Bussandri, Cgil ER, su analisi Ires dichiarazioni redditi ’22: crescita dei redditi da lavoro dipendente molto sotto l’inflazione. Romagna peggio dell’Emilia

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Il segretario generale Cgil Emilia-Romagna Massimo Bussandri è intervenuto per commentare i dati sull’analisi Ires che riguarda “Le dichiarazioni dei redditi in Emilia-Romagna” nell’anno 2023 (l’anno di imposta è il 2022).

“Il fatto che oltre il 60% dei redditi dichiarati in Emilia-Romagna si collochi nella fascia tra i 15.000 e i 55.000 euro è indicatore di una certa equità nella distribuzione dei redditi della nostra regione, certamente maggiore rispetto ad altre zone del Paese, tuttavia alcuni dati fanno suonare un forte campanello d’allarme. – dice Bussandri – La crescita dei redditi da lavoro dipendente è di gran lunga inferiore rispetto all’andamento dell’inflazione. La questione salariale, che la Cgil solleva in tutto il Paese, comincia a diventare questione centrale anche in Emilia-Romagna, dove abbiamo sicuramente tante occasioni di lavoro ma evidentemente ancora poca diffusione del lavoro di qualità. Anche la crescita dei redditi da pensione non tiene il passo della perdita del potere d’acquisto per effetto delle tante sforbiciate ai meccanismi di rivalutazione.”

“C’è poi il fenomeno, molto curioso, del contestuale aumento esponenziale dei redditi da lavoro autonomo e da attività d’impresa, in questo caso superiore alle dinamiche inflazionistiche, che segnala due cose: il fatto che quest’ultima tipologia di lavoro “rende” di più rispetto al lavoro dipendente, perché evidentemente la ricchezza prodotta è mal distribuita fra le due tipologie; il fatto che la “flat tax” ha probabilmente fatto emergere alcune zolle di evasione fiscale. Non guardiamolo come un fatto positivo, perché sarebbe triste e paradossale che per limitare il ricorso all’evasione in questo Paese si debba “certificare” un sistema che fa pagare più tasse a chi guadagna meno, lavoratori dipendenti e pensionati, e meno tasse a chi guadagna di più. – continua il segretario Cgil – Alcuni dati chiamano in causa anche i ragionamenti che dovremo fare nella direzione di una manutenzione avanzata del Patto per il Lavoro e per il Clima. Abbiamo in questa regione un forte squilibrio territoriale di redditi, anche e soprattutto da lavoro dipendente, e una provincia (Rimini) che si colloca al di sotto della media nazionale. Il disegno di una Emilia-Romagna a due o più velocità è sempre più realistico e tuttavia è un tema da risolvere”.

Le dichiarazioni dei redditi in Emilia-Romagna – Dichiarazioni del 2023, riferite all’anno di imposta 2022

Il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblica annualmente i dati, disaggregati per livello comunale, relativi alle dichiarazioni dei redditi effettuate nell’anno precedente. Quest’anno (2024) ha pubblicato i dati relativi alle dichiarazioni effettuate nel 2023, che hanno a riferimento i redditi del 2022. Si tratta di dati sicuramente di grande interesse, anche perché raffrontabili in serie storica e in grado quindi di cogliere, comune per comune, l’evoluzione dei redditi. Esiste tuttavia qualche complessità di ordine metodologico nell’elaborazione e nell’analisi di questi dati, complessità che non tutte le fonti risolvono allo stesso modo.

In questo rapporto adotteremo prevalentemente le metodologie di calcolo adottate sul sito di statistica della regione Emilia-Romagna (statistica self service), a partire dal fatto che i database ministeriali di riferimento sono quelli che contengono il dettaglio comunale.

