Parco eolico e Decreto FER2. Confartigianato Ravenna: “Basta con l’incertezza”

“Le giravolte mediatiche sugli incentivi per l’energia eolica ci lasciano interdetti”. Questa è l’amara considerazione che il Segretario provinciale di Confartigianato, Tiziano Samorè, si sente di esternare sul tema del Decreto Fer2, che disciplina i nuovi incentivi alle ‘rinnovabili innovative’.

“In un primo momento, fino a ieri mattina, sembrava che una riscrittura del decreto prevedesse l’incentivazione solo dei campi eolici con rotori montati su elementi galleggianti, escludendo quindi quelli su pali ancorati al fondale. Di fatto condannando il progetto Agnes, che prevede l’installazione di 75 pale eoliche piantate al largo del mare ravennate a oltre 12 miglia nautiche dalla costa. Ora pare che la cosa sia rientrata, ma rimarrà la suspense almeno fino alla prossima settimana, quando il testo del decreto dovrebbe essere votato in sede di Conferenza Unificata” spiegano da Confartigianato Ravenna.

“Come Confartigianato della provincia di Ravenna intendiamo far sentire la nostra voce, che è quella di chi rappresenta migliaia di imprenditori che ogni giorno sono impegnati a produrre e assicurare lavoro e sviluppo a questo territorio – continua Samorè – e la nostra voce non può essere che forte e chiara: il Paese ha necessità di avviare davvero la fase esecutiva della transizione energetica, di garantirsi fonti energetiche sicure, oltre che ecocompatibili. La vista di alcune pale eoliche, lontane 12 miglia nautiche dalle spiagge (oltre 22 chilometri!), in Adriatico NON pone alcun problema nè di tipo ambientale, nè di tipo paesaggistico o architettonico”.

“La nostra Associazione, inoltre, ha sempre indicato la necessità che la transizione verso le fonti rinnovabili debba avvenire considerando la compatibilità economica e sociale di lavoro e imprese: riteniamo quindi sia necessario che in questo momento riprendano immediatamente le estrazioni del metano in Adriatico, così come siamo assolutamente favorevoli al posizionamento di quel rigassificatore che consentirà all’Italia di approvvigionarsi da molti più fornitori internazionali, riducendo il rischio di black out” prosegue.

“Il Paese ed il nostro territorio non possono rimanere al buio, perchè questo significherebbe solo chiusure di aziende, distruzione di posti di lavoro, impoverimento complessivo della nostra società. Queste riflessioni sono state inviate alla nostra Confederazione, oltre che agli Organi di stampa, affinchè vengano riportate con urgenza ai decisori pubblici” concludono dall’associazione di categoria.

Commenti

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  1. Scritto da ST

    Giusto.

    Ma poi bisogna anche richiamare il problema burocrazia: per mettere quattro pannelli sul tetto (e non parliamo di un mini-eolico in una casa di collina o in riva al mare) sembra difficile e faticoso tanto e quanto costruire una centrale nucleare…

    …anche qui, in Emilia Romagna, a causa dei lacci e lacciuoli di Regione e Comuni.

    Anche qui dobbiamo cambiare, perchè spesso i “NO” sono più dovuti alla burocrazia miope e lenta, che ai pochi veri Nimby di casa nostra 🙁