Galavotti e Bacchilega (Cab Terra): 1 milione e 750mila euro di danni dall’alluvione, ma la macchina degli indennizzi non funziona, né Sfinge né AgriCat

Poco fuori Ravenna, sul luogo in cui tutto accadde, è stata posta una targa che recita così: “In questo punto il 19 maggio 2023 la Cab Terra acconsentì alla rottura dell’argine dello scolo Canala per salvare dall’alluvione Ravenna, subendo l’allagamento di 200 ettari di terreno”. La vicenda è ormai nota a tutti e basta la targa a ricordare i fatti essenziali.

A oltre 15 mesi dall’alluvione siamo tornati a parlare con i dirigenti di Cab Terra – il presidente Fabrizio Galavotti e il direttore Lino Bacchilega – per capire in particolare a che punto sono i ristori alle aziende colpite. Soprattutto dopo l’assurda vicenda dell’agricoltore di Riolo Terme, Stefano Mordini, uno dei titolari dell’omonima azienda agricola, che ha denunciato la beffa dopo il danno. Mordini ha dichiarato di avere ricevuto un versamento di 13 euro e 83 centesimi da parte di AgriCat a fronte di danni per eventi atmosferici per il quale aveva chiesto un rimborso stimato in oltre 30 mila euro. La sua denuncia è finita su tutti i giornali nazionali.

Ma quanti sono nei panni di Mordini? Secondo Confagricoltura Ravenna, delle oltre 6.000 aziende agricole presenti in provincia, circa il 30% ha subito danni più o meno ingenti dall’alluvione a cui si aggiungono i danni legati alle gelate e alla siccità. Ma il 50% delle domande sarebbero state respinte da AgriCat.

Agricat precisa in una nota riportata dall’Ansa che “gli ulteriori approfondimenti effettuati sulle oltre 19mila richieste di indennizzo presentate ad AgriCat hanno fatto emergere alcune palesi incongruenze rispetto alle notizie diffuse in questi giorni da organi di stampa relative a specifici casi aziendali”. AgriCat si riferisce proprio al caso di Riolo Terme e nella sua nota si legge: “Una delle aziende citate, a fronte dell’alluvione di maggio 2023, ha ottenuto un risarcimento per danni alle produzioni vegetali pari a euro 35.734 in data 2 gennaio 2024. Quindi, non di 13,84 euro come dichiarato.” Fin qui AgriCat che quindi smentirebbe Mordini.

Restando all’alluvione del maggio 2023 che ha messo in ginocchio il mondo agricolo, ricordiamo che le sole cooperative agricole braccianti della provincia di Ravenna aderenti a Legacoop Ravenna hanno avuto oltre 10 milioni di euro di danni stimati, con più di seimila ettari di terreni alluvionati. Sentiamo perciò cosa ci raccontano oggi Fabrizio Galavotti e Lino Bacchilega dal loro punto di osservazione su tutta la partita del post alluvione e dei rimborsi.

Fabrizio Galavotti

L’INTERVISTA A FABRIZIO GALAVOTTI

Presidente Fabrizio Galavotti, ci ricordi intanto quanti ettari avete avuto allagati come Cab Terra e quanti danni avete subito per l’alluvione del 2023.

“Gli ettari alluvionati sono stati complessivamente 700: 500 ettari allagati dalle forze della natura, 200 ettari allagati per la scelta di tagliare lo scolo Canala. La conta dei danni complessivi è stimata in un milione e 750 mila euro. Questo per l’alluvione. Poi anche noi come tutti gli agricoltori abbiamo subito danni per la siccità e le gelate.”

Quali rimborsi o indennizzi avete ricevuto finora?