Tab. 1 – Reddito imponibile medio annuo pro capite per Regioni

Reddito

2022 in €

variazione

% sul 2021

variazione

% sul 2012

Piemonte

22.997

4,2

15,9

Valle d’Aosta

22.684

7,1

13,6

Lombardia

25.698

4,6

16,5

Liguria

22.308

4,0

11,7

Trentino Alto Adige (P.A. Trento)

22.700

5,9

18,2

Trentino Alto Adige (P.A. Bolzano)

25.041

6,0

22,6

Veneto

22.883

5,2

18,8

Friuli Venezia Giulia

22.805

4,4

17,3

Emilia Romagna

23.713

4,3

17,8

Toscana

22.188

5,3

16,5

Umbria

20.050

4,1

13,3

Marche

20.641

4,9

19,1

Lazio

23.345

4,8

12,2

Abruzzo

18.874

5,3

18,2

Molise

17.049

5,0

18,0

Campania

17.846

5,4

14,6

Puglia

17.230

5,2

17,6

Basilicata

17.293

4,7

20,7

Calabria

16.108

5,3

17,9

Sicilia

17.286

5,3

15,7

Sardegna

18.441

4,5

14,2

ITALIA

21.752

4,9

16,5

fonte: elaborazioni su dati del dipartimento Finanze del MEF

Nel 2022 (tabella 1) l’Emilia-Romagna si è confermata al terzo posto tra le regioni italiane, dopo la Lombardia e la Provincia Autonoma di Bolzano, per reddito imponibile medio pro capite, registrando tuttavia una crescita, rispetto all’anno precedente pari al 4,3%, inferiore alla crescita media nazionale (4,9%). Non si può inoltre sottacere il fatto che l’andamento dell’inflazione nel corso di quell’anno ha registrato una crescita molto superiore, quasi doppia, essendosi attestata all’ 8,1% (indice NIC, prezzi al consumo per l’intera collettività, media nazionale). La crescita nominale dei redditi imponibili nasconde quindi un loro calo sostanziale, che riguarda però in modo particolare i redditi da lavoro dipendente e da pensione.

Se rapportato invece alle dichiarazioni dei redditi di 10 anni prima (anno 2012), l’imponibile medio pro capite risulta cresciuto in Emilia-Romagna del 17,8%, oltre un punto percentuale in più di quanto è avvenuto nella media nazionale. In questo caso si tratta di una crescita superiore a quella registrata dal tasso di inflazione, che nell’arco dei dieci anni considerati è stata del 14,9% (sempre prendendo a riferimento la media nazionale dell’indice NIC).

Rispetto al 2012 inoltre la regione Emilia-Romagna ha guadagnato una posizione in graduatoria, avendo superato il Lazio, attualmente quarto.

Tab. 2 – Reddito imponibile medio annuo pro capite nelle province dell’Emilia-Romagna

Provincia

Reddito 2022

in €

variazione %

sul 2021

variazione %

sul 2012

Bologna

25.729

4,2

15,3

Forlì-Cesena

21.567

4,7

19,3

Ferrara

21.435

4,0

17,4

Modena

24.543

4,4

20,5

Piacenza

23.655

4,1

17,9

Parma

25.367

4,3

17,2

Ravenna

22.118

4,2

17,8

Reggio Emilia

24.356

4,5

19,7

Rimini

19.611

4,6

16,3

Emilia-Romagna

23.713

4,3

17,8

fonte: elaborazioni su dati del dipartimento Finanze del MEF

Scendendo al dettaglio provinciale (tabella 2), l’imponibile medio pro capite va dagli oltre 25.000 € di Bologna e Parma, che a buon titolo possono essere considerate le province più ricche della regione, ai 19.600 circa di Rimini. Al terzo posto di questa graduatoria si colloca Modena, che ha avuto la crescita più sostenuta nei 10 anni precedenti (20,5%) e al quarto Reggio Emilia, che rimane sempre comunque su valori molto prossimi a quelli modenesi.

Tra le province meno “ricche”, oltre a Rimini, vanno annoverate anche Ferrara e Forlì-Cesena, su valori di imponibile medio tra di loro molto simili, attorno ai 21.500 euro. È chiaro che sarebbe sbagliato basarsi unicamente sulle dichiarazioni dei redditi per stabilire la ricchezza o la povertà degli abitanti di una provincia, essendo esse condizionate dal fenomeno dell’evasione, un fenomeno sempre molto rilevante, come rilevato dallo stesso Dipartimento delle Finanze del MEF, soprattutto in alcuni settori, come la ristorazione o la pesca solo per citare due esempi, ben presenti nei territori appena richiamati.

Al netto di questa necessaria attenzione, il reddito imponibile dichiarato può essere tuttavia considerato un buon indicatore della salute e dell’andamento dell’economia di un territorio. Proseguiamo dunque nella nostra analisi, considerando ora i comuni capoluogo di provincia (tabella 3).

