“Frutti Dimenticati Frutti indimenticabili. Tradizione, biodiversità, cucina” di Graziano Pozzetto

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Ogni anno, da qualche tempo, Graziano Pozzetto ci regala un libro. Giornalista, scrittore, divulgatore appassionato e molto attivo se consideriamo che i suoi incontri-conferenze hanno raggiunto il numero di 2300.
Inoltre con le sue pubblicazioni ha riscoperto le tradizioni di ieri e le novità di oggi in una enciclopedica codificazione culturale e antropologica di mangiari, cibi, vini tipici, eccellenze, memorie identitarie.

Numerosi premi hanno accompagnato la sua produzione: la Giuria del Premio Bancarella Cucina gli ha conferito il Premio alla Carriera e recentemente ha vinto il Premio Guidarello, tanto per ricordarne alcuni.

Frutti dimenticati/Frutti indimenticabili, tutti insieme stimolano la memoria riconducendo a ricordi infantili o a momenti che sono stati determinanti per la propria vita. A chi non è mai capitato di dire: “Ricordo, quando ero piccolo/a, quelle mele e quelle perine particolarmente profumate…; oppure: queste nespole mi fanno tornare alla mente un sapore perduto, momenti di vita felicemente vissuta a contatto con la natura…”.

A partire dall’immagine di copertina dove incontriamo il Canestro di Frutta di Caravaggio, poi, sfogliando le prime pagine troviamo, ormai una consuetudine di Pozzetto, i versi e i racconti del tempo passato di Tonino Guerra: “Nel mezzo di una spianata grande di un campo/C’era un pero da solo che aveva addosso/ Tutte le foglie rosse dell’autunno/ Che stavano per cadere./Eravamo io e quelle foglie/Ad aspettare un colpo di vento” (da Piove sul Diluvio).

Ma non è solo un libro di momenti nostalgici; i saggi raccolti portano le firme di studiosi, esperti, come Sauro Biffi che descrive le caratteristiche dei frutti, il loro habitat, il loro utilizzo; Beppe Sangiorgi indaga la cultura popolare, la storia, i frutti medicamentosi…; e ancora Sergio Guidi, Silverio Sansavini, Alberto Capatti. Non mancano i suggerimenti dell’uso dei frutti dimenticati nella cucina e le ricette attuali per tornare ad usarli: per esempio Latte cotto ai fiori di sambuco, Cervo alle visciole, Battuto di manzo, prugne allo zenzero e mandorla, ecc. Sono menzionati anche i grandi vivaisti che con passione lavorano al recupero dei frutti dimenticati. Non dimentica, l’autore, come gli suggeriva il suo amico Tonino Guerra, di fare un salutino finale togliendosi anche qualche sassolino…cosa che fa puntualmente senza temere di farsi qualche nemico.

Anna De Lutiis

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