Il Vicepremier Tajani a Faenza attacca l’ambientalismo ideologico e accusa Hamas di violenze peggiori di quelle dei nazisti foto

Il vicepremier ha visitato la sede di Agrintesa assieme alla ministra Bernini e incontrato il mondo della cooperazione

È stata dedicata al mondo agricolo e della cooperazione la visita di Antonio Tajani a Faenza, avvenuta nel tardo pomeriggio di venerdì 12 gennaio. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, accompagnato dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, ha difeso imprese e famiglie del mondo agricolo attaccando il fondamentalismo ambientalista rappresentato da Greta Thunberg e da Frans Timmermans, mentre sulla crisi mediorientale ha avuto parole di fuoco contro Hamas, accusando il Movimento Islamico di Resistenza palestinese di violenze peggiori di quelle perpetrate dai nazisti.

Antonio Tajani ha visitato le strutture e gli stabilimenti faentini della Cooperativa Agricola Agrintesa, poi, dopo un breve incontro coi rappresentanti degli organi d’informazione locale, ha partecipato a “Internazionalizzazione e sviluppo sostenibile”, incontro organizzato da Confcooperative Romagna nella sala delle assemblee di Agrintesa di fronte a una nutrita platea.

“Ho avuto un’ottima impressione di questa importante realtà nel campo dell’ortofrutta, poi in questo territorio c’è un tessuto agroindustriale di straordinario livello che lavora tanto nel settore delle esportazioni contribuendo a far crescere l’immagine del nostro Paese nel mondo – ha dichiarato il vicepremier -. Ci sono aziende che esportano in Cina, ovunque: sono aziende che sono state colpite tutte dalle alluvioni dello scorso maggio. Abbiamo mantenuto gli impegni che avevamo preso nei loro confronti: le imprese che hanno subito danni diretti e hanno presentato domanda di ristoro sono già state risarcite e quelle che hanno subito danni indiretti hanno dovuto aspettare il tempo necessario per fare il confronto fra la situazione post alluvione e la situazione pre alluvione: stanno arrivando le domande di risarcimento. La cifra messa a disposizione è di 700 milioni di euro: questo per quanto riguarda il settore export e, come avevamo detto fin dall’inizio, possono accedere a questo risarcimento anche le aziende che non esportano ma che fanno parte di filiere dove la capofila è una società esportatrice”.

Sala Agrintesa gremita
Tajani a Faenza

A guidare l’incontro è stato Maurizio Gardini, imprenditore agricolo e presidente di Confcooperative, la principale organizzazione di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo e delle imprese sociali italiane per numero di imprese (19.000), persone occupate (528.000) e fatturato realizzato (66 miliardi di euro); i soci rappresentati sono oltre 3,3 milioni. Gardini è presidente di Alleanza delle Cooperative Italiane, il coordinamento nazionale costituito nel 2011 dalle associazioni più rappresentative della cooperazione italiana (Agci, Confcooperative, Legacoop).

“Abbiamo bisogno di avere al nostro fianco il Governo, le ambasciate – ha detto dopo il saluto ai due ministri -. Le nostre imprese stanno soffrendo il non adeguamento delle tariffe che ci schiaccia in una posizione di grande difficoltà. C’è anche un problema di riproposizione di un modello di welfare di cui il Paese ha bisogno, perché, se la cooperazione sociale, che costituisce quel pezzo di welfare, oggi dovesse chiudere, sarebbe un problema, una tragedia per l’Italia e consegneremmo buona parte di welfare in mano a non sappiamo chi”.

Dopo Gardini ha preso la parola Raffaele Drei (presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia-Romagna, organizzazione che riunisce 385 cooperative agroalimentari e della pesca con oltre 51.000 soci, 18.400 addetti e un fatturato che supera i 9,5 miliardi) il quale ha sottolineato come le cooperative agroalimentari della regione intendano fermamente puntare sull’esportazione dei propri prodotti di qualità. “A questa vocazione non vogliamo rinunciare, nonostante in questi ultimi anni il cambiamento climatico, le avversità, le alluvioni, altre situazioni difficili, nonché l’arrivo di patologie vecchie, nuove, aliene, abbiano messo in grande difficoltà le aziende agricole. Ma oltre a questo – ha sottolineato Drei, da sempre imprenditore agricolo -, ciò che oggi ci preoccupa è questa spinta al ‘green’ della politica comune europea. La condividiamo, però non è che il ‘green’ ce l’abbiano fatto conoscere i movimenti verdi nonché le Commissioni Europee: sono 40 anni che i nostri produttori, per orientarsi al mercato, per rispondere alle esigenze dei clienti, come elemento qualificante hanno sposato dei percorsi di miglioramento tecnico e scientifico delle loro produzioni. E questo è ciò che vogliamo continuare a fare. Non possiamo pensare a un ‘green’ che arrivi come una mazzata sulle nostre aziende agricole, su quelli che sono gli strumenti di produzione in maniera ideologica, disancorati da percorsi di ricerca, di innovazione, di miglioramento tecnologico. Non possiamo pensarlo in questi termini, perché in questi termini l’unico risultato che potremmo ottenere è la perdita della possibilità di produrre. La conseguenza – ha aggiunto Raffaele Drei – sarebbe l’apertura dei mercati, dei migliori mercati europei a delle produzioni extra europee, ma sicuramente vorrebbe anche dire portare sul mercato delle differenziazioni di prezzo. Chiediamo di non subire dei decreti che evidentemente non possono che mettere in difficoltà territori altamente specializzati”.

