Confindustria Romagna: continuano segnali positivi per l’economia ravennate e il 2019 sarà stabile

Nel secondo semestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017 a Ravenna crescono fatturato totale (+7%), produzione (+3,7%), occupazione (+3,7%) - Presentato assegno di ricerca in collaborazione con l’Università di Bologna

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Prosegue in Romagna e a Ravenna il trend positivo dell’economia già evidenziato nel primo semestre 2018 per tutti gli indicatori rilevati nell’indagine semestrale tra gli associati di Confindustria. Una controtendenza rispetto ai dati nazionali, che restituiscono un forte calo a novembre seguito solo da un timido recupero a dicembre. È quanto emerge dall’indagine congiunturale dell’area vasta realizzata dal Centro Studi di Confindustria Romagna, espressione del campione di imprese associate di Ravenna e Rimini per il periodo consuntivo secondo semestre 2018 e previsioni primo semestre 2019. 

 

Come ha ricordato Tomaso Tarozzi, presidente della delegazione ravennate di Confindustria e vicepresidente con delega all’Educationl, il campione dell’analisi riguarda un panel di imprese che valgono 5 miliardi di fatturato e 17 mila dipendenti fra Ravenna e Rimini, soprattutto nel settore della manifattura e dei servizi. Per quanto riguarda l’area ravennate, le imprese coinvolte sommano un fatturato di 3 miliardi di euro e 10 mila addetto diretti: ne emerge un buon andamento della produzione e del fatturato, con percentuali leggermente migliori rispetto all’ultima indagine, in controtendenza con il dato nazionale grazie alla crescita delle quote di fatturato estero.

 

ANDAMENTO CONGIUNTURALE E STIME 2019

AREA VASTA (Ravenna + Rimini) – Nel secondo semestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017 crescono fatturato totale (+7%), produzione (+4,2%), occupazione (+6%). Nelle previsioni per il primo semestre 2019 la produzione viene prevista stazionaria da un 51,7% delle imprese e in aumento dal 35%; l’occupazione è stazionaria per il 63,4% del campione e in crescita per il 30,1%; gli ordini per il 44,6% sono stazionari e per il 39,1% in aumento.

RAVENNA – Nel secondo semestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017 crescono fatturato totale (+7%), produzione (+3,7%), occupazione (+3,7%) e ordini totali in aumento per il 40% del campione. Il grado di internazionalizzazione si attesta al 27,1%.

La minore crescita dell’occupazione a Ravenna rispetto a Rimini è data dalla presenza a Ravenna di imprese con minore incidenza di lavoro e manodopera rispetto al fatturato delle aziende: la differenza è determinata soprattutto dal settore turistico, molto più sviluppato a Rimini rispetto a Ravenna.

Nelle previsioni per il 2019 la produzione viene vista stazionaria dal 56,6% delle imprese; così come stazionari saranno gli ordini per il 48% del campione; anche l’occupazione non sarà modificata per il 67,9% del campione, mentre il 27% la stima in crescita. Anche l’osservatorio sugli investimenti evidenzia una crescita in proporzione al fatturato (+3,9%), e in generale rispetto al 2017 (+16,2%).

Le previsioni sono nel complesso positive, dice Confindustria, quindi niente crolli e nessun catastrofismo – anche se ci si attende per l’anno in corso una maggiore cautela: gli investimenti si concentreranno su ICT, formazione, linee di produzione e ricerca e sviluppo.

Confindustria Romagna è preoccupata per il fatto che a livello nazionale – anche a livello governativo – ci siano forze e tendenze definite anti-industrialiste e dice che proprio per questo sta lavorando attivamente per modificare la realtà. “Siamo preoccupati della situazione. C’è difficoltà a dialogare a certi livelli per ottenere le misure necessarie a favorire la crescita del paese; – ha detto Tarozzi – difficoltà a dialogare con chi sembra avere altre priorità, per esempio quella di spendere soldi che non ci sono. Ma noi insistiamo e chiediamo per esempio che si sblocchino i cantieri, molto importanti per le imprese e l’occupazione. Certo la crescita e lo sviluppo del paese non possono essere solo una preoccupazione delle imprese: abbiamo bisogno di interlocutori validi e di un impegno comune.”

 

LA CENTRALITÀ DELLE RISORSE UMANE

E proprio sulla ricerca e sviluppo ha voluto investire Confindustria Romagna attraverso il Centro studi, siglando un accordo con il dipartimento di Management dell’Università di Bologna con sede a Rimini, che prevede il cofinanziamento e l’attivazione di un assegno di ricerca biennale per il progetto di ricerca “Capitale umano e welfare aziendale nel sistema industriale e dei servizi in Romagna: cambiamenti in atto e prospettive di sviluppo”.