“Dal fondo di crisi europeo abbiamo ricevuto circa 772.000 euro che riguardano non solo l’alluvione, ma tutti gli eventi climatici negativi del 2023. Si tratta di fondi di solidarietà europei nell’ambito della PAC. Se non sbaglio il nostro governo aveva la possibilità di mettere qualche soldo in più, e credo che l’abbia messo per aumentare la dotazione del fondo. Poi abbiamo fatto richiesta al fondo nazionale AgriCat per circa 459.000 euro di danni complessivi, questa era la cifra che saltava fuori dopo l’inserimento dei nostri dati. Poi è aumentata. Ma parli con Lino Bacchilega che su questo punto sarà molto più preciso di me. Ad oggi comunque ci hanno liquidato 137.000 euro. E non s’è capito se avremo altri soldi oppure no. Quindi al momento abbiamo ricevuto circa 900mila euro, la metà del danno che abbiamo subito dalla sola alluvione. Lo preciso, perché quei fondi europei di cui parlavo prima non riguardano solo gli agricoltori alluvionati, ma tutti. I rimborsi sono stati dati a tutti gli agricoltori colpiti da eventi negativi, indistintamente.”

Cioè?

“Sostanzialmente con i fondi europei interni alla PAC sono stati rimborsati tutti gli agricoltori e le aziende che hanno subito danni dagli eventi climatici, come gelate, siccità, grandine, alluvione e così via. Ma la destinazione dei fondi non distingue in base alla gravità o alla moltiplicazione del danno. Un agricoltore che ha avuto solo danni per le gelate viene rimborsato alla stessa maniera di chi come noi e come tanti ha ricevuto danni sia dalle gelate sia dalla siccità sia dall’alluvione, quindi colpito due o tre volte ma risarcito solo una volta. In sostanza, non si può dire che quei fondi europei erano specialmente per gli agricoltori alluvionati, perché non è così.”

E come stanno le cose per quanto riguarda la piattaforma Sfinge?

“Non abbiamo presentato ancora la domanda di rimborso dei danni. Semplicemente perché ci sono sempre nuove complicazioni burocratiche. Ci abbiamo provato diverse volte, ma ogni volta che siamo pronti per inserire la domanda ci viene chiesto qualcosa in più, della nuova documentazione. Quindi la domanda, di fatto, non siamo ancora riusciti a presentarla.”

Invece avete ricevuto il sostegno della solidarietà cooperativa.

“Sì. Ma questa è un’altra cosa, interna al mondo cooperativo. Anche noi, che siamo stati vittime, abbiamo contribuito a mettere qualcosa in un fondo che aiuta tutti quelli colpiti. A partire dalle famiglie, perché anche noi abbiamo famiglie che sono state alluvionate. Quindi il movimento cooperativo con tutte le sue cooperative e i suoi associati su base volontaria ha messo delle risorse: alla fine i fondi raccolti sono andati ai cooperatori che hanno avuto la casa sott’acqua e a sostegno delle aziende cooperative che hanno avuto problemi. Poi nel nostro caso ci sono state donazioni dirette anche di altre coop o di semplici cittadini. Attraverso la solidarietà cooperativa abbiamo ricevuto circa 100 mila euro. In alcuni casi ci sono state donate delle cose, sono stati sostenuti dei progetti, offerte delle agevolazioni per l’acquisto di pali e fienili o di altre attrezzature necessarie alla ripresa dell’attività”.

Come giudica la risposta che è arrivata dalle istituzioni nel dopo alluvione?

“L’Europa ha fatto la sua parte anche se, come dicevo prima, i fondi non sono finalizzati espressamente all’alluvione. Comunque quel contributo ha aiutato a mitigare i grandi problemi dello scorso anno, perché altrimenti sarebbe stato un bagno di sangue. Noi ci siamo rimessi in piedi con le nostre forze e attingendo alle nostre risorse, ma da soli sarebbe stata dura. Sicuramente dall’Europa è arrivata una risposta positiva e siamo contenti per quello che ci riguarda. Invece in casa nostra è un casino. Per AgriCat non si capisce bene, arrivano delle PEC di continuo, le stime sono al ribasso. Quindi no, non siamo contenti della risposta delle istituzioni italiane. La piattaforma Sfinge del Commissario Figliuolo poi sembra fatta apposta per essere complicata e non dare un soldo a nessuno.”