Tab. 3 – Reddito imponibile medio annuo pro capite nei comuni capoluogo delle province dell’Emilia-Romagna

Comuni capoluogo

Reddito 2022

in €

variazione %

sul 2021

variazione %

sul 2012

Bologna

27.626

4,3

13,8

Cesena

22.977

5,1

19,4

Forlì

22.799

3,9

16,5

Ferrara

24.205

4,2

14,7

Modena

27.423

4,7

19,0

Piacenza

25.440

3,5

14,6

Parma

27.759

4,2

14,8

Ravenna

22.891

4,1

14,2

Reggio Emilia

25.026

4,7

16,8

Rimini

20.260

4,2

14,3

fonte: elaborazioni su dati del dipartimento Finanze del MEF

Si conferma anche in questo caso il primato di Bologna e Parma, anzi come comune capoluogo è quest’ultima a sopravanzare anche il capoluogo felsineo, con il comune di Modena che segue a distanza molto ravvicinata. In coda Rimini, mentre Ferrara come comune capoluogo si differenzia sensibilmente dal resto della sua provincia e si colloca sensibilmente al di sopra dei principali comuni della Romagna, compresa Ravenna.

A crescere maggiormente nel decennio 2012-2022 non è solo Modena, coerentemente all’andamento della sua provincia, ma anche Cesena, che come imponibile medio ha sopravanzato per la prima volta nel 2022 sia Forlì, sia Ravenna.

I comuni che registrano i redditi medi imponibili più elevati della regione non sono però quelli capoluogo e nei primi due casi, Albinea (RE) e Gazzola (PC), non rientrano neppure nell’ambito delle province mediamente più ricche. Questi due piccole località hanno in comune la forte crescita dei redditi imponibili registrata dal 2012 al 2022, largamente superiore al 30%. I due comuni successivi, San Lazzaro di Savena (BO) e Castelnuovo Rangone (MO), oltre ad essere di maggiori dimensioni per numero di abitanti, si collocano invece in province con redditi mediamente più alti. Solo al quinto posto di questa particolare graduatoria ritroviamo il primo comune capoluogo, quello di Parma, seguito in sesta posizione dal capoluogo regionale Bologna.

I comuni che registrano redditi imponibili più bassi condividono invece tra loro una dimensione demografica medio-piccola e in alcuni casi piccolissima, come Zerba (PC), che conta appena una settantina di residenti ed è il comune con meno abitanti di tutta la regione. Inoltre i 10 comuni con il reddito medio più basso ricadono ricadono quasi sempre negli stessi territori provinciali: in quello di Rimini in 4 casi, in quello di Piacenza in 3.

È interessante notare che alcuni di questi comuni, che si collocano nella fascia più bassa di redditi imponibili medi dichiarati, hanno tuttavia conosciuto nel decennio 2012-2022 una crescita rilevante di questo indicatore, con punte vicine o addirittura superiori al 30%.

Un altro punto di vista che può offrire interessanti spunti di analisi è quello che riguarda le percentuali di contribuenti per fasce di reddito. Consideriamo in particolare da un lato la percentuale di coloro che dichiarano un reddito da zero a 15.000 euro annui e dall’altro quella di coloro che denunciano un reddito annuo superiore ai 75.000 euro (tabella 6).

L’Emilia-Romagna può vantare, rispetto alla media nazionale, una percentuale sensibilmente più bassa di redditi annui inferiori ai 15.000 euro (il 31,1% contro il 38,0%), nonché una quota più elevata di contribuenti che dichiarano un reddito superiore a 75.000 € annui (3,3% contro 2,9%). Tra le province spicca il dato di Rimini, che ha registrato una percentuale di dichiarazioni da zero a 15.000 euro pari al 41,3%, superiore non solo alla media regionale ma anche a quella nazionale. Degni di essere sottolineate sono anche, sul fronte opposto, le elevate percentuali di contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro nelle province di Bologna e Parma.

