del progetto di Snam. A seguire, c’è stata la seduta congiunta delle Commissioni consiliari regionali Politiche economiche e Territorio, Ambiente, Mobilità, dell’Assemblea legislativa dell’ER, e nel pomeriggio sempre di oggi 15 luglio si è tenuto il Tavolo per l’Economia a Ravenna voluto dal sindaco Michele de Pascale. All’incontro con le rappresentanze economiche e sindacali della città che ospiterà il rigassificatore Snam accanto al Sindaco di Ravenna c’erano sempre il Presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l’Assessore regionale Vincenzo Colla e i vertici Snam.

L’istanza di realizzazione del progetto, trasmessa la settimana scorsa al Commissario Bonaccini e da lui ai ministeri competenti, sarà portata ora all’esame degli oltre 40 enti direttamente coinvolti dal processo autorizzativo. L’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio delle opere dovrà infine essere rilasciata dal Commissario stesso entro 120 giorno dal ricevimento.

Michele de Pascale ha dichiarato in Municipio, prima del Tavolo dell’Economia a cui è stato presentato il progetto, che questo è solo il primo passaggio a livello territoriale, cui ne seguiranno altri. Il Comune di Ravenna è “patrocinatore del progetto” e “promotore di questa sfida in campo energetico”, ma è anche uno degli enti che deve “esprimere un parere per autorizzare il rigassificatore” e sull’iter istruttorio de Pascale ha assicurato che tutto sarà fatto secondo i crismi, “prestando attenzione a tutti gli aspetti tecnici legati alla sicurezza dell’ambiente e delle persone.” Sapremo fare “presto e bene” ha concluso il Sindaco di Ravenna.

LA TEMPISTICA: AVVIO NEI PRIMI MESI DEL 2023, RIGASSIFICATORE IN ATTIVITÀ ENTRO L’AUTUNNO 2024

La tempistica del progetto presentata da Snam prevede poi un avvio dei lavori entro il primo quadrimestre del 2023 con l’obiettivo dell’entrata in esercizio della FSRU entro il terzo trimestre 2024.

“Parliamo di un investimento vitale per il Paese – afferma Bonaccini – di primaria grandezza e di massima urgenza, per il quale sono previste modalità e procedure inedite con cui dobbiamo misurarci. Anzitutto per conciliare interessi primari come quello di avere energia, ma di farlo in piena sicurezza per l’uomo e l’ambiente. Io aggiungo in massima trasparenza e ricercando il più possibile il confronto e la condivisione: per questo non abbiamo atteso un minuto per portare il progetto all’attenzione delle rappresentanze istituzionali, economiche e sociali, ma anche delle università, dell’associazionismo, delle forze politiche del sistema regionale. Abbiamo un obiettivo comune: arrivare in tempi ridotti, e con procedure inedite, a un impianto imprescindibile per il fabbisogno energetico dell’Italia; la precondizione, naturalmente, è che l’opera sia sicura e sostenibile, che rispetti tutti gli standard di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio biologico dell’area”.

“L’Emilia-Romagna non intende girare la testa dall’altra parte rispetto all’emergenza energetica: per questo – prosegue il Presidente della Regione ER – non abbiamo atteso l’invito del Governo e ci siamo candidati per primi offrendo il nostro contributo al Paese in un momento drammatico, nel quale è necessario variare l’approvvigionamento di forniture di energia dopo la guerra ingiustificata avviata dalla Russia in Ucraina. Oltre a dover dare risposte concrete e urgenti a famiglie e imprese, alle prese con un caro-bollette senza precedenti. Al Governo abbiamo posto una condizione: insieme alla gestione dell’emergenza acceleriamo però anche sulla transizione ecologica, perché l’autosufficienza nazionale e la lotta al cambiamento climatico debbono avere come stelle polari le energie rinnovabili. Per questo- chiude Bonaccini-, proprio a Ravenna siamo nelle condizioni di realizzare il più grande parco eolico e fotovoltaico del nostro Paese, tra i più estesi in Europa. E’ essenziale spingere al massimo su entrambe queste leve e noi dimostreremo che è possibile farlo”.

Rigassificatore Singapore

IL PROGETTO: CAPACITÀ DI RIGASSIFICAZIONE PARI A 5 MILIARDI DI MC; LA NAVE A 8,5 KM DALLA COSTA

È previsto al largo di Ravenna l’ormeggio di una nave di stoccaggio e rigassificazione galleggiante: la ‘BW Singapore’ (nella foto), acquistata da Snam all’inizio di luglio (è costata 400 milioni di euro). Ha una capacità di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi equivalente a circa un sesto della quantità di gas naturale oggi importata dalla Russia, e uno stoccaggio di 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto (GNL). Sarà rifornita ad intervalli regolari, al massimo una volta alla settimana, da navi metaniere.