La vostra attività è ripresa al cento per cento?

“Ripristinare i terreni un anno per l’altro e farli ripartire per generare reddito e per far lavorare le persone, è il nostro lavoro. Per cui noi siamo ripartiti l’anno scorso, abbiamo usato risorse nostre per ripristinare tutti i terreni, fino a che non ci ha dato una mano la riserva di crisi. Non abbiamo mai smesso. La nostra attività è ripartita anche dove c’è stata l’alluvione. È chiaro che dove c’è stato il problema maggiore, magari quest’anno le rese sono state più basse rispetto allo standard, però possiamo dire che l’attività è ripresa in pieno.”

Lei si aspettava la feroce lotta politica che si è sviluppata sugli alluvionati e i rimborsi nel post alluvione? E alla luce di tutte queste cose rifarebbe la scelta del 19 maggio 2023?

“Parto dall’ultima domanda. La rifarei comunque. Quella scelta non l’abbiamo fatta perché ci aspettavamo un rimborso, non abbiamo mai fatto un calcolo di questo genere. Quella scelta era la cosa giusta da fare per la comunità e l’abbiamo fatta. Noi facciamo parte di questa comunità da 140 anni, per cui quando c’era bisogno di dare una mano l’abbiamo data. Noi e le altre cooperative. Quindi rifarei tutto di nuovo perché non ho fatto calcoli, è stato fatto di impulso. Lo rifarei comunque perché la vita delle persone viene prima di ogni altra cosa.”

E sulla contrapposizione politica cosa mi dice?

“La speculazione politica, purtroppo, è una cosa che avevo previsto. Mi guardavo bene dal dirlo, sperando che non sarebbe successo, perché di fronte a una tragedia come quella che è accaduta in Romagna non si doveva e non si poteva speculare politicamente. Puntualmente è successo. Quando ho visto passare i giorni senza che fosse nominato il Commissario, quando hanno poi nominato un Commissario esterno ho capito già lì che c’era un gioco politico in atto. L’alluvione non ha guardato in faccia a nessuno, destra o sinistra, ma qualcuno ha voluto scaricare la colpa sugli amministratori di centrosinistra e punirli con la mancata nomina di Bonaccini – di solito in tutte le emergenze, in qualsiasi regione, si nomina il presidente della Regione – e tutto questo fregandosene dei problemi della gente. Se dopo un anno e mezzo siamo ancora qui a parlare di questa roba, con tanta gente che non ha ancora visto un euro, credo di essermi sbagliato di poco.”

Lino Bacchilega

L’INTERVISTA A LINO BACCHILEGA

Direttore Lino Bacchilega mi spieghi meglio questa faccenda di AgriCat. Il suo presidente Galavotti mi ha detto che vi fa assai penare…

“AgriCat è la società che gestisce il fondo istituito dal Ministero dell’Agricoltura, un fondo mutualistico finanziato in parte dai privati che operano in agricoltura e che prendono i soldi PAC e per il resto con soldi pubblici.”

E voi avete fatto richiesta per i rimborsi per gli eventi climatici per una stima di 459 mila euro. È così?

“Non esattamente. Noi abbiamo fatto la richiesta inserendo i dati delle superfici danneggiate per il mancato raccolto e per i danni subiti per le gelate e le brinate del 2023 che hanno inciso sul raccolto della frutta. Però alla domanda non corrispondeva una cifra precisa. Noi abbiamo fatto la domanda. Poi a gennaio o febbraio, adesso non mi ricordo bene, al nostro centro di assistenza agricola è arrivata la risposta dove si diceva che noi avremmo avuto un indennizzo pari a 459 mila euro. A giugno ci hanno liquidato il 30% di quella cifra, quei 137mila euro di cui le ha parlato Galavotti. Ma non c’è una sorta di distinta che dice per il grano avete un rimborso tot, sui ravanelli avete un rimborso tot. Nemmeno ci hanno detto che c’erano anomalie. A noi in ogni caso i 459mila euro sembrano pochi, perché da nostra perizia i danni per mancato raccolto ammontano a un milione di euro. Comunque, ci siamo detti, andiamo avanti. Poi il 26 di agosto ci è arrivata una PEC nella quale si diceva che la nostra domanda era stata accolta parzialmente, allora siamo andati a guardare dentro la piattaforma e abbiamo visto che da 459.000 gli indennizzi sono passati a 578.000 euro. Resta sempre la metà di quel che ci aspettavamo però è più di prima. Ma non capivamo cosa significava quell’accoglimento parziale. Quindi abbiamo cercato di capire…”

