Estrazioni del gas. Il TAR del Lazio boccia il Pitesai. Mingozzi (PRI): “Non facciamone altri”

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“Due giorni fa il Tar del Lazio ha bocciato il Pitesai varato nel 2021, che dopo un lungo iter che ha coinvolto Regioni, Commissione Via/Vas, istituzioni e tre Governi aveva definito aree e luoghi dove veniva consentita l’estrazione di idrocarburi in terra e mare, superando la precedente moratoria che durava da tre anni; anche se il ricorso di Padana Energia e Gas Plus che ha dato origine alla bocciatura era motivato prevalentemente da osservazioni inerenti le concessioni in terra, il provvedimento congela anche le possibili nuove estrazioni in mare di gas, particolarmente utili al Paese quelle previste in Adriatico” afferma l’esponente ravennate del PRI Giannantonio Mingozzi.

“Questo strumento, quasi un Piano Regolatore delle risorse energetiche, era contestato da più parti e con una così lunga gestazione ha finito per prolungare ulteriormente le attese novità in ordine a concessioni e permessi di ricerca che sono alla base di ogni scelta operativa –  continua l’esponente dell’Edera – e quindi c’è da augurarsi che non si ricominci da capo a costruirne un secondo che ci farebbe perdere altro tempo e non cancellerebbe le ragioni del ricorso”.

“Di fatto, come si evince dalla pronuncia del Tar, le procedure semplificate per potenziare produzione e approvvigionamento di gas dalle imprese del settore evidentemente non erano efficaci per tale scopo, quindi i vincoli e le rigidità erano maggiori delle opportunità ed alla fine nessuna novità apprezzabile  è emersa nè si sono sveltiti i tempi; a nostro avviso – conclude Giannantonio Mingozzi – Governo ed istituzioni, Ministero dell’ambiente e della transizione ecologica e organismi di controllo e verifica ambientale sono perfettamente in grado di disporre provvedimenti che consentano finalmente la ripresa delle estrazioni, almeno in Adriatico, per contribuire ad un Piano delle Risorse Energetiche che non abbia la palla al piede di un nuovo Pitesai ma aiuti la crescita delle risorse italiane e consenta alle imprese dell’Oil&Gas ravennati di riprendere un’attività che aiuta l’occupazione e fa crescere l’economia”.

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Commenti

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  1. Scritto da Claudio

    Da quanto emerge mi sembra di capire che il Sig. Mingozzi sia contrariato per questa bocciatura. Ebbene , non posso che gioire di questo perché perseverare a sfruttare le energie fossili , responsabili in primis dei cambiamenti climatici in corso con gravi ricadute sull’ambiente, posso salutarlo con molto piacere. Le lobby del fossile e i loro “manager” continuano a narrarci che di questo gas abbiamo bisogno per il nostro fabbisogno, mentre i consumi di gas sono in calo da tre anni a questa parte. Allora a chi giova insistere ad estrarre gas, a trivellare inquinando e devastando l’ambiente? Giova solo per i loro extra profitti e per esportarli in Europa. Non serve al nostro Paese, e nemmeno ridurrà i costi sulle nostre bollette. Tanto è vero che il Governo stessi ha detto che vuol fare dell’Italia un Hub del gas. Dunque non è per noi o per il nostro fabbisogno, ma solo per fare commercio ed esportarlo e fare guadagni extra a discapito di tutte e tutti noi. Basta devastazioni e inquinamenti. Sì alle fonti rinnovabili per una vera transizione ecologica.

  2. Scritto da Porter

    Signor Claudio, il suo ragionamento avrebbe una sua valenza nell’immediato se il gas non estratto nel nostro territorio fosse sostituito da fonti di energia più pulite. Così non è ancora e quindi stiamo impoverendo la nostra già fragile economia acquistando gas dall’estero sicuramente meno a buon mercato. L’hub del gas lo si fa finchè il gas non sarà sostituibile in maniera economicamente non penalizzante.
    Meno demagogia e più ingegneria !!!!!!!!