Politica. Tardi (CambieRà): Ostetricia e ginecologia, risposte lacunose alla question time

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“Questo pomeriggio è stato discusso in Consiglio Comunale il Question Time, depositato congiuntamente al Consigliere Ancarani (FI), riguardante la preoccupante situazione della Struttura Complessa Aziendale di Ostetricia e Ginecologia della Provincia di Ravenna” scrive Samantha Tardi di CambieRà.

In merito alla situazione “ricevemmo copia di una missiva sottoscritta da tutto il personale medico dei presidi di Lugo e Faenza, dove, senza troppi giri di parole, essi hanno disegnato un quadro decisamente sconfortante, se non grave, dello status in cui quotidianamente svolgono il proprio lavoro, oberando, conseguentemente il reparto ed il personale medico ravennate. Il lento declino dei punti nascita di Lugo e Faenza, come già ampiamente spiegato, ha determinato un duplice risultato negativo: da un lato un sovraccarico dei ritmi di lavoro dei professionisti di Ravenna, non solo da un punto di vista meramente clinico, ma anche a causa delle richieste di sostegno formativo nei confronti dei colleghi di Lugo e Faenza, senza esser titolati per occuparsi dell’istruzione e dell’aggiornamento professionale altrui, con ovvio e derivante aumento di stress fisico e mentale; dall’altro una severa e allarmante riduzione della “clinical competence” degli operatori di Lugo e Faenza con un potenzialmente grave livello di insicurezza per puerpere e nascituri” prosegue Samantha Tardi.

“Le nostre domande rivolte al Sindaco De Pascale chiedevano di prendere una posizione in merito alla vicenda, spiegandoci anche quali fossero le concrete azioni che egli, in rappresentanza sia del Comune di Ravenna, che di tutta la Provincia, stesse ponendo in essere per tentare di risolvere la situazione. Il Sindaco, dopo una velocissima lettura della risposta pervenuta dalla dirigenza ASL, la quale afferma, nonostante gli scritti, di non aver rilevato impattanti criticità in merito, tuttavia riferisce che sarà presto organizzata una turnazione unica tra Ravenna, Faenza e Lugo proprio con lo scopo di rendere equilibrati gli assetti professionali e colmare le eventuali mancanze di competenza. Nel frattempo, con orgoglio, si è fatto presente – come già annunciato sui media – che a Faenza si è deciso di riportare i parti programmati, dimostrando quanto si continui a guardare il dito e non la luna”.

“Il ritorno dei parti programmati a Faenza è stato presentato come un “grande risultato per l’Unione della Romagna Faentina” con conseguente scarico di lavoro per il nosocomio di Ravenna, il quale, riducendo il numero di cesarei tornerebbe finalmente a respirare. In realtà ci sono alcuni aspetti che né i politici locali né i dirigenti dell’Area Vasta dichiarano: si parla di “parti programmati”, pertanto non è specificato quale sia l’organizzazione per i “parti critici” e quindi non è chiaro se essi vengano ancora inviati a Ravenna, oppure riusciranno a rimanere a Faenza grazie appunto alla revisione dei turni complessivi. Ancora più inquietante sarebbe la situazione dei parti che “critici” lo diventano in corso d’opera, ovvero durante lo svolgimento del parto stesso. Si tratta di situazioni che possono divenire rapidamente drammatiche e che richiedono il possesso di capacità cliniche, competenze decisionali, tecnologie immediatamente disponibili ed anche in questo caso non è dato sapere come si intenderebbe procedere e che ruolo avrebbe il reparto ravennate e l’annesso personale medico” prosegue Samantha Tardi.

“Pare quindi ovvio che, alla luce della scelta fatta, peraltro sacrosanta, di riportare le programmazioni a Faenza, occorrerà ragionare in maniera complessa, evitando che le toppe applicate risultino peggiori del buco stesso: è fondamentale predisporre un centro di rianimazione neonatale in tal nosocomio, così come a Lugo. Ciò che non viene detto durante questi orgogliosi annunci, infatti, né da parte della Regione, né da parte della ASL, è che non sempre c’è il tempo per allestire il trasferimento di un neonato alla TIN (Terapia Intensiva Neonatale), che ha sede a Ravenna, né è sempre disponibile un anestesista/rianimatore con acclarate conoscenze per trattare neonati con criticità d’organo”.

“Auspichiamo, quindi, che prima dei vari proclami politici sensazionalistici, ci si fermi a riflettere molto bene su quanto scelto: i punti nascita che si pensa di tenere aperti hanno il diritto ed il dovere di poter offrire un servizio clinico a 360 gradi, rispondendo ad ogni esigenza, programmata e non, con lo scopo di preservare la salute e la vita di donne e bambini. Le condizioni di servizio parziale, in ambito sanitario, dettate da scelte politiche, e non scientifiche, con il mal celato desiderio di ottenere il classico consenso campanilistico elettorale, potrebbero risultare estremamente pericolose e non vorremmo mai ritrovarci a correre ai ripari dopo aver assistito ad una tragedia su cui poi piangere. Noi rimaniamo dubbiosi che il reparto di Ostetricia e Ginecologia ravennate possa trovare sollievo nel breve, se questi sono i presupposti, e riteniamo ancora una volta incredibile come il nostro primo cittadino non riesca a tutelare mai appieno il nostro Ospedale Civile, ridotto ormai a succursale secondaria di altri nosocomi dell’Area Vasta” conclude Samntha Tardi del Gruppo Consiliare CambieRà.

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