“Attraverso il nostro Centro Studi vogliamo costituire un osservatorio sull’evoluzione delle professionalità all’interno dell’industria – dichiara il presidente Paolo Maggioli – il fenomeno dell’innovazione organizzativa e delle sue conseguenze, in termini di scelte di gestione del personale, è strategico: la transizione verso approcci gestionali coerenti con una logica di ‘Industria 4.0’ genera infatti sfide e criticità rilevanti nella gestione delle persone, delle loro competenze e del loro benessere”.

“Questo implica evidentemente approcci innovativi alla gestione delle persone, per identificare e sviluppare le competenze necessarie, attrarre e selezionare talenti, e definire contesti organizzativi adeguati a stimolare il coinvolgimento e il benessere dei dipendenti”, aggiunge Tomaso Tarozzi, presidente della delegazione ravennate e vicepresidente con delega all’Education.

“Il progetto di ricerca punta a una ricognizione e valorizzazione delle best-practices adottate in Emilia-Romagna e nel mondo, e nasce dalla collaborazione consolidata tra Campus di Rimini e Confindustria Romagna, che già l’anno scorso aveva dato luogo ad una indagine sulle politiche di gestione delle risorse umane e di welfare aziendale tra le imprese associate – spiega la professoressa Paola Giuri, direttore del dipartimento di Management – Nonostante la proliferazione di studi e ricerche condotte sul welfare aziendale negli ultimi anni, vi sono alcuni interrogativi importanti su questo tema che restano ancora aperti. Ad esempio, vi è scarsa conoscenza della diversa propensione imprenditoriale ad attuare politiche di welfare aziendale, delle ricadute di queste politiche sulla produttività e redditività, delle azioni di welfare più efficaci per il benessere e la soddisfazione delle diverse categorie di lavoratori, delle strategie attraverso cui le aziende realizzano o accedano al welfare. Crediamo che questo progetto e la nascita di questo osservatorio potrà dare un importante contributo per rispondere a questi interrogativi e sostenere le imprese del nostro territorio”.

 

LA MOBILITAZIONE DEL 16 MARZO PER L’ENERGIA E L’OFFSHORE, SETTORE VITALE PER RAVENNA E NON SOLO

La città è alla vigilia di una mobilitazione importantissima, che tra tre giorni (sabato 16 marzo) vedrà manifestare insieme le principali associazioni imprenditoriali nazionali e i sindacati confederali, dice Confindustria. L’iniziativa affonda le radici nel decreto blocca trivelle, che ora è diventato legge: le nostre imprese del settore offshore – eccellenze stimate a livello internazionale – sono già andare a Roma per fare sentire la propria voce, ma ci è sembrato logico e naturale proporre una manifestazione a Ravenna, capitale dell’energia. 

Le misure che bloccano le nuove esplorazioni per le attività estrattive sono incomprensibili. È un brutto segnale per chi fa impresa. Oggi si colpisce l’offshore, domani si potrebbero chiudere i rubinetti a un altro settore. Le industrie non possono lavorare in quadro di incertezza. E molte del settore offshore potrebbero soffrire o chiudere. Siamo in contatto con Confindustria nazionale, e oltre a un rappresentante da Roma verranno lavoratori e imprese dalla Basilicata, dalla Sicilia e dall’Abruzzo per ribadire l’urgenza di una strategia lungimirante e ragionata verso una transizione energetica equilibrata, che non disperda un patrimonio di talenti, conoscenze e posti di lavoro. Una transizione che ha bisogno del gas. Altrimenti il gas continueremo a importarlo dall’estero a costi maggiori e con minore efficienza, dunque con un saldo negativo per il paese. Peraltro, pochi giorni dopo questa iniziativa di sabato 16 marzo aprirà i battenti l’OMC e su Ravenna saranno concentrati per tre giorni tutti i principali player mondiali del settore: non possiamo dare l’immagine di un comparto in difficoltà proprio in una delle sedi energetiche riconosciute a livello mondiale” ha detto Tomaso Tarozzi.

 

LA NECESSITÀ DI RAFFORZARE LE INFRASTRUTTURE

Un altro punto cruciale per Confindustria a Ravenna è quello delle infrastrutture. “La chiusura della Ravegnana continua a tagliare l’unica via di collegamento diretto con Forlì, e la viabilità è resa ancora più problematica dai lavori di restauro del ponte Assi sui Fiumi Uniti. In generale, questo disagio si inserisce in un quadro già critico che comprende la tangenziale Classicana e la Romea Dir. Ribadiamo che è fondamentale per le imprese già insediate, ma anche per attrarre nuove iniziative, adeguare le infrastrutture stradali – specie di grande scorrimento – nonché rafforzare rete e connessioni ferroviarie a servizio di merci e persone” ha detto Tarozzi che sul Progetto Hub Portuale Ravenna ha aggiunto: “Dopo l’ultima sentenza sui fanghi bisogna chiarire questa faccenda del trattamento dei materiali di scavo, quelli vecchi e quelli ancora da dragare, e poi procedere spediti sul bando, affinchè i tempi non diventino troppo lunghi.”