Tab.6 – Percentuali di contribuenti che hanno dichiarato da zero a 15.000 o più di 75.000 o da 15.000 a 75.000 euro annui

nelle province dell’Emilia-Romagna

Province

% -15.000

% +75.000

% da 15.000 a 55.000

Bologna

28,0

4,2

62,1

Forlì-Cesena

33,5

2,6

59,8

Ferrara

33,7

2,5

59,7

Modena

29,4

3,4

62,3

Piacenza

31,5

3,3

60,6

Parma

29,4

4,0

61,3

Ravenna

33,0

2,7

60,1

Reggio Emilia

29,1

3,2

63,0

Rimini

41,3

2,5

51,6

Emilia-Romagna

31,1

3,3

60,7

Italia

38,0

2,9

54,2

fonte: elaborazioni su dati del dipartimento Finanze del MEF

Supponendo che una maggiore concentrazione di contribuenti nelle fasce di reddito che vanno da 15.000 a 55.000 euro annui possa essere considerata indicativa di una maggiore equità nella distribuzione dei redditi, sicuramente la regione Emilia-Romagna presenta una condizione migliore rispetto alla media nazionale (60,7% contro 54,2%) e le province di Modena e soprattutto Reggio Emilia superano anche quelle, complessivamente come abbiamo visto più “ricche”, di Bologna e Parma.

Anche in questo caso il dato di Rimini si stacca, in negativo, da quelli delle altre province. Nei comuni capoluogo è di solito più bassa, rispetto alle medie provinciali, la quota dei contribuenti con dichiarazioni fino a 15.000 euro, con l’eccezione non secondaria del comune di Bologna, mentre al contrario è normalmente più alta la percentuale di contribuenti che hanno dichiarato oltre 75.000 euro lordi annui. Di conseguenza cala, ma non nei comuni della Romagna, la percentuale di coloro che stanno nella fascia intermedia dai 15.000 ai 55.000.

Passando ad esaminare i redditi medi dichiarati relativi ad alcune specifiche tipologie di reddito, è utile iniziare dalla tipologia che maggiormente contribuisce a determinare i redditi complessivi, quella derivante dal lavoro dipendente e assimilati (tabella 10).

Tab.10 – Redditi medi da lavoro dipendente e assimilati nelle province dell’Emilia-Romagna

Provincia

Reddito medio

Var. % sul 2021

Piacenza

23.721

2,4

Parma

25.627

2,5

Reggio Emilia

24.534

2,6

Modena

25.024

3,3

Bologna

25.516

2,7

Ferrara

21.746

2,3

Ravenna

22.003

2,8

Forlì-Cesena

21.532

3,3

Rimini

19.349

4,0

Emilia-Romagna

23.815

2,8

Italia

22.284

3,7

fonte: elaborazioni su dati del dipartimento Finanze del MEF

Anche considerando i soli redditi da lavoro dipendente e assimilati, il reddito medio pro capite risulta essere in Emilia-Romagna nettamente superiore a quello nazionale, anche se il divario risulta essere leggermente inferiore rispetto al reddito imponibile totale (+6,9% invece che +9,0%).

L’Emilia-Romagna risulta anche in questo ambito la terza regione italiana, ma nell’anno d’imposta precedente, il 2021, era seconda: è stata superata, seppur di poco, anche dal Lazio, ferma restando la prima posizione della Lombardia.

Parma, Bologna e Modena restano, anche in questo specifico ambito, le province con i redditi medi pro capite più elevati della regione. Ferrara, Forlì-Cesena e soprattutto Rimini quelle che registrano invece i redditi medi più bassi.

Da notare che mediamente i tassi di crescita dei redditi da lavoro dipendente rispetto a quelli dell’anno precedente sono comunque più bassi di quelli del totale dei redditi imponibili, nonché di quelli delle altre tipologie di reddito (da pensione e da lavoro indipendente) che vedremo successivamente.

Focalizzando l’attenzione sui capoluoghi di provincia sono sempre Parma, Bologna e Modena ad avere i redditi medi da lavoro dipendente più alti, ma è in particolare il comune di Modena a registrare il tasso di crescita più elevato nell’ultimo anno, arrivando a contendere molto da vicino con quello di Parma il primato assoluto. Insieme a Rimini, che pure nell’ultimo anno ha avuto un alto tasso di crescita, sono invece Ravenna e Forlì i comuni con redditi medi da lavoro dipendente più bassi.

Rispetto ai redditi da lavoro dipendente, quelli da pensione sono significativamente inferiori: circa 3.000 euro in meno nella media emiliano-romagnola, nonostante sia migliore la dinamica di crescita dall’anno di imposta 2021 a quello 2022. Tra le province della regione in questo caso è netta la prevalenza di quella di Bologna. Segue Parma, mentre in questo caso Modena è molto più allineata alla media regionale. Anche per questa tipologia di redditi, la provincia di Rimini presenta la media più bassa della regione, seguita da Forlì-Cesena.