Inoltre, verranno realizzate alcune infrastrutture per allacciare la nave alla rete di trasporto gas esistente. Il progetto presentato da Snam al Commissario prevede che la nave sia collocata a circa 8,5 km al largo di Ravenna in corrispondenza della piattaforma offshore esistente di Petra (Gruppo PIR), che sarà opportunamente adeguata e ammodernata. Al fine di convogliare il gas verso il punto di interconnessione con la rete nazionale dei gasdotti, posto a circa 42 km dal punto di ormeggio, a nord-ovest della città, il progetto propone di realizzare un collegamento composto da un tratto di metanodotto a mare (sealine) di circa 8,5 km e uno onshore, completamente interrato, di circa 34 km, progettato privilegiando aree non antropizzate, rispettando quelle protette e minimizzando l’uso di suolo, in modo compatibile con le caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e sismiche del territorio, nonché con gli strumenti di pianificazione vigenti. Su tutti questi aspetti progettuali proposti da Snam il Commissario dovrà avvalersi dell’esame scrupoloso e del parere di oltre 40 enti.

SICUREZZA E TUTELA DELL’AMBIENTE

Tra gli aspetti più rilevanti del progetto, quelli relativi agli standard di sicurezza. Nella nave rigassificatrice non saranno effettuati processi chimici, ma solo operazioni funzionali al processo di vaporizzazione. L’impianto di stoccaggio e rigassificazione sarà completamente installato a bordo della nave.

È essenziale che l’impianto e le operazioni a bordo della nave abbiano poi impatti minimi, che Snam si impegna a contenere entro limiti significativamente inferiori a quelli previsti dalla legge. Dal punto di vista paesaggistico, il progetto dovrà rispettare invece le aree di tutela biologica. Sono già stati condotti per Snam alcuni studi specialistici, tra cui un modello delle ricadute in atmosfere, la valutazione di impatto sanitario, la valutazione del traffico navale nell’area di progetto e un modello di dispersione termica e chimica in ambiente marino in fase di esercizio.

IL DIBATTITO IN ASSEMBLEA REGIONALE

È stato presentato nella seduta congiunta delle commissioni Economia e Ambiente, presiedute rispettivamente da Manuela Rontini e Stefano Caliandro, il progetto di realizzazione di un rigassificatore a Ravenna che prevede il collegamento alla rete nazionale per distribuire il gas in Emilia-Romagna e in tutta Italia. La presentazione è avvenuta da parte di Snam Fsru (Floating Storage & Regassification Unit).

In sala anche Stefano Bonaccini, nella duplice veste di presidente della Regione e commissario straordinario per la realizzazione di opere strategiche di pubblica utilità indifferibili e urgenti, il sottosegretario alla presidenza della giunta, Davide Baruffi, l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, nonché Elio Ruggeri, amministratore unico di Snam Fsru, che ha presentato il progetto, e Gabriele Paolo Lanza, program manager di Snam. In precedenza, il documento era stato presentato al Patto per il lavoro e per il clima. Al termine dei lavori delle commissioni, il gruppo di lavoro si è spostato a Ravenna per il tavolo economico organizzato dall’amministrazione comunale.

Manuela Rontini

La presidente Rontini (nella foto) ha spiegato che dopo le presentazioni del progetto “ci sono 120 giorni di tempo affinché il commissario possa esprimersi. La comunicazione di oggi è tempestiva. Noi ci riserviamo di fare approfondimenti e anche interventi in loco, perché il contributo della Regione all’autosufficienza energetica avvenga attraverso un confronto con tutte le forze politiche”. Il presidente Caliandro ha giudicato “interessante l’illustrazione”, ma si è detto “preoccupato perché il momento è nevralgico per la crisi energetica e per la crisi di governo. È positivo che il presidente Bonaccini sia stato nominato commissario. Noi dobbiamo lavorare per dare risposte e contemperare sviluppo e rispetto dell’ambiente. Le commissioni congiunte, nelle prossime settimane, saranno di ascolto e sollecitazione”.

