Marco Minniti e il rebus della sicurezza per la sinistra: “va coniugata con la libertà e con l’umanità”

Il tema della sicurezza a sinistra è stato sempre un argomento di volta in volta scivoloso, imbarazzante, divisivo. Insomma complicato. Talmente complicato per la sinistra da essere diventato il cavallo di battaglia della destra e in particolare del ministro Matteo Salvini, che ha declinato la sicurezza alla sua maniera. Ma a sinistra c’è uno che ha provato a prendere il toro per le corna: Marco Minniti ministro dell’interno nel Governo Gentiloni per 17 mesi e predecessore di Salvini. 

Minniti ieri sera 26 agosto era alla Festa nazionale dell’Unità di Ravenna per presentare il suo libro “Sicurezza è libertà” e per difendere quella politica per la sicurezza che è stata criticata, che ha diviso la sinistra, che alcuni giudicano come una politica che ha aperto la strada proprio a Salvini. Ma lui difende le sue scelte e marca soprattutto la distanza fra le sue scelte e quelle del suo successore Salvini, al quale non risparmia frecciate al vetriolo sulle frequentazioni del Viminale (“quando Salvini faceva il ministro non era mai al Ministero, adesso che si è dimesso va sempre al Ministero”) o dei vertici europei (“invece di andare ai vertici europei Salvini andava al Papeete, ora spero abbia tutto il tempo che vuole per andare al Papeete”).

Marco Minniti – intervistato dal giornalista Ettore Tazzioli – entra nel merito del nocciolo duro della questione sicurezza, dicendo che il terrorismo e l’immigrazione sono due pezzi fondamentali sui quali si gioca il futuro della democrazia e della sinistra, perché su questi temi si gioca la partita del consenso. La paura e la rabbia sono sentimenti diffusi fra i ceti popolari, fra la parte più debole della popolazione, sostiene Minniti, e “la sinistra deve parlare al popolo, perché non esiste sinistra senza popolo”. Poi aggiunge che “la sconfitta elettorale del 2018 è arrivata perché c’è stata una rottura sentimentale fra la sinistra e una parte importante dei ceti popolari”, perciò la sinistra se vuole continuare ad avere un ruolo e vincere la sua partita “deve disinnescare la paura e la rabbia che sono entrate così profondamente nel corpo sociale.”

Disinnescare, cioè dare risposte, governare i problemi. L’esatto contrario di quello che fa la destra, precisa Minniti: “I nazionalpopulisti fanno finta di ascoltare il popolo impaurito e arrabbiato ma non fanno che alimentare paura e rabbia con una strategia della tensione comunicativa, per tenere le persone incatenate alle loro paure.” Cita la storia dell’invasione “che non c’è mai stata” e dice che quando arrivano 45 persone soccorse in mare, un paese serio risolve la questione in 5 minuti, non tiene in piedi il problema per 10 giorni per fare della propaganda sulla pelle delle persone.

Parla di molte cose Minniti e cita l’accordo di Dublino, quello che obbliga i paesi dove arrivano i migranti a registrarli e a ospitarli in assenza di accordi con gli altri paesi: un accordo firmato dal leghista Maroni quando era presidente del Consiglio Berlusconi. Un accordo che Salvini non ha nemmeno provato a cambiare, anche perché diserta i vertici europei in cui si parla di queste cose, attacca Minniti. Senza dimenticare che Salvini si allea con i paesi del blocco di Visegrad, quelli che di accogliere migranti e di solidarietà non ne vogliono sapere mezza. Parla della cosiddetta democrazia illiberale, un termine coniato proprio per i paesi di Visegrad come l’Ungheria o la Polonia, e dice che si tratta di una contraddizione in termini, che non ci può essere una democrazia illiberale e che “nessuno si sogni di importare questo modello in Italia.”

Le democrazie illiberali si basano su uno scambio fra sicurezza e libertà, dice Minniti: “Il potere garantisce più sicurezza in cambio di minore libertà. È quello che ha fatto anche il governo giallo-verde in Italia” ma è quello che non va fatto: “non ci può essere nessuno scambio fra sicurezza e libertà. La sicurezza va coniugata con la libertà.”

E la sicurezza va coniugata anche con l’umanità, aggiunge. Per Minniti non dobbiamo perdere il nostro senso di umanità parlando dei migranti come se stessero facendo una gita, dicendo “la pacchia è finita, così si alimentano i giacimenti di odio. L’Italia ha bisogno di un Ministro dell’Interno che pesi le parole, che pensi prima di parlare.”

“Nei 17 mesi in cui sono stato al governo gli arrivi sono calati del 78% e questo risultato lo abbiamo ottenuto senza perdere la nostra umanità, senza chiudere i porti, ma andando in Africa a fare accordi con i paesi africani. – scandisce Minniti – Le migrazioni sono un fenomeno epocale e planetario, non si possono cancellare o fermare con i muri, bisogna governarle.”

Insomma, dice Minniti, la politica dei porti chiusi e dei muri in mare non risolve nulla. La destra cavalca e alimenta la paura ma non dà risposte. Ma aggiunge: “La strategia della tensione comunicativa, la macchina della propaganda sui migranti è pericolosa, può rompere la democrazia” ecco perchè c’è un nesso così profondo fra sicurezza, democrazia e libertà.

Minniti ha attaccato i decreti sicurezza di Salvini che cancellano le politiche di integrazione dei governi precedenti e creano più insicurezza, perchè fanno aumentare l’invisibilità dei migranti e i rischi di illegalità. E a questo punto Minniti ha affrontato anche i temi legati alla trattativa per la formazione del governo giallo-rosso, M5S-Pd e altre formazioni di sinistra. “Il governo si deve fare – ha detto – ma non a tutti i costi. Si deve fare per cambiare le cose e fra le cose da cambiare in primo luogo ci sono i decreti sicurezza di Salvini. Perchè con il governo giallo-verde l’Italia ha perso tempo e ha anche rischiato di perdere se stessa.”

“Il Pd non fa da ruota di scorta a nessuno – ha concluso Minniti – ma si deve fare ogni tentativo per cambiare le cose e dare soluzioni ai problemi, lo dobbiamo fare per l’Italia.” E non si deve avere paura del voto, perché Salvini in fin dei conti – ha terminato Minniti fra gli applausi – potrebbe rivelarsi “una tigre di carta”.

Marco Minniti

 

Commenti

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  1. Scritto da Giovanni lo scettico

    Perchè nessuno parla di rimpatriare gli stranieri che delinquono?