 

L’INDAGINE CONGIUNTURALE CONFINDUSTRIA ROMAGNA: CONSUNTIVO SECONDO SEMESTRE 2018 E PREVISIONI PRIMO SEMESTRE 2019 PER RAVENNA

L’Indagine Congiunturale sulla situazione economica delle imprese ravennati aderenti a Confindustria Romagna realizzata dal Centro Studi e dal Servizio Economico di Confindustria Romagna relativa ai dati consuntivi del secondo semestre 2018 e alle previsioni per il primo semestre 2019 è riferita ad un campione di aziende del comparto manifatturiero e dei servizi, e non comprende il settore delle costruzioni. La stragrande maggioranza delle imprese che hanno aderito all’indagine congiunturale registra anche nel secondo semestre del 2018 un andamento positivo di tutti gli indicatori. Per quanto riguarda invece gli ordini interni ed esteri gli indici di tipo qualitativo ci restituiscono un secondo semestre all’insegna della stazionarietà. Anche per gli investimenti continua il trend positivo, sono infatti in crescita sia la percentuale sul fatturato, sia la variazione percentuale delle spese per investimenti rispetto all’anno precedente. Le imprese coinvolte hanno un fatturato complessivo di circa 3 miliardi di euro e 10.000 addetti.

SECONDO SEMESTRE 2018

Fatturato totale: +7% rispetto al secondo semestre 2017. L’aumento del fatturato totale deriva soprattutto dal buon andamento del fatturato estero, +10,2%. Le imprese con meno di 50 dipendenti evidenziano il dato migliore: fatturato totale +11,4%, fatturato interno +3,8%, fatturato estero + 13%. Le aziende con un numero di dipendenti uguale o maggiore a 250 segnano la crescita del fatturato totale (+7,2%) con aumenti del fatturato interno (+4,1%) e di quello estero (+7,2%). Le imprese fra 50 e 249 dipendenti vedono un aumento del fatturato totale (+4,1%) con aumento del fatturato estero del 17,4%. Grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 27,1% con percentuali del 38,2% nelle medie aziende, del 38% nelle piccole e del 20,4% nelle grandi Produzione: +3,7%; +1,7% per le piccole imprese, + 3,1% per le medie e +4,5% per le grandi. Occupazione: +3,7%; grandi imprese +2,4%, medie e piccole imprese rispettivamente a +7,4% e +6,7%. Ordini il 47,5% delle imprese ha rilevato una stazionarietà, il 40% un aumento, mentre per il 12,5% sono in diminuzione. Il 60% delle imprese registra stazionarietà degli ordini esteri e il 27,7% un aumento Giacenze: stazionarie nel 71% del campione, in aumento nel 16,1% ed una diminuzione nel 12,9% dei casi. Costo delle materie prime stazionario per il 53,7% delle imprese, in aumento per il 38,8% ed è in diminuzione solo nel 7,5% dei casi. Difficoltà nel reperimento del personale Il 6% delle aziende la considera molto elevata, 19,3% elevata, 30,1% media difficoltà, 27,7% riscontra bassa difficoltà ed il 16,9% del campione non riscontra alcuna difficoltà Ricorso alla cassa integrazione: 92,8% delle aziende ravennati lo esclude, 2,4% lo considera probabile ma limitato, 4,8% lo considera poco probabile. Analizzando i principali settori merceologici emerge che a Ravenna il dato del metalmeccanico continua un trend positivo, stessa cosa per i servizi e per il comparto dell’energia e petrolio.

PREVISIONI PRIMO SEMESTRE 2019

Le previsioni sono tendenzialmente positive ed evidenziano per la maggior parte delle imprese una aspettativa di stazionarietà. Produzione: in aumento dal 31,6% delle imprese, stazionario dal 56,6% mentre l’11,8% degli imprenditori prevede una diminuzione Ordini: il 39% degli imprenditori prevede un aumento, il 48% stazionarietà e il 13% una diminuzione. Ordini esteri: 54,3% prevede stazionarietà, 39,2% un aumento e soltanto 6,5% una diminuzione. Giacenze: previste stazionarie da 76,3% delle imprese, in aumento dal 12% e in diminuzione dall’11,7% Occupazione: sono stazionarie per il 67,9% del campione, in crescita per il 27% e in calo per il 5,1%.

INVESTIMENTI

Si conferma positiva sia la percentuale degli investimenti sul fatturato +3,9%, sia la variazione percentuale delle spese per investimenti rispetto al 2017 +16,2%. Per quel che riguarda la tipologia degli investimenti effettuati nel 2018, quelli più ricorrenti sono in ICT, formazione, linee di produzione e ricerca e sviluppo.

 

 

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