E ce l’avete fatta?

“No. È cominciato un calvario. Il sito si bloccava. Dopodiché abbiamo ricevuto un’altra PEC che diceva che la domanda per gli indennizzi per gelo e brina non veniva accolta. Poi un’altra PEC che ci confermava il mancato accoglimento. Andiamo a cercare di capire ma non si riesce ad accedere al portale di AgriCap. A un certo punto il portale si blocca. Quando riusciamo ad entrare, cerchiamo di capire cosa non va nella nostra domanda, se ci sono anomalie, nulla, non c’è nulla. Non ci stavamo capendo nulla. Allora abbiamo chiamato AgriCat per chiedere spiegazioni e per tutta risposta ci dicono scaricate il manuale di navigazione del portale che è lì online e di usare quello per tutte le info. Questa è stata la risposta in burocratese, evidentemente non lo sanno nemmeno loro come funziona quel sito. Ci leggiamo il manuale e accediamo, ma le informazioni sono sempre le stesse: gli indennizzi sono pari a 578mila euro ma poi c’è scritto parziale accoglimento, e ancora non riesco a capire cosa vuol dire.”

In buona sostanza, c’è questa cifra e c’è stata la liquidazione di una parte della cifra, però non sapete quanti altri soldi riceverete, se li riceverete e quando?

“No lo so. Non ho capito. Non sono certo che riceveremo altri soldi di indennizzo. So che domani (oggi per chi legge, ndr) c’è un incontro nazionale con le tre organizzazioni principali degli agricoltori e spero spieghino qualcosa. Ma secondo me la cosa in realtà è semplice: il portale non funziona, e ci si arrampica sugli specchi per cercare di correre ai ripari. E non si riesce a capire la logica degli indennizzi, come sono calcolati, dal momento che non mi dicono quanto per il grano, quanto per la frutta, e così via. E poi tutte le loro stime sono al ribasso.”

Le volevo chiedere un commento sulla storia che è uscita su tutti i giornali anche nazionali di quel contadino di Riolo Terme che ha ricevuto poco meno di 14 euro di indennizzi da AgriCat.

“È una cosa vergognosa. Io ho appena fatto un’intervista su Radio 24, con me c’era una signora proprietaria di un’azienda di Casola Valsenio, il cui terreno è franato. Noi abbiamo avuto il terreno alluvionato, ma è ancora lì. Il suo è stato alluvionato ed è franato, non è più lì dov’era prima, lei ha avuto più danni, ha un’azienda più piccola, è più in difficoltà lei di me, senza pensare che in collina diventa tutto più difficile, si fa fatica ad avere le strade praticabili. La signora riuscirà a rimettere in condizioni il suo terreno? C’è il rischio che i coltivatori se ne vadano dalla collina. Ma se vanno via loro, quest’altra volta la collina ce la troviamo al mare, sarà ancora peggio. Se noi portiamo via gli agricoltori dal di là o gli allevatori che presidiano il territorio e sono i primi guardiani del territorio, la collina verrà giù e ce la troveremo al mare. Per dire che non si possono dare queste risposte alle persone, che hanno fatto fronte con la propria pelle e con i propri soldi all’emergenza. Lo stato deve indennizzare e aiutare.”

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