L’analisi non cambia sostanzialmente se invece delle province si considerano i comuni capoluogo (tabella 15): è sempre Bologna a presentare i valori più alti e Rimini quelli più bassi. Com’era facile supporre, anche per questa tipologia reddituale i valori medi dei capoluoghi risultano comunque sensibilmente superiori a quelli medi delle rispettive province.

Sotto la voce “redditi da lavoro indipendente” il sito web della regione Emilia-Romagna (statistica self-service) ha raggruppato alcune altre tipologie di reddito diverse da quelle da lavoro dipendente e da pensione sopra richiamate. In particolare ha raggruppato in questa voce i redditi da lavoro autonomo, quelli da attività imprenditoriale (sia in contabilità ordinaria, sia in contabilità semplificata, compresi i valori nulli) e quelli da partecipazione (compresi anche in questo caso i valori nulli).

Il quadro che ne emerge (tabella 18) è quello di redditi medi significativamente più alti rispetto a quelli relativi alle tipologie viste in precedenza (lavoro dipendente e pensione). Inoltre è nettamente più sostenuta la crescita dei redditi medi rispetto all’anno precedente, superiore quasi sempre ai 10 punti percentuali e quindi tale da assorbire ampiamente il pur alto tasso di inflazione. Su questo aumento può avere inciso la possibilità, prevista dalla legge di bilancio 2022 per i titolari di partita IVA, di optare per la cosiddetta “flat-tax”, ossia per una tassazione ridotta al 15% sulla crescita di reddito registrata rispetto all’anno precedente fino a 40.000 euro.

Tra le province emiliano-romagnole è ancora una volta quella di Bologna a primeggiare, ma in questo caso quella di Piacenza dopo Parma, registrando un reddito medio più alto anche rispetto a quello di Modena e Reggio Emilia. I redditi più bassi sono come sempre quelli delle province romagnole, in particolare di Rimini, ma Ferrara registra una media più bassa rispetto a Forlì-Cesena e Ravenna.

Tab.18 – Redditi medi da lavoro indipendente* nelle province dell’Emilia-Romagna

Provincia

Reddito medio

Var. % sul 2021

Piacenza

32.017

13,4

Parma

33.791

9,4

Reggio Emilia

31.571

11,5

Modena

31.996

11,0

Bologna

37.035

11,0

Ferrara

27.810

12,3

Ravenna

28.702

12,4

Forlì-Cesena

28.606

11,9

Rimini

24.933

8,9

Emilia-Romagna

31.475

11,2

Italia

30.385

11,7

fonte: elaborazioni su dati del dipartimento Finanze del MEF

Infine, sono tutti collocati lungo la via Emilia, in modo particolare nelle province di Piacenza e Bologna, i comuni che hanno avuto nel 2022 i redditi medi da lavoro indipendente più elevati della regione (tabella 20), ma sempre in provincia di Piacenza si trovano anche molti comuni tra quelli che, in questa tipologia di redditi, presentano i valori più bassi.

Colpiscono le forti variazioni in positivo o in negativo di alcuni comuni rispetto al reddito dell’anno precedente, ma va considerato che il numero di contribuenti di questa specifica tipologia di redditi è molto ristretta, soprattutto nei piccoli comuni, e questo rende più facilmente possibili variazioni anche molto significative da un anno all’altro.

In sintesi, sulla base delle dichiarazioni dei redditi effettuate nel 2023 e relative all’anno d’imposta 2022, l’Emilia-Romagna conferma la propria posizione di assoluto rilievo tra le regioni italiane, essendo terza per reddito imponibile medio pro capite, benché il suo tasso di crescita rispetto al 2021 (4,3%) sia inferiore a quello medio nazionale (4,9%) e comunque inferiore al tasso di inflazione (8,1%).

Inoltre l’Emilia-Romagna si distingue per una distribuzione del reddito relativamente equa, con una minore incidenza delle fasce di reddito più basse e una concentrazione più alta di contribuenti nelle fasce di reddito intermedie rispetto alla media nazionale. Bologna e Parma sono le province con i redditi medi imponibili più alti, superando i 25.000 euro, mentre Rimini è la meno “ricca” con circa 19.600 euro.

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