L’assessore Colla ha ricordato che l’incontro “è un atto voluto dal presidente-commissario Bonaccini per una discussione preventiva, nel rispetto della democrazia e della trasparenza. Siamo in uno scenario senza precedenti: pandemia, guerra ai confini dell’Europa, crisi energetica che mette in difficoltà cittadini e imprese, tecnologia che va governata e, impensabile, una crisi di governo. Vedo un fattore positivo: la responsabilità del gruppo dirigente della Regione, giunta e consiglieri”. Il progetto è una risposta energetica “indispensabile per il Paese, perché dobbiamo avere una nostra autonomia energetica. Il “gasdotto di Putin” rischia di mettere in discussione il nostro sistema di approvvigionamento energetico. L’Emilia-Romagna si mette a disposizione per aiutare il Paese. Qui non ci sono vuoti di potere, possiamo agire. Snam ha presentato l’investimento al commissario nel dettaglio. Ci sarà una task force di esperti, nazionali e territoriali, che valuterà il documento, che sarà inviato a 43 soggetti. Abbiamo chiesto a Snam di fornire una previsione anche dell’impatto economico e sociale che avrà questo investimento. Penso che ci saranno le condizioni per gestire tutto con responsabilità”.

LE PAROLE DI ELIO RUGGERI DI SNAM

Elio Ruggeri Snam

Elio Ruggeri di Snam (nella foto) ha esordito affermando che “è la crisi più grave che abbia mai visto e dobbiamo prepararci a fare a meno di 30 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, cioè del 40% di ciò che consumiamo in Italia. Noi ci prepariamo a diversificare nel tempo le fonti di approvvigionamento. Il ministero per la Transizione ecologica ci ha chiesto di intervenire in tempi rapidi per avere nuove opportunità di importazione di gas. Gli impianti rigassificatori sono la strada più veloce. Serve una nave, che già funziona come terminale, ormeggiarla e collegarla al gasdotto. Il mercato delle navi da rigassificazione è esploso a febbraio. Molte navi sono state accaparrate da Germania, Olanda e Paesi baltici, ma Snam ne ha acquistate due tra le migliori, una per il progetto di Piombino e una per quello di Ravenna”.

L’amministratore ha detto che sono già state chieste le autorizzazioni a Piombino e Ravenna, complete di valutazioni  ambientali, rischi, sicurezza, emissioni in aria e acqua. “Abbiamo l’urgenza – ha continuato Ruggeri – di mettere a terra la Fsru in breve tempo: serve un sito per l’ormeggio e una struttura per collegarle alla rete del gas. Per l’ormeggio, due sono le soluzioni: o in porto o in mare aperto dove, a Ravenna, c’è già un ormeggio e c’è l’opportunità di restare nei tempi (piattaforma Petra, pensata negli anni ’80 per le petroliere). Adeguare la piattaforma e la linea dei gasdotti vale 250-300 milioni di investimento e i costi operativi sono di decine milioni di euro l’anno.

La “W Singapore”, nome della nave per Ravenna, “è full optional, di ultima generazione, nasce come impianto di rigassificazione e ha tutte le apparecchiature per contenere l’impatto ambientale e garantire la sicurezza. È lunga 300 metri e fa solo una cosa: cambia lo stato del gas, da liquido (Gnl) a gassoso, riscaldandolo e utilizzando acqua di mare. Si tratta di una tecnologia consolidata e testata da tempo nei 200 impianti esistenti nel mondo”.

Dalla piattaforma Petra, in mare, partirà un gasdotto offshore interrato e si arriva alla linea di costa con una perforazione orizzontale (il tubo passa sotto terra per 10-15 metri), poi attraversa la pineta, gira introno alla città e si collega al nodo di Ravenna che alimenta la rete nazionale. “È un progetto semplice – ha concluso Ruggeri – e i lavori di cantiere saranno contenuti: ciò che preme è la tempistica. L’avvio delle attività commerciali, cioè la diversificazione delle fonti, è atteso dal terzo trimestre del 2024 (luglio-settembre). Abbiamo preparato un pacchetto di informazioni, completo e dettagliato, che compone l’istanza. Il commissario può valutare ogni aspetto del progetto e noi siamo sempre a disposizione”.

LA PAROLA AI GRUPPI

“Non posso non rappresentare le perplessità del mondo ecologista per l’impatto che il progetto potrà avere sull’ambiente e sulla sicurezza del porto di Ravenna. Sarebbe un errore se venisse trattato gas acquistato negli Usa, visto che è notoriamente fra i più inquinanti. Stiamo vivendo una crisi energetica perché siamo in ritardo sulle fonti da energie rinnovabili e sulla diversificazione delle fonti energetiche”, spiega Silvia Zamboni (Europa Verde).