Durante l’incontro, sono intervenuti anche Antonio Buzzi e Mirca Renzetti (rispettivamente presidente e vicepresidente di Confcooperative Federsolidarietà Romagna) e Cesare Bagnari (responsabile Settore Ambiente Confcooperative Lavoro e Servizi).

Tajani ha spiegato come il Governo si sia mosso per difendere le banche di credito cooperativo, ritenendo che “le piccole banche di territorio siano quelle che aiutano il piccolo e medio imprenditore a potere rinnovare, modernizzare la propria azienda. Sono le cosiddette banche di prossimità che svolgono questo lavoro: sostenere quei 4 milioni di piccole e medie imprese che ci sono in Italia a potere accedere al credito in maniera differente”.
“E’ un errore aumentare in Europa il costo del denaro perché l’inflazione, che fortunatamente sta diminuendo più in Italia che altrove, non è frutto di una crisi di crescita ma dell’aumento del costo delle materie prime provocato da due guerre che abbiamo alle porte dell’Europa – ha commentato il ministro degli Esteri -. Mi pare che ora la signora Lagarde e il board della Banca Centrale Europea abbiano capito che è il momento di fermare l’aumento dei tassi e ribadito che non ci saranno altri aumenti”.

Il vicepresidente del Consiglio ha poi spostato l’attenzione sui temi dell’ambientalismo.  “Sempre per difendere imprese e famiglie noi ci siamo battuti e continueremo a batterci contro una visione ‘panteistica’ con una nuova papessa, Greta Thunberg, e con un nuovo gran cerimoniere che era l’ex commissario europeo per il clima Frans Timmermans, una visione dell’ambiente che sia ideologica, non pragmatica e che non va nella direzione della cultura tradizionale dell’Europa e dell’Italia che è una cultura tradizionale a vocazione economia reale, vale a dire agricoltura e ambiente. Abbiamo sempre votato contro questa visione della politica ambientale – ha evidenziato Tajani -; ho detto che il mio partito, Forza Italia, dovrà diventare un partito ambientalista, ma essere ambientalisti è l’esatto contrario di quello che dicono i fondamentalisti dell’ambientalismo, perché quello è il modo peggiore per difendere l’ambiente. Perché cosa succederà? A forza di imporre regole che non possono essere rispettate ci sarà una grande fuga delle industrie che si delocalizzeranno e si inquinerà di più in un’altra parte del mondo. E, siccome non si sono confini nello spazio, l’inquinamento sarà maggiore. Non siamo negazionisti e, per quel che riguarda l’agricoltura, abbiamo sempre detto che va ridotto l’uso dei fitofarmaci e dei fertilizzanti, ma non si può chiedere al contadino di abolirli o ridurli se non ci sono le alternative. L’alternativa per avere piante più resistenti è una sola: la tecnologia dell’evoluzione assistita, ossia una produzione di piante più resistenti a siccità e malattie, non ogm. Ma per fare questo servono tempo e investimenti: siamo riusciti a mettere la ricerca nello scorso bilancio perché siamo convinti che l’agricoltura sia la migliore difesa dell’ambiente”.

Al centro dell’attenzione della politica estera rimane la guerra in Medio Oriente con l’apertura del procedimento di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja innescato dalla denuncia della Repubblica Sudafricana che ha accusato lo Stato d’Israele di genocidio nei confronti del popolo palestinese.

“La posizione dell’Italia è molto chiara. Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza non è un genocidio – ha detto Tajani -. Non ci sono i presupposti giuridici per definire ciò che sta accadendo come genocidio. Noi abbiamo sempre invitato Israele ad attenuare la propria reazione, cercando di ridurre il numero dei civili colpiti dalla pur legittima reazione contro le disumane violenze di Hamas. Quindi l’invito che noi lanciamo a Israele è quello di rendere proporzionata la reazione, perché consideriamo inaccettabile il numero dei civili che vengono uccisi ogni giorno nella Striscia di Gaza. Detto questo, una grande responsabilità di ciò che accade, la principale responsabilità, è di Hamas, che si fa scudo della popolazione civile e che ha provocato una reazione con una strage di civili non di massa, ma una strage che è andata a colpire ogni singola persona uccisa. Non sono stati uccisi con un bombardamento, sono stati uccisi uno per uno. Vi sono immagini di una violenza che non ho mai potuto immaginare – ha attaccato il ministro -: neanche la violenza nazista era pari a quella che i terroristi di Hamas hanno compiuto nei confronti di cadaveri, cadaveri violentati, cadaveri profanati, cadaveri decapitati, donne violentate, bambini uccisi, neonati uccisi decapitati. Una violenza finalizzata a colpire l’ebreo, non finalizzata a combattere una guerra, a uccidere uno per uno. Non si è trattato di un attacco a una caserma: è stato un attacco dove ogni persona è stata uccisa in maniera violenta e spesso inaudita. Con questo noi continuiamo a dire che Israele deve prestare la massima attenzione alla popolazione civile e non può continuare quello che sta accadendo, ma non esistono, nonostante queste nostre critiche, i presupposti per definire ciò che sta accadendo un genocidio”.

In serata Antonio Tajani, come segretario nazionale di Forza Italia, e la deputata Rosaria Tassinari hanno incontrato militanti, simpatizzanti, sindaci e amministratori del partito fondato da Silvio Berlusconi.
Nella mattinata di sabato il vicepremier ha fatto visita alla sede della Banca di Credito Cooperativo della Romagna Occidentale, facente parte del Gruppo Cassa Centrale, in Piazza Manfredo Fanti a Castel Bolognese, raggiunta dall’alluvione di metà maggio.

Tavolo con Anna Maria Bernini, Maurizio Gardini, Antonio Tajani
Tajani a Faenza 12 gennaio 2024
Tajani a Faenza