Gianni Bessi (Pd) elogia l’opera e sottolinea come sia importante che venga realizzata in Emilia-Romagna. “Bisogna risolvere in fretta il problema dell’energia, perché è una emergenza nazionale”.

Dal canto suo Igor Taruffi (ER Coraggiosa) invita a “mettere in campo diverse soluzioni per risolvere il tema energia, anche diversificando le fonti: dobbiamo sempre ricordarci l’importanza della tutela e della sicurezza ambientale”.

Netta la posizione di Marco Mastacchi (Rete civica): “Bisogna capire bene che tecnologie verranno usate, se si tratta di un impianto aperto o chiuso, perché si deve tutelare la sicurezza dell’ambiente, in particolare del mare e del comparto della pesca”.

A chiedere attenzione agli eventuali impatti sull’ambiente dell’opera è anche Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle): “C’è una crisi energetica, ma non dobbiamo mai dimenticarci che c’è anche una crisi ambientale e climatica”.

Rigassificatore a Ravenna: per Cisl Romagna e Femca Cisl Romagna è importante procedere con il progetto

“Sosteniamo la scelta importante che la città di Ravenna e la regione Emilia-Romagna – dichiarano Francesco Marinelli segretario generale di CISL Romagna e Emanulele Scerra segretario generale di FEMCA CISL Romagna – intendono perseguire per dare una risposta concreta ad una emergenza nazionale, mettendosi a disposizione per il bene nazionale. Il rigassificatore è una infrastruttura che serve a diversificare gli approvvigionamenti di Gas, che come abbiamo più volte sostenuto è e rimarrà ancora per tanto tempo l’elemento indispensabile e necessario per una  transizione energetica giusta socialmente economicamente e ambientalmente. Il rigassificatore – concludono Marinelli e Scerra – si deve collocare all’interno di una politica energetica che sia a 360° e Ravenna può essere un Hub energetico Nazionale  dove dentro ci devono stare le rinnovabili, nuove estrazioni su giacimenti esistenti e non sfruttati, sulla cattura e stoccaggio della Co2 (CCUS) e anche di tutte quelle iniziative di economia circolare come il progetto “Ponticelle Noi”. La scelta di Ravenna non è a caso, poiché qui sono presenti  infrastrutture,  know how e professionalità leader nel settore energetico.”

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RavennaNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Scritto da Francesco Forte

    Dal punto di vista paesaggistico a dir poco impattante. Dal punto di vista dei volumi, per quando entrerà in funzione, realisticamente 2024, inutile. Spero come nel caso di Piombino sia una soluzione temporanea.

  2. Scritto da Alex

    Avanti con i progetti o Ravenna si addormenterà per sempre.

  3. Scritto da ST

    Del gas, è ovvio, ne avremo bisogno ancora per molti anni. E non solo per riscaldare le case, ma anche per produrre energia, far lavorare le aziende, non perdere posti di lavoro e competitività.
    Ovviamente anche qui spunteranno i Nimby, che come al solito faranno leva sulla paura e sull’ignoranza delle persone meno istruite e che si fidano meno della scienza.
    Ma dobbiamo andare avanti. Non possiamo sempre farci fermare dalle minoranze di contestatori e populisti ‘in servizio permanente effettivo’.
    Già rinunciando al nucleare (per una paura immotivata) a metà degli anni ’80, abbiamo ridotto di molto la nostra competitività e pagato gli investimenti di francesi, svizzeri, tedeschi (che ci vendevano a caro prezzo l’energia prodotta da loro)… non possiamo permetterci di dire di no a rigassificatori, estrazione, metanodotti.
    Il metano è il combustibile fossile più pulito, ed il migliore per accompagnarci nella transizione verso le rinnovabili, per la quale occorreranno degli anni.

  4. Scritto da Maria Cristina

    Mi piacerebbe sapere da Ruggeri della Snam come intende”contenere l’impatto ambientale” in un mare, quello Adriatico, semi_chiuso, quindi con ben poco ricircolo d’acqua e con una profondità di appena 20 metri!!! Chiedo che venga chiamata la cittadinanza, che venga spiegato quali saranno le reali conseguenze per il Mar Adriatico, e di quanti Anni si sta parlando!!! I cittadini di Ravenna DEVONO SAPERE. BASTA DECIDERE SULLA NOSTRA PELLE!!!

  5. Scritto da artemio

    Un peccato che di ST ce ne siano pochi e tante Mariacristine (profondita’ media Adriatico 252mt)

  6. Scritto da garbino

    Non leggo di proposte alternative di immediata realizzazione da parte dei contrari al rigassificatore. Facile dire NO ma poi si devono dare anche soluzioni alternative fattibili, veloci e serie, ammesso che ve ne siano, per fare fronte alle necessità della gente

  7. Scritto da Giorgio

    Condivido le indicazioni e preoccupazioni della Sig.ra Maria Cristina e aggiungo: non è per caso che gli porti sono contenti che lo hanno sbolognato a Ravenna! Ormai è diventata il punto di riferimento di tutte le attività che nessuna città vorrebbe avere! Come mai?

  8. Scritto da Ermes

    Per i signori “bastian contrari”, a prescindere!: affinché la critica sia ben accettata, occorre che essa venga accompagnata da ‘PROPOSTE’.
    Io immagino che Voi, come me e la maggiore parte dei Cittadini siate, spesso, qui presenti e commentiate, come state facendo ora. Nelle centinaia di commetti scritti, ve ne sono di veramente validi, proposte intelligenti e altri, invece, fanno riflettere: “avrei fatto meglio a non accendere la tastiera”!
    Stiamo “triturando” gli stessi argomenti da anni ed i signori cui sopra lo sanno; propongano LORO come scaldare il letto e tenere accesi condizionatori e congelatori, non tra 20 anni ma tra pochi mesi.

  9. Scritto da Salvo

    È deprimente vedere come progetti anacronistici e ad alto impatto ambientale, presentati mentre il caldo e la siccità stanno distruggendo l’agricoltura e peggiorando le condizioni di vita dei cittadini, abbiano subito le autorizzazioni necessarie, mentre i progetti di parchi eolici e impianti fotovoltaici debbano attendere anni per essere autorizzati.

  10. Scritto da Steve

    Questi non sanno cosa stanno facendo!
    Nessuno di loro ha mai visto un impianto simile!
    Nessuno di lor Signori ha mai lavorato su un impianto simile!
    Aggiungo, Nessuno di loro ha mai lavorato o Navigato su Navi simili!
    Però Parlano, Parlano, Promettono e si Sgolano, su ciò che non conoscono, cercando di “vendere la pelle dell’orso, senza averlo ancora acchiappato”!
    Andiamo pure avanti, poi il tempo, che è galantuomo, deciderà!
    PS: La nave FRSU in questione, pesca a pieno carico 12.4 mt, e la zona indicata prevista, ha un fondale massimo 11.5 mt, poi i “Kilometri” (cit) per chi va in mare non esistono!

  11. Scritto da Emanuele

    Se tutti gli esperti che scrivono e sentenziano qui fossero al Governo… che bel casino!

  12. Scritto da Claudio

    Per coloro i/le quali, non sia possibile fare altrimenti e critichino severamente quella parte di cittadinanza contraria a queste soluzioni, vorrei ricordare che di transizione ecologica se ne parla da almeno 35 o 40 anni. Se negli anni passati si fossero messe in atto le soluzioni che già c’erano e Ancor più oggi ci sono, non si sarebbe giunto a questo punto. Installare pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici pubblici e privati per produrre energia elettrica, avrebbe ridotto notevolmente l’utilizzo del gas. Facilitare le installazioni di pompe di calore per riscaldamento e acqua calda, avrebbe ridotto il consumo di fossili. Il progetto AGNES, pronto da anni per installare pale eoliche da abbinare a pannelli fotovoltaici galleggianti in mare, è rimasto chiuso nei cassetti senza ragioni.
    Oggi paghiamo gli errori di ieri, domani pagheremo in prezzo ancora più alto,per gli errori di oggi.

  13. Scritto da Ermes

    Gent.mo Claudio, concordo con Lei su:
    “Oggi paghiamo gli errori di ieri, domani pagheremo il prezzo ancora più alto, per gli errori di oggi.”

    E’ semplicissimo: basta dire dire NO! NO! Anche oggi, come IERI!

  14. Scritto da garbino

    Il progetto Agnes è interessante. Personalmente spero si faccia, sarà anche una buona opportunità per nuovi posti di lavoro e per fare girare l’economia. Quindi è un bene ma attenzione, pare impossibile ma anche qui ci sono i signori del NO. Qualunque cosa si provi a fare ci sarà sempre qualcuno